Il sofà delle muse

Sanremo, la Procura riapre il 'caso Tenco'

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Pontormo
view post Posted on 12/12/2005, 16:50




ADN Kronos - Lun 12 Dic, 13:33

Imperia, 12 dic (Adnkronos) - A 38 anni dalla sua morte si riapre il 'caso Tenco'. La salma del cantautore, morto la notte del 27 gennaio 1967 durante il festival di Sanremo, verra' riesumata.

Il caso era stato considerato suicidio, ma dubbi sulla sua morte circolavano da tempo. La Procura di Sanremo ha deciso ora di fare definitivamente luce sulla vicenda. Le indagini erano state condotte a suo tempo da Arrigo Molinari, l'ex vicequestore assassinato questa estate ad Andora. Gli accertamenti dovrebbero avere inizio subito dopo le feste. Luigi Tenco si suicido' con un colpo di pistola alla testa nella notte tra il 26 ed il 27 gennaio del 1967, dopo essere stato eliminato da Sanremo con il suo brano 'Ciao amore ciao'. Il suo corpo venne trovato nella camera dell'Hotel Savoy dove alloggiava. In un biglietto, apparentemente scritto prima di uccidersi, Tenco lamentava un'incomprensione della giuria che bocciava la sua canzone per promuovere brani come ''Io, tu e le rose''
http://it.news.yahoo.com/12122005/201/sanr...caso-tenco.html
Perchè? E perchè dopo tanti anni?Ci sono prove , indizi forti che non è stato un suicidio?
 
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Pontormo
view post Posted on 12/12/2005, 19:58




L'annuncio del procuratore di Sanremo, Mariano Gagliano «La salma di Tenco sarà riesumata»
Riaperto il caso del cantautore genovese suicidatosi con un colpo di pistola alla tempia durante il Festival del 1967
SANREMO - Dopo quasi quarant'anni si torna a parlare della morte di Luigi Tenco. Il procuratore della repubblica di Sanremo, Mariano Gagliano ha disposto la riapertura del caso. Il magistrato ligure ha annunciato che verrà riesumata la salma del cantautore genovese suicidatosi con un colpo di pistola alla tempia nel 1967 in un camera dell' hotel Savoy, durante il Festival della canzone.
IL CASO - La riesumazione della salma di Tenco, sepolto nel cimitero di Ricaldone, sarà finalizzata - ha spiegato il magistrato - ad un esame autoptico e balistico per rispondere una volta per tutte ad alcuni interrogativi che circondano la vicenda. Erano stati alcuni giornalisti nel 2003, Aldo Fegatelli Colonna, Marco Buttazzi e Andrea Pomati per la precisione, a presentare un esposto denuncia dopo aver svolto varie ricerche di archivio.
Il procuratore ha sottolineato che la decisione di riaprire il caso riguarda la frettolosità e l'incompletezza dell'indagine che venne svolta a suo tempo dalla polizia, guidata all'epoca a Sanremo dal commissario Arrigo Molinari. Questi è morto alcuni mesi fa, ucciso da un rapinatore della sua abitazione di Andora.
IL PROIETTILE DA ESTRARRE - Tra le altre cose verrà estratto il proiettile che non fu mai rimosso tramite autopsia; bisognerà studiare il foro d'ingresso dello proiettile, il calibro della pistola utilizzata da Tenco (l'arma sarebbe oggi ancora in possesso della famiglia del cantautore) e risolvere altri quesiti di ordine balistico. Gagliano ha anche reso noto di aver ritrovato il fascicolo originale, contenente poche pagine e fotografie, redatto all'epoca del suicidio. Il procuratore di Sanremo ha poi chiarito che la riapertura del caso non dovrebbe comportare rivelazioni clamorose, ma soltanto rimettere a posto alcuni tasselli mancanti.
Lo stesso Molinari, citato da Gagliano, sosteneva che «sulla morte di Tenco e su tutto quello che è accaduto nelle ore successive alla scoperta del suo cadavere, non è stata ancora scritta tutta la verità». Fu lui, Molinari, da vicedirigente del commissariato di polizia di Sanremo, a precipitarsi, verso le tre del mattino del 27 gennaio 1967, in pieno Festival, nella stanza 219 dell'hotel Savoy, dove il cantautore, steso sul pavimento con una pistola accanto, era senza vita.
LA MORTE - Nel 1967, Tenco si presentò al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, ma non fu ammessa alla serata finale del Festival, classificandosi al dodicesimo posto nel voto popolare. Fallito anche il ripescaggio, dove gli fu preferita la canzone la Rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco fu preso dallo sconforto. Anche per la fine della sua relazione con la cantante Dalida. Nella stanza in cui si sparò alla testa venne trovato un biglietto scritto a macchina con il seguente testo: Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach.../12/tenco.shtml
Certo che è assurdo che non si sia fatto un reale controllo se quello di Tenco fosse stato un suicio o no? Possibile che non sia stata fatta l'autopsia e nemmeno il proiettile sia stato recuperato per suffragare una data ipotesi?
Mah...Nel link c'è pure un commento di Fegiz
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verbenasapiens
view post Posted on 12/12/2005, 20:33




Sanremo, sarà riaperto il caso Tenco
Il delitto passionale tra le ipotesi
La magistratura ha stabilito anche la riesumazione della salma


Luigi Tenco
SANREMO - Il caso Tenco sarà riaperto. Lo ha annunciato stamani il procuratore della Repubblica di Sanremo, Mariano Gagliano. Sarà anche riesumata la salma del cantautore genovese suicidatosi con un colpo di pistola alla tempia nel 1967 in una camera dell'Hotel Savoy di Sanremo, durante il Festival.

Gagliano ha sottolineato che la decisione di riaprire il caso riguarda la frettolosità e l'incompletezza dell'indagine che venne svolta a suo tempo dalla polizia, guidata all'epoca a Sanremo dal commissario Arrigo Molinari. Questi è morto alcuni mesi fa, ucciso da un rapinatore della sua abitazione di Andora. Tra le altre cose verrà estratto il proiettile che non fu mai rimosso dal corpo di Tenco: saranno studiati il foro d'ingresso del proiettile e il calibro della pistola utilizzata da Tenco (l'arma sarebbe oggi ancora in possesso della famiglia del cantautore) e si cercherà di risolvere altri quesiti di ordine balistico.

L'inchiesta ufficiale all'epoca dei fatti era stata chiusa nel giro di poche ore. A scoprire il cadavere di Tenco era stata Dalida, sua partner nell'esibizione all'Ariston. Quella stessa sera la giuria del Festival aveva bocciato la loro "Ciao, amore ciao". Una scelta che aveva profondamente offeso il cantautore. Dalida, preoccupata per non essere più riuscita a mettersi in contatto con Tenco dopo un violento litigio telefonico, andò a bussare alla stanza numero 219 versò le 2,30 della notte. Il cantautore era a terra, senza vita.

In camera Tenco aveva lasciato un biglietto: "Io ho voluto bene al pubblico e gli ho dedicato cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda in finale Io, tu e le rose e una commissione che segnala La rivoluzione".

Tutto sembrava fin troppo chiaro, ma nel corso degli anni sono affiorati invece molti dubbi e molte ricostruzioni alternative a quella ufficiale. La magistratura aveva ripreso in mano il fascicolo Tenco una prima volta nel 2003, in seguito alla pubblicazione del libro del giornalista Aldo Colonna "Luigi Tenco, vita breve e morte di un genio musicale". Nel volume l'autore riproponeva tutti i dubbi avanzando la tesi di un omicidio forse per rapina o forse per gelosia. Tra gli indizi portati a sostegno della sua ricostruzione, Colonna segnalava la lunga telefonata di Tenco con Valeria, suo vero amore, proprio dopo l'eliminazione dal Festival. E' con lei che il cantautore si sarebbe sfogato, in più di mezz'ora di colloquio, e sarebbe stata lei a confortarlo.

Altri dubbi emergono poi dalle foto della polizia scientifica. Gli scatti evidenziano infatti perplessità, sulla posizione in cui si trovava il corpo di Tenco, quando lo scoprì Dalida. La tesi dell'omicidio per rapina avrebbe anche un movente: nella stanza numero 219 non c'è denaro contante, solo un assegno. Eppure, la sera prima di morire Tenco aveva vinto al Casinò sei milioni di lire di allora.

Ad alimentare i sospetti anche il fatto che Tenco aveva comperato una pistola, una Walter Ppk calibro 7,65, ma nelle sue mani, quella notte, fu trovata una calibro 22. Un'arma compatibile con la tesi del delitto passionale, visto che il marito di Dalida si toglierà la vita qualche anno dopo, proprio con una Walter Ppk, 7,65.

Il procuratore di Sanremo ha comunque chiarito che la riapertura del caso non dovrebbe comportare rivelazioni clamorose, ma soltanto rimettere a posto alcuni tasselli mancanti.

http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/sp...luigitenco.html
immagino, la tesi del suicidio era quella più comoda in un'epoca bigotta al massimo
 
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Rachael
view post Posted on 12/12/2005, 22:26




Ma...é passato troppo tempo per riuscire a scoprire la verità. Mi sa tanto della solita trovata per mettersi in mostra.
 
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*PalladeAthena
view post Posted on 13/12/2005, 20:40




Necrogiudici(ilgiornale)
di MARIO CERVI -Udite udite, si riapre il caso Tenco, e viene prontamente prevista una riesumazione del corpo sepolto tanti anni or sono, nel gennaio del 1967 per la precisione. Gli amanti del filone necroscopico, imperversante anche nella realtà italiana oltre che nella letteratura gialla di ampio consumo, ne saranno senza dubbio deliziati. Queste inchieste a scoppio ritardato, disseminate nella cronaca giudiziaria come lo sono, qua e là per la penisola, gli ordigni bellici della seconda guerra mondiale, schiudono le porte ad infiniti esercizi di dietrologia investigativa e ad infinite ipotesi criminal-poliziesche.

Ciò che a prima vista era apparso semplice fino alla banalità viene sdegnosamente accantonato: perché, si afferma con nobile slancio, bisogna conoscere la verità. Ma la verità vera, non quella sempliciotta buttata lì, qualche decennio fa, da inquirenti pronti ad abboccare all'amo dell'ovvio. La verità è difficile, già Ponzio Pilato aveva ammonito: «Quid est veritas?». Bisogna cercarla.
Ci si era fermati all'idea, davvero deludente, che Tenco - amareggiato tra l'altro per la bocciatura d'una sua canzone - si fosse tolta la vita con un colpo di pistola.

Ma adesso la legge, troppo a lungo inerte, è partita alla riscossa. L'indagine fu frettolosa e incompiuta, ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Sanremo, Mariano Gagliano. Se non di suicidio ma di omicidio s'è trattato, gli scenari percorribili sono tutti allettanti per chi predilige le trame tenebrose. Chi ha sparato? Una donna, magari famosa, per passione amorosa? Un rivale, per odio concorrenziale? Un sabotatore che voleva affossare il Festival? Un moralista ostile ai cantautori? Sicari prezzolati da Castrocaro?

Vedremo. «Finalmente una decisione - questa di avviare una nuova inchiesta, di riesumare i resti del cantante, di sottoporre a perizia il proiettile che l'ha ucciso - da Paese normale». L'ha detto il giornalista Marcello Giannotti che, essendo autore della «Enciclopedia di Sanremo» e di «Fermate quel Festival» vanta una competenza specifica alla quale m'inchino. Ma la mia valutazione sull'opportunità di riavviare una procedura giudiziaria è opposta alla sua. La decisione è da Paese anormale.

O meglio da Paese dove purtroppo la consuetudine di praticare l'archeologia giudiziaria è potente, anzi dominante.
Polemisti e sensazionalisti non hanno ancora mollato né il caso Mattei né il caso Moro, di Anna Maria Franzoni si parlerà ancora, immagino, verso la metà del ventunesimo secolo. Gli eventi giudiziari clamorosi s'inabissano e poi riaffiorano, a distanza di lustri, come fiumi carsici. Non manca mai la rivelazione del supertestimone di turno. Il che è già abbastanza sconcertante, ma potrebbe essere - pur con qualche difficoltà - tollerato se la giustizia italiana avesse tempo da perdere, e potesse dunque dedicarsi senza rimorso a qualche futilità di larga eco popolare.
Purtroppo queste escursioni frivole non sono adatte - almeno secondo me - a una giustizia che non riesce ad assolvere i suoi compiti primari, che fa tardare anni e anni sentenze dalle quali dipende la sorte o la serenità di individui e di famiglie. Per una giustizia che annaspa tra le sabbie mobili di rinvii a ripetizione e di prescrizioni incombenti il «quarant'anni dopo» del caso Tenco è un lusso e uno sfizio magari comprensibile - per motivi di risonanza mediatica - ma non lodevole.

Posso sbagliare, intendiamoci. E sicuramente il mio parere sembrerà eccentrico a quanti sulla riapertura del caso Tenco si butteranno vogliosi, invocando «vogliamo la verità». Resto scettico. Perché, oltretutto, questo frugare e rifrugare, con grandi costi e grande fatica, in vecchi polverosi fascicoli e in consumati resti umani la verità non la porta. Di solito lascia campati in aria tutti i dubbi e sostanzialmente intatta la banale verità iniziale.

http://www.legnostorto.it/legnostorto/stat..._2005_4529.aspx
Evidentemente in Liguria non possono avere altroa visibilità..possibile che Berlusconi a Portofino non abbai neanche stuprato una vecchietta centenaria?Impossibile
 
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*Ishtar*
view post Posted on 14/12/2005, 20:33




Cui prodest? ohmy.gif
 
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Rachael
view post Posted on 15/12/2005, 21:29




Sicuramente al magistrato che é finito in tv...
 
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6 replies since 12/12/2005, 16:50   91 views
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