Il sofà delle muse

Moralisti un tanto all’ora:fate quel che dico ma non quel che faccio

« Older   Newer »
  Share  
Rachael
view post Posted on 23/10/2005, 18:52




Giovedì abbiamo assistito a uno spettacolo in cui il “Molleggiato” ha accusato Silvio il Terribile di imbavagliare la libertà d’espressione, atteggiandosi a campione della legalità e custode dei diritti del popolo oppresso. Or bene andiamo ad aprire le ante dell’armadio di questo novello Savonarola dell’etere, subito ne salta fuori un bel “cadaverino”: è quello del suo amico e gemello artistico Don Backi. Si quel Don Backi autore dell’Immensità, ma anche di “Pregherò” “Canzone” e “Casa Bianca”, ne ha scritto sia le parole che la musica, ma i diritti d’autore vanno ad altri. Come mai? Il suo grande amico Adriano Celentano gli fece firmare delle carte e anche se tutti sanno che sono sue, carta canta (come si suol dire) e il povero Don Backi si tiene il bel bidone rifilatogli dal predicatore rockettaro.
Dimmi Adriano derubare e tradire un amico è rock?

Don Backi ha conosciuto Celentano nel 1962, per entrare a far parte del suo gruppo gli inviò un 45 giri intitolato “La ballata di Frankie Ballan” e guarda caso, assomiglia al cavallo di battaglia “Il ragazzo della via Gluck”, l’inzio è quasi uguale: "Questa è una storia, amici, che vi voglio raccontare. Vi narro di un ragazzo che cercò la felicità"». Così Don Backi entrò a fare parte del Clan…”Eravamo uniti, amici. Però gli affari li faceva lui, capii dopo, che la roba era la sua. In fondo anche noi, ingranaggi della sua macchina per il potere e il denaro. Ma lo sa che mi rifiuto ancora di crederci? Eppure tutto dice così…”.Non sapendo scrivere la musica sul pentagramma, il “Clan” stabilì che la musica la firmasse Detto Mariano trattenendosi il 50 per cento.
Dice Don Backi “Ha sempre rispettato questo patto. Poi però ha smesso e non vuole riconoscermi la paternità delle mie canzoni, lo trovo pazzesco. Andai da Celentano e dissi: non mi sta bene. Lui si ritirò, ma indisse una riunione per il pomeriggio: "D'ora in poi la regola di Miky Del Prete non vale più per Don Backy". Ma non mi fece più scrivere canzoni per lui».

Ci sono anche altri esempi “dell’alto senso morale” di Celebrano
Adriano commissionò a Mario Moletti, un pittore di Milano, la grafica dell'etichetta. I colori, i disegni. Era chiaro che questo contribuiva moltissimo al possibile successo. Era ultra bravo. Celentano con suo fratello gli fece un contratto di esclusiva, il due per cento su ogni disco venduto. Quando si cominciarono a vendere milioni di dischi, Moletti diventò milionario, oggi sarebbe miliardario. Virtuale però». Perché? «Non vide una lira. Eravamo insieme quando si raggiunse il milione di dischi venduti. Lui lo disse davanti a tutti, di quel contratto. Il fratello di Celentano, Sandro: "Ti sbagli". Lui: "Non sono mica scemo". L'appuntamento è per il mattino seguente. "Tu porta il contratto che li paragoniamo", dice Sandro. La sera Moletti telefona ad Adriano e si confida: "Vorrei portare la fotocopia, ma mi vergogno, sembra quasi che non mi fido". E Adriano: "Porta il contratto originale, fidati, tu sei in una botte di ferro". Lo porta. Sandro finge di guardare, e strappa il foglio in mille pezzettini dicendo: "Questo è un preliminare non vale". Dice all'impiegato: "Prepara il contratto per Moletti, e passa domani a ritirarlo". Quello passa. Licenziato in tronco. Chiuso il suo ufficio. Assunto un altro. Moletti non è neanche andato in Tribunale, ma è vivo, l'ha ricordato a Celentano anni fa: "Ti ricordi quando ero in una botte di ferro..."»

Infine la rottura così raccontata da Don Backi: «Mi trattavano come un bischero da spennare. Nel 1966 mi stava scadendo il contratto quinquennale con il Clan. Mi ero scocciato. Dicevano che vendevo pochissimo eppure ero al terzo posto nella Hit Parade. Celentano un milione e io sessantamila. Infine mi danno un foglietto dove si ammette che in effetti, in nero, risultavano diecimila copie in più. E chi ci crede che si fa un nero per così poco? Ma Celentano mi disse che se non rinnovavo il contratto non mi avrebbe fatto andare a cantare a Sanremo "L'immensità"». Come Jaquinta... «E io ho firmato subito. Anche lì mi hanno poi fatto credere avessi venduto solo ottantamila copie. Poi c'è stata l'incredibile storia di "Canzone" e "Casa bianca". Quest'ultima risulta, dal punto di vista dei diritti, di altri, mentre tutti sanno che l'ho scritta io». E Celentano? «Dinanzi alla mia ribellione per punirmi è andato lui a cantare "Canzone" al festival con Milva, scippandomela. Poi scrissi e cantai "Poesia". Mesi in testa alle classifiche. Lì cascò l'asino. Miky Del Prete mi dichiarò che avevo venduto 320 mila dischi. Poi corressero: 120mila. Chiesi spiegazioni ad Adriano. Mi disse: sta' calmo, non ti preoccupare, sistemo. Invece convocò una conferenza stampa dandomi del traditore. Tutto per quattro denari. Perché, mio Dio, perché? Feci causa, alla fine accettai una transazione, mi firmò un assegno in Tribunale. Altre cause ho con chi si è impossessato delle mie canzoni con il beneplacito di Adriano, e non ho pace, quell'uomo me l'ha distrutta».
E meno male che è un paladino degli oppressi…

Il Clan di Celentano ha fatturato l’anno scorso 6,4 milioni di euro, ma è stato un anno fiacco, negli anni buoni 1999 e 2001 i ricavi hanno raggiunto i 20 milioni di euro. Celentano non ricopre alcuna carica nelle sette società di famiglia è infatti la moglie ad occuparsi direttamente degli aspetti economici: una holding, quattro società di produzione (tra musica e tv) e due società immobiliari. Quest’anno sarà un anno buono grazie a Rock-politck e a due nuove serie in preparazione su Rino Gaetano e Albert Einstein.

Penso che lo si possa tranquillamente definire “uno sporco capitalista”, che ha fatto fortuna anche sfruttando gli ingenui come Don Backi. E la sinistra lo porta in palmo di mano.
Allora i capitalisti sono rock? E perché verso Berlusconi un odio così irriducibile? Anche se la sua società da lavoro a migliaia di persone.

Infine andate a chiedere ai Galbiatesi, dove il Molleggiato ha una villa Hollywodiana con parco e piscina faraonici se Celentano è rock? Dubito che vi diranno di si, primo perché se “la tira” molto, secondo perché parecchi fornitori del posto non hanno ancora visto i loro soldi…
Intervista tratta da Libero di oggi
Dati sul giro d’affari della famiglia Celentano tratti dal Sole24 di sabato.

 
Top
Ishtar
view post Posted on 24/10/2005, 06:50




Ma Adriano è il novello Robin Hood ...alla rovescia ruba per donare ai ricchi e cioè a se stesso e alla sua "famiglia" tongue.gif
 
Top
1 replies since 23/10/2005, 18:52   24 views
  Share