Il sofà delle muse

Bomba a Kabul uccide due militari italiani

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verbenasapiens
view post Posted on 5/5/2006, 19:51





Un ordigno radiocomandato esplode al passaggio di 2 blindati degli alpini. Le vittime sono il tenente Fiorito e il maresciallo Polsinelli

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KABUL - Un'altra tragedia per le forze militari italiane impegnate all'estero. Un'esplosione causata da bomba radiocomandata ha colpito a Kabul, capitale dell'Afghanistan, un convoglio di alpini italiani formato da due veicoli con a bordo 12 alpini. L'esplosione ha ucciso due dei militari italiani ferendone altri quattro. Le vittime sono il tenente Manuel Fiorito e il maresciallo Luca Polsinelli ( ■ Chi erano: scheda): la loro morte è stata confermata ufficialmente dallo Stato maggiore della Difesa.
■ Audio, il colonnello Fogari: «Ma noi non siamo nel mirino»

LA RIVENDICAZIONE - In serata i Talebani hanno rivendicato l'attentato. Un esponente talebano, Abdul Raouf, con una telefonata ha affermato che miliziani del deposto regime afghano hanno azionato una bomba radiocomandata al passaggio della pattuglia. I Talebani avevano rivendicato anche due precedenti attentati contro i militari italiani a Herat, nell'ovest dell'Afghanistan, il 20 dicembre 2005 e l'8 aprile scorso.

QUATTRO ARRESTI - E sembre in serata sono scattate le manette: quattro persone sono state arrestate in relazione all'attentato alla pattuglia italiana. Tra questi ci sarebbe anche un uomo ritenuto il probabile esecutore materiale. Lo si è appreso da fonti della polizia afgana. Fonti investigative confermano, inoltre, che l'attentato non aveva come obiettivo specifico la pattuglia italiana, ma in generale le forze della coalizione.

I FERITI - I feriti leggeri, che non corrono pericolo, sono i caporal maggiori Giarracca, Clementini e Rivano, e il primo caporal maggiore Mastromauro, tutti del secondo reggimento alpini di Cuneo. I quattro militari, ricoverati presso l'ospedale del contingente tedesco, dovrebbero rientrare sabato a Roma con un velivolo militare del contingente tedesco. Nessuno di loro avrebbe lesioni particolari, a parte uno con ferite comunque ritenute non gravi. L'ammiraglio Giampaolo Di Paola, Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha confermato che «stanno bene e non sono in pericolo di vita».


ESPLOSIONE - L'attentato è avvenuto a 7-8 km a sud-est della capitale afghana, nella zona chiamata Musay Valley, dove il convoglio italiano - composto da due veicoli blindati leggeri Puma - era di pattuglia. Un ordigno è esploso alle 16,20 (le 13,50 in Italia) e ha coinvolto in modo particolare il primo dei due veicoli a bordo del quale c'erano otto alpini del II reggimento di Cuneo.

TABELANI ALLE PORTE - «Finora i talebani hanno sempre sferrato attacchi nella zona meridionale e in quella orientale dell'Afghanistan. L'attentato compiuto contro un convoglio di mezzi italiani nei pressi di Kabul desta forti preoccupazioni perché per la prima volta le milizie islamiche bussano alle porte della capitale»: è questo il commento formulato dall'inviato in Afghanistan della Tv araba al-Jazira, che ha dato notizia con un collegamento in diretta della morte dei due soldati italiani.

da corriere.it

Preghiera dell'Alpino

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani e ci aiuti a essere degni della gloria dei nostri avi.

Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore.

Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall'impeto della valanga: fa che il nostro piede posi sicuro sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi: rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra millenaria civiltà cristiana.

E tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza ed ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito ed ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e proteggi i nostri Reggimenti, i nostri Battaglioni, Gruppi, Compagnie e Batterie. AMEN
 
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petrus33
view post Posted on 6/5/2006, 19:50




Preghiera dell'Alpino

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani e ci aiuti a essere degni della gloria dei nostri avi.

Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore.

Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall'impeto della valanga: fa che il nostro piede posi sicuro sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi: rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra millenaria civiltà cristiana.

E tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza ed ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito ed ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e proteggi i nostri Reggimenti, i nostri Battaglioni, Gruppi, Compagnie e Batterie. AMEN
 
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Maximus05
view post Posted on 8/5/2006, 08:03




Il governo debole è la causa di questi morti

due attentati ed i militari morti, da Nassiryia a Kabul, non sono una luttuosa coincidenza, ma un'operazione politica. I terroristi fondamentalisti islamici non hanno da schierarsi con gli uni o con gli altri, in casa nostra, ma si mostrano bene informati e sanno che questo è il momento di massima debolezza, per l'Italia. Colpiscono, quindi, per mirare al loro obiettivo: cacciarci via o, in via subordinata, indurci a riconoscerli come interlocutori politici. Diciamola ancora più piatta: il risultato elettorale influisce sulle bombe, e le fa scoppiare. Con la maggioranza di centro destra e con il governo Berlusoni i nemici dell'Italia e dell'occidente potevano pur far saltare quello che gli pareva, ma l'ipotesi di un nostro ritiro con le braghe in mano era pari a zero. Questa politica si poteva condividerla o meno ( io la condividevo), ma agli altri era chiara. Adesso, come dimostrano anche i primi commenti dopo i due attentati, come dimostra la mollezza verso piazzate ripugnanti, si constata che la sinistra è divisa, alimentando la sensazione che colpire l'Italia può portare ad un risultato. Ed i colpi arrivano. Il che significa che si deve avere il senso di responsabilità di chiudere in fretta le partite istituzionali, dal Quirinale a palazzo Chigi.

Francesco Rutelli ha detto che non ci ritireremo, che non saranno le bombe a curvare la nostra posizione. Bene, giusto. Nella sinistra c'è chi già dice che dobbiamo ritirarci subito ed ovunque. Male. Dato che la maggioranza ( si fa per dire) di governo si regge grazie a voti che si contano sulle dita di mezza mano, ne deriva che non c'è maggioranza in materia di politica estera. Ugualmente, sarebbe opportuno far nascere al più presto il governo, anche per vedere di che stoffa sarà fatto. Se si troverà sulla linea riassunta, da ultimo, da Rutelli, allora non avrà la maggioranza ma potrà contare sul sostegno delle persone responsabili, così come il governo D'Alema, senza maggioranza, poté contare sul centro destra per la missione ( di guerra) nei Balcani.

Se, invece, Prodi sceglierà una via mediana, un brodino insipido a base di pace ed Onu ( noi siano in Afghanistan ed in Iraq su mandato Onu, se lo ricordino), un'ambiguità che induca i terroristi a credere che con ancora un pugno di morti ci avranno in ginocchio, allora sarà opposizione durissima e, conseguentemente, la maggioranza si dimostrerà minoranza politica. Non ci possiamo permettere il vuoto, perché ce lo fanno scontare in funerali. Non possiamo permetterci di perdere tempo per non prendere atto del risultato elettorale, per continuare a menarla sul governo forte e sul programma da rispettare. Ci sono interessi indisponibili dell'Italia, che hanno la precedenza sulle trame che si ritengono fini ed astute, mentre sono grossolane ed ottuse.
www. davidegiacalone. it
da libero
Beh mi pare evidente che Giacalone ha ampiamente ragione, ma, ovviamente, certa sinistra finge di non capire: un classico

 
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valmont74
view post Posted on 10/5/2006, 07:37




Si vergogni chi grida «10, 100, 1000 Nassirya»

Cari amici,
eccomi qui... non proprio lì vicino a voi, ma qui di fronte al notebook a scrivervi due righe tentando di farvi respirare una brezza di atmosfera afghana.., di giorno polverosa anche in assenza di tempeste di sabbia, di notte generosa di stelle che restituiscono (non sempre) un clima di apparente serenità, ahimé oggi turbata dal vile attentato perpetrato ai danni dei nostri soldati.
Già, vile e indigesto, l'Italia ha pagato un altro pesante tributo umano, piangerà ancora vittime, altri soldati caduti per restituire, semmai ce ne sia stata, pace e libertà a popoli come questo, valori mai appartenuti all'Afghanistan, Paese martoriato da guerre, invasioni e dittature. Ma noi siamo e restiamo qui, oggi stretti nel più profondo cordoglio e immenso dolore, domani a rendere omaggio ai colleghi che ci hanno lasciato, il giorno seguente animati da una determinazione se possibile ancora più intensa, a proseguire il nostro mandato.
Quelle che mi scorrono negli occhi sono immagini che purtroppo si aggiungono ad altrettante assai inquietanti e strazianti, di colleghi deceduti in analoghe circostanze, ricordi indelebilmente impressi nella memoria. Amici, con oggi, l'Italia registra il primo episodio di aggressione diretta e deliberata verso militari italiani in Afghanistan, fatto mai accaduto in precedenza, nonostante tante minacce e altri morti lasciati sul terreno in circostanze differenti. L'attentato è stato rivendicato da un portavoce talebano che ha annunciato, come all'inizio di ogni primavera, l'intensificarsi di atti ostili contro le forze militari occidentali presenti nella regione. Tra colleghi e collaboratori ci si augura che l'escalation annunciata sia solo un monito ma non possiamo certo escludere che il proclamato sia seguito da concreti atti di ostilità contro il nostro contingente.
In Italia, ad attendere i feretri dei caduti e partecipare alle esequie di Stato, saranno presenti, come in passato, le più alte cariche dello Stato e delle istituzioni, lacché e una pletora di politicanti pronti ad accaparrarsi un qualunque spazio di visibilità per fini per lo più ignobili e strumentalizzazioni che giungeranno senza ritardo. Probabilmente ci saranno anche quelli che sostengono che a noi lo Stato deve dare la sola benzina per rientrare in Italia e niente più, perché per loro all'Italia non serve un esercito. «La spartizione delle vesti» ci sarà, non certo nell'immediato, ma ci sarà, se non nelle tribune televisive, sarà in quelle parlamentari o, peggio ancora, in improbabili comizi...
Sì, proprio quei comizi dove chi sostiene la pace la sostiene come a Milano, scendendo in piazza senza vergogna di se stesso e del clan di appartenenza e gridando «10, 100, 1000 Nassirya». A fare da contraltare a quelle voci incoscienti abbiamo anche letto il monito di un presidente emerito della Repubblica che ha tristemente sottolineato: «Milano chiama, Nassirya risponde». Oggi forse ci si deve aspettare che qualcuno inneggi in favore dei talebani contro noi soldati quaggiù?
Non conosco tutti in modo così approfondito per esprimermi nel merito, non sono stato mai abituato a giudicare sputando sentenze o lapidando comportamenti, purtroppo nella vita ho deciso di fare una cosa semplice, nella quale magari c'è chi non crede più: «Servire la mia patria». Ma, se c'è qualcuno che non si sente di condividere del tutto la mia personale condanna nei confronti di coloro che se anche non urlano, comunque sostengono a bassa voce e nell'ombra, lo slogan «10, 100, 1000 Nassirya», ebbene, non rispondano a questa e-mail, anzi, cancellino il mio nome dalla propria rubrica. Qui sono le due e trenta del mattino, non so quanti soldati del contingente siano già riusciti a chiudere serenamente gli occhi quando gli occhi di due colleghi si sono definitivamente spenti nell'eternità, quando le famiglie di questi due connazionali non avranno che le spoglie dei loro cari, non lo so. Ma credo che chiunque con un briciolo di coscienza, sensibilità e amor patrio, anche senza divisa, non possa non stringersi intorno ai congiunti dei soldati caduti, di quei ragazzi che avevano scelto la mia stessa vita. Eroi? Non lo so... a volte penso che a me non potrebbe mai succedere. Forse è proprio questo che mi spinge avanti, ma faccio le stesse cose che facevano loro... Non mi sento un eroe per questo, sono solamente un soldato.
Kabul, 5 maggio 2006
da ilgiornale.it
 
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