Il sofà delle muse

Il partito dell'equità merita rispetto

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verbenasapiens
view post Posted on 17/12/2005, 18:01




Se il perdono deve esserci per Sofri, ci sia anche per tutti i detenuti che non scrivono libri e conoscono male il fax »

Adriano Sofri è un «uomo libero per sei mesi» perché le sue condizioni non sono compatibili con il carcere dopo l'operazione subita dallo scrittore condannato come mandante dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi. Si sono di conseguenza formati due partiti: quello dell'equità (che si chiede: e tutti gli altri detenuti malati che faranno?) e quello della grazia, che non ha mai smesso di lavorare per la liberazione definitiva di Sofri.
Io, lo confesso, appartengo al partito dell'equità e della giustizia: se Sofri vede sospesa la sua pena per un esofago lacerato e ricucito, pensiamo che anche gli altri detenuti malati e malandati dovrebbero essere spediti a casa.

Ma Sofri è un caso speciale perché rappresenta un passato comune a una folta pattuglia di ex rivoluzionari oggi in giacca e cravatta, secondo il vecchio motto di François Guizot (poi riciclato da Georges Clemenceau e persino da Winston Churchill) per cui chi non è sulle barricate a 20 anni non ha cuore e chi non è conservatore a 40 non ha cervello.
E quindi per costoro, come per gli agenti sovietici e i brigatisti rossi, viene mantenuta in piedi l'idea del colpo di spugna su un passato da archiviare perché remoto, mentre va benissimo se il Parlamento (con mia personale soddisfazione) indaga sui crimini nazifascisti del biennio 1943-45.

Dunque due cose colpiscono: che il direttore del carcere abbia dichiarato, grazie al certificato del direttore clinico del carcere Francesco Cerando, che Sofri «è un uomo libero», anziché dire che il detenuto Sofri è in licenza per convalescenza e sarà soggetto agli usuali restrizioni e controlli. La seconda sorpresa è venuta dall'imbarazzante documento clinico dell'ospedale Santa Chiara di Pisa dove si legge ufficialmente che «le rotture spontanee dell'esofago sono in gran parte provocate da sforzi di vomito e specialmente vi sono predisposti i bevitori in stato di ubriachezza.
L'avvenimento che di regola precede i segni drammatici della rottura è rappresentato da un pasto generoso o da una bevuta gagliarda che lo stomaco troppo pieno non sopporta e rigetta con violenza: è questa la causa per cui l'esofago, bruscamente sovradisteso, si rompe».
Sorprendente bollettino medico che di proposito suggerisce l'immagine di un Sofri-Trimalcione o un Sofri-Tognazzi di La grande bouffe, il che provoca imbarazzo.

E poi il «Sofri uomo libero» allarma perché sembra ammiccare a un trucco per superare l'impasse della grazia sulla quale il Paese resta spaccato: se Sofri è «uomo libero», vuol dire che nessuno controllerà i suoi movimenti e in questo caso non si capisce perché mai, una volta guarito, Sofri non possa decidere di stabilirsi anche lui a Parigi come Oreste Scalzone, un altro ex rivoluzionario che trasformò la propria convalescenza in espatrio. D'accordo, Sofri è un prigioniero volontario che avrebbe già potuto sottrarsi al carcere, ma è lecito chiedersi fino a quando, visto che la grazia è bloccata.

Il comunicato che dipinge un Sofri che si ingozza fino a farsi scoppiare il tubo digerente sembra peraltro divulgato da chi non lo ama e vuole ostacolare la sua messa in libertà, mentre la dichiarazione sulla già ottenuta libertà sembra fare da scorciatoia a una novella che è lieta per alcuni e amara per altri.
Ma è importante sapere: così almeno smetteremo di arrabbiarci con i francesi che hanno favorito la fuga dell'ex rivoluzionario Cesare Battisti il quale, come Sofri, scrive libri e guai a chi lo tocca. Genération Battisti è il titolo di un bel libro che illustra questa sindrome francese: libri e articoli in cambio di impunità, ai ceppi gli analfabeti.
In Italia sia la sinistra sia la destra sono spaccate perché nessuno sa più che cosa fare, quando invece è chiarissimo: basta seguire la legge.

E invece Alleanza nazionale si rimette a Ciampi, Forza Italia resta in bilico, mentre soltanto la Lega è contro, così come a sinistra è contro Antonio Di Pietro. Allora viene da chiedersi: ma davvero siamo dei forcaioli reazionari noi che riteniamo giusto che Sofri sconti una pena certificata in tutti i gradi di giudizio da giudici non di parte? Nessun accanimento persecutorio, ma mi permetto di ricordare che se Sofri è in malattia, Luigi Calabresi è sotto terra, e non soltanto perché gli hanno sparato, ma perché gli slogan di Lotta continua lo hanno ucciso prima delle pallottole nella sacralità della persona facendo di lui, uomo mite e non violento, il mostro cui dare la caccia fino alla morte.


Se perdono ha da esserci per Sofri, dunque, che almeno ci sia perdono anche per tutti i detenuti che non scrivono libri e che conoscono bene il bugliolo e male il fax.
di
Paolo Guzzanti
In effetti la legge deve essere uguale per tutti

Edited by verbenasapiens - 17/12/2005, 18:02
 
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