Il sofà delle muse

D'Alema in cerca di autorevolezza internazionale

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Rachael
view post Posted on 22/6/2006, 18:58




Ieri Bush era a Vienna per raccordarsi con l’Europa sui principali scenari di crisi, a partire dall’Iran. Sempre ieri, il nostro ministro degli Esteri D’Alema incontrava il collega iraniano, Mottaki. La visita stona con la richiesta europea e americana di unità e compattezza, ma formalizza la strategia della Farnesina: l’Italia deve contare al tavolo della discussione sulla questione iraniana. Per questo D’Alema ha riconosciuto all’Iran il suo “diritto inalienabile” ad accedere “all’energia nucleare a scopi pacifici” – così recita il comunicato stampa – e ha tenuto quell’approccio cordiale e aperto che di certo l’Iran, che vuole distruggere Israele, che dà soldi a Hamas e che si prende gioco dell’occidente, non merita. Ma Max ha deciso di contare, costi quel che costi. Perché la Germania sì e noi no?, si chiede col piglio dell’escluso. Siamo il primo partner commerciale europeo di Teheran, dovrà pur significare qualcosa nei pesi e contrappesi della diplomazia.
Certo che significa qualcosa. Significa talmente tanto che è proprio per questo che finora non ci siamo seduti al tavolo del 5+1. Perché una volta lì, dobbiamo accettare le responsabilità del compito, le imposizioni a Teheran, e anche le vituperate sanzioni, che per l’Italia sarebbero un salasso – come “due Finanziarie” per D’Alema – e che non appaiono in linea con l’atteggiamento docile che il ministro ha tenuto con Mottaki. Per non dover dire “no” alla richiesta di sanzioni, per non dover aprire uno squarcio nelle relazioni transatlantiche, sarebbe meglio che l’Italia non si sedesse al tavolo dei negoziati. Ma Max che, se non va cercando lo scontro, certo è a caccia di un modo per affermare una sua autorevolezza internazionale, fa il battitore libero. A sostenerlo c’è un fraintendimento, come ha rivelato il viceministro Intini, che ha descritto il regime degli ayatollah come un governo nazionalista che ambisce a un legittimo ruolo di potenza regionale. La strategia iraniana non è nazionalista, ma punta all’espansione della rivoluzione islamica. D’Alema pensa di salvarsi con l’“equivicinanza”.
da Il Foglio

Gli dev'essere rimasta la sindrome dell'escluso, silurato prima alla camera e poi alla presidenza della Repubblica, Baffetto é un personaggio in cerca di prestigio, chi meglio del problematico ed "esplosivo" Iran può fornigli il trampolino di lancio per dimostrare che lui in un governo d'inconcludenti, é uno che fa i fatti?
E che fatti! Ha dato la sua benedizione ai progetti nucleari di dubbio utilizzo, con il quale l' Iran stà menando per il naso il mondo intero da anni, ha riconosciuto il diritto inalienabile di uno stato canaglia, (a voler essere gentili) all'utilizzo del nucleare per "scopi pacifici", naturalmente starà là lui personalmente a controllare che l'amicone Amahdinejad non vaporizzi Israele in un attimo di distrazione dell'Occidente...
 
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