Il sofà delle muse

Un 2005 da raccontare ai nipoti

« Older   Newer »
  Share  
verbenasapiens
view post Posted on 30/12/2005, 16:52





Ci ha portato due grandi regali: l'elezione di Ratzinger al Soglio e la democrazia in Iraq
di Giuliano Ferrara
I due regali del 2005 sono senz'ombra di dubbio l'elezione di Joseph Ratzinger e quella del parlamento iracheno, un avvenimento profetico per cristiani e cattolici e un evento laico per Occidente e mondo arabo-islamico.

La successione apostolica a Roma e la grande scommessa per una democrazia costituzionale a Baghdad non sono in sé comparabili, evidentemente, ma la luce che accomuna i due fatti accarezza e riscalda quest'epoca di angoscia che è il tempo moderno.
Giovanni Paolo II ha vissuto la sua missione nel segno dell'energia pastorale e politica. Per oltre un quarto di secolo ha dato senso e colore universale a una Chiesa cattolica uscita con timore e tremore dalla prova del Concilio Vaticano II, quando il celebrante eucaristico smise di voltare le spalle all'assemblea nell'atto di misteriosa e latina adorazione del divino, quando il prete incontrò il gregge a faccia a faccia, e dovette imparare la sua lingua spesso accidentata e balbuziente.
Il Papa che viaggiava le lingue le ha parlate tutte e per dire cose decisive: dalla libertà religiosa polacca come campione di ogni altra libertà, e fu la fine del comunismo; alla umanissima e creaturale interdizione contro ogni attentato alla vita e al diritto di natura, e fu contraddetta la resa della sensibilità contemporanea alla tecnoscienza e alla scristianizzazione come nuova religione secolare; fino ai mea culpa e alla ventata ecumenistica, che completarono la più efficace e carismatica riaffermazione della verità come la vedono i cristiani, verità e identità di valore universale.
Accanto a un papa incendiario lavorava un tranquillo teologo di professione, che aveva assunto il compito arcaico di custode della dottrina dopo una breve parentesi pastorale a Monaco di Baviera.

Ratzinger ha mostrato da subito, perché lo aveva sperimentato nel fuoco della battaglia delle idee, e nel campo drammatico della filosofia e della teologia tedesca, il senso tragico del destino moderno dell'uomo e della donna alle prese con il lato oscuro della conoscenza, con una possibilità di fare che supera, specie nel campo della fabbricazione della vita e della sua selezione, la capacità etica di comprendere quel che si fa.
E ha cominciato dal primo momento un grande gioco intellettuale e morale, laico e religioso, che in forme diverse continua a giocare con stile impareggiabile: il gioco della ragione alleata della fede, e della fede offerta come problema a un mondo non credente.
Cioè, la più moderna delle catechesi, il più stringente dialogo con i laici e gli infedeli e i secolarizzati.
Consolati e anche un po' afflitti dal guru postmoderno (il manager, il professore, lo scrittore, il grande medico, lo scienziato, il conduttore della insigne mediocrità televisiva, l'opinionista) abbiamo improvvisamente guadagnato un pensatore vero di alta scuola e un uomo inquietante e coraggioso, capace di distruggere le illusioni perdute della teologia della liberazione e di restaurare la coppia indissolubile di autorità e libertà. Il gioco è a risultato aperto, non è finito, i tempi della Chiesa sono lunghi e anche quelli del secolo non sono brevi, ma è l'unico che valga la pena di giocare.
Sempre nel 2005, da gennaio a dicembre, bomba dopo bomba, shahid dopo shahid, un grande paese arabo-islamico uscito confusamente da una storia millenaria, da un recente passato coloniale e da 34 anni di un regime di oppressione nazional-socialista (il partito Baath di Saddam Hussein), ha cominciato a cambiare pelle.
Tre elezioni svolte fra le minacce, le teste tagliate, le battaglie in campo aperto, i rapimenti, il sacrificio dei ragazzi d'Occidente, la morte dei civili, l'infinita violenza originaria delle carceri e dei luoghi di tortura. Ma intorno ai ludi cartacei sbeffeggiati dai sapienti chierici della stampa occidentale si è formato qualcosa di simile a una nuova identità, l'identità del possibile Islam modernizzato e ridotto alla ragione dei diritti universali, che fa paura alle oligarchie vicine, spezza la spirale orrenda della ricchezza petrolifera nelle mani del fondamentalismo e del terrorismo antiebraico e anticristiano, nemico di ogni infedele, e genera speranza nella piazza araba libanese, egiziana, iraniana.
Non capita tutti i giorni di assistere a una rivoluzione che arriva sulla punta delle baionette, che si sprigiona da un messaggio di pace e di convivenza universale nella forma di una guerra imperiale, quella dichiarata e condotta con sprezzo di ogni pericolo dall'amministrazione Bush dopo l'11 settembre.
Alla nostra generazione invece è capitato: un regime losco abbattuto a colpi di bombe, un territorio liberato con alti costi umani ma con spirito di giustizia, un tentativo di ricostruzione fondato sul principio «one man one vote», con il dito color indaco che è la nuova bandiera di chiunque creda che l'Islam può uscire indenne, e con tutta la sua ricchezza, dal suo XV secolo, per accostarsi al calendario cristiano e a quello ebraico, e conviverci.
È un 2005 da raccontare ai nipoti.
http://www.panorama.it/opinioni/archivio/a...1-A020001034212
Dei bei regali davvero ma credo che per i soliti ipocriti e biliosi verde ramarro non siano affatto regali, anzi.Credo che avrebbero fatto volentieri MOLTO a meno tanto di Papa Ratzinger, uno che non la manda a dire, intelligente quanti altri mai pure nella sua giusta fermezza, quanto della democrazia in Iraq che è una sconfitta delle loro teorie meschine e becere.A loro auguriamo un gran 2006 ancora ricco di democrazia nel mondo e con personaggi leali e forti , che operano solo per il bene e la pace dell'umanità
 
Top
0 replies since 30/12/2005, 16:52   32 views
  Share