Ecce bombo", semanticamente, non vuol dire un tubo. Era sproloquio in 16mm, nonsense, un pernacchio ad uso della critica cinematografica che non capiva ma - diomio- gridava al capolavoro. Eppure nel ' 78 il film- culto di Nanni Moretti sulle disillusioni di una generazione ( la sua), innescò una rivoluzione sfiancante e silenziosa. Molto sfiancante e molto silenziosa. Al punto che nella rimpatriata dell'altra sera al teatro Belli inTrastevere, dopo 27 anni, tra i reduci del film ( in sala 200 persone che si sbellicavano nella nostalgia),
mancava proprio Moretti.
Eppure c'erano tutti. Piero Galletti e Giorgio Viterbo, oggi dirigente Rai e informatico; e il bibliotecario Vincenzo Vitobello; e Paolo Zaccagnini, del Messagero che faceva il cazzuto parastatale con la mania del rock. C'erano tutti: l'amico Etiope, gli studenti che scambiano i presidenti della Repubblica per l'Inter anni 70, il fantasma del " poeta contemporaneo Alvaro Rissa" evocato nella scena della commissione d'esame. Tutti i compagni. Tutti tranne Nanni. Il quale Nanni, nel romanzo del " come eravamo", era lo spettro, l'imputato in contumacia che ha lasciato in piedi le domande senza neppure tentare ( come fecero molti della sua generazione da Lotta continua in poi) di cambiare le risposte;
Nanni non c'era perchè " vedeva gente, faceva cose" e aveva un film da restaurare e una scenografia da allestire.
Ma, di fatto, l'ex autarchico Michele Apicella ha trattato la sua vecchia ghenga di barricaderi come una colf a cui si dà gli otto giorni.
C'era finalmente da fare qualcosa di sinistra, e lui ha girato la telecamera dall'altra parte. Oggi, nel trambusto dei celentanismi televisivi, di questo ripudio delle radici anarcoidi s'è accorto solo " Il Riformista"( con Tommaso Labate),
il quale ha registrato il voltaspalle di Moretti come un tradimento, l'ennesimo segnale di una parte politica in bilico sulle proprie ideologie. In realtà, in tempi normali, questo distacco morettiano, questo sfilarsi dalla lotta, avrebbe infuocato il dibattito, perché
« Nanni, in fondo, non è mai stato di sinistra » ha raccontato Piero Galletti - nel film era Goffredo lo studente sessantottardo - « una notte per liberare un set dalle prostituite chiamò la polizia, come ora fa Cofferati... » ( dall'entourage del regista ribattono: « un complimento » ) . « Magari nessuno di noi l'aveva invitato; non è poi così importante, quando la politica oggi si riduce a Celentano, in questo ha ragione Feltri ... » commenta Zaccagnini « Moretti come Cofferati? Boh. Cofferati fa una battaglia politica: è come mescolare la besciabella con la schiuma da barba, sempre crema, che c'entrano?...
Certo, la politica di oggi è più misera e Nanni odia la folla, infatti avete notato che non fa più manco i girotondi? » . L'hanno notato. In molti. Come hanno notato che dopo le Primarie, svolta prodiana, il morettismo è scivolato dal " J'accuse" di piazza Navona nel silenzio di chi non ha capito cosa gli sta accadendo intorno. E, per una volta- magia del cinema- Nanni vive lo stesso spaesamento che ghermisce i fruitori dei suoi film. Francesco Specchia
Il girotondino Nanni odia la folla, "é così poco snob mischiarsi alla plebe"
Sti' sinistri, ma che ce ne fosse uno, che sia uno sporco opportunista