Il sofà delle muse

L’inizio nel verso sbagliato

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verbenasapiens
view post Posted on 20/5/2006, 15:07




Contro il vento giustizialista che torna a sibilare sul Paese, “L’opinione” aderisce all’iniziativa lanciata da Mauro Mellini di dedicare un giorno alla memoria del “caso Tortora”. E pubblica un ampio inserto per ricordare una vicenda che viene giustamente considerata come il primo grande esempio di intreccio perverso tra media e magistratura ed il simbolo stesso della “giustizia ingiusta” che da decenni si consuma nel nostro Paese. La scelta di usare la memoria del “caso Tortora” per riaprire la “questione giustizia” non è il frutto di una sorta di nostalgia per le giuste e sacrosante battaglie di libertà del passato. E’ la conseguenza di un obbligo morale e politico fin troppo attuale. Per quanto riguarda la giustizia la nuova legislatura si apre sotto l’influsso di una serie di elementi drammaticamente negativi. Il governo che Romano Prodi ha ieri faticosamente messo in piedi parte con intenti decisamente regressivi e restauratori. Non che nei cinque anni passati il centro destra sia riuscito a sviluppare una strategia politica compiuta sul terreno della riforma della giustizia. Ad una visione complessiva del problema e ad un disegno organico di risoluzione sono stati preferiti tanti provvedimenti, occasionali o settoriali, che sono serviti a ben poco. Certo, una generica direzione strategica in direzione della riforma del sistema è stata, comunque, seguita. Ma i risultati sono stati modesti.

Ora, però, il “sinistra-centro” al potere, parte con l’obiettivo non solo di cancellare il poco che è stato conseguito ma, soprattutto, di invertire il progetto strategico della riforma e ritornare al passato. Quello dell’uso politico della giustizia, del primato del corporativismo giudiziario su ogni altro potere, della subordinazione delle garanzie individuali ad un modello di giustizia sostanziale da stato etico e dittatoriale. Ad aggravare questo primo dato negativo si aggiunge il fatto che a gestire il processo di restaurazione il nuovo presidente del Consiglio ha chiamato Clemente Mastella, un professionista della politica che, per la propria storia e per limitatezza del proprio peso politico, sembra essere il più esposto alle pressioni ed ai condizionamenti della corporazione giudiziaria e delle lobby di potere che guidano e strumentalizzano. Qualunque altro esponente di qualsiasi altro partito del centro sinistra avrebbe potuto svolgere in condizioni di maggiore autonomia ed autorevolezza le funzioni di Guardasigilli. Da Pisapia di Rifondazione Comunista alla stessa Emma Bonino della Rosa nel Pugno. Prodi, invece, preoccupato non delle condizioni della giustizia italiana ma degli equilibri interni della propria coalizione, ha puntato su Mastella.

A conferma della sua irresponsabile cecità e della assoluta necessità che i difensori della democrazia liberale pongano al primo posto della loro resistenza alla sinistra dirigista il tema della “giustizia giusta”. Ultimo e più grave fattore di preoccupazione è poi che la restaurazione per mano di Mastella prende il via nel momento in cui lo scandalo del calcio mette in evidenza non solo il marcio dei “poteri forti” nel mondo dello sport ma anche il livello di sconquasso a cui è giunto il sistema giudiziario. L’ondata giustizialista alimentata dal tifo anti-juventino (vengono al pettine i risentimenti covati per decenni nei confronti del sistema monarchico assoluto dato dalla famiglia Agnelli fin dagli anni ‘30 al calcio italiano) tende per il momento a nascondere il quadro devastato della magistratura italiana. Ma quando la polvere si sarà posata, la “giustizia ingiusta” emergerà con incredibile chiarezza. E’ normale che la Procura di Torino archivi la stessa inchiesta sulla Juventus che quella di Napoli ha trasformato nella più grave bufera giudiziaria che abbia colpito il mondo del calcio negli ultimi decenni? E’ normale che i magistrati napoletani agiscano, intercettino impunemente parlamentari e ministri ed, in base ad un teorema che poggia solo sulle telefonate sbobinate, lancino una sorta di offensiva mediatico-giudiziaria contro i “grandi padroni” del Nord e creino le condizioni per la lottizzazione del calcio e la sua occupazione da parte della sinistra?

No, tutto questo non è affatto normale, ma il segno inequivocabile della incredibile attualità del “caso Tortora” e della necessità di riaprire la lotta per la “giustizia giusta”! Ovviamente nel quadro della battaglia generale da condurre contro il governo delle controriforme!
di Arturo Diaconale
da
L'opinione
 
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