Il sofà delle muse

Caucaso: guerriglia attacca Naltchik

« Older   Newer »
  Share  
petrus33
view post Posted on 13/10/2005, 10:39




Fonti governative: «Sette miliziani uccisi».

Ma i morti sarebbro almeno 20

Caucaso: guerriglia attacca Naltchik Scontri a fuoco tra la polizia e un commando di terroristi. Assaltati edifici governativi e l'aeroporto. Paura per una scuola Nalchik


user posted image

NALTCHIK (RUSSIA) - Offensiva in grande stile della guerriglia a Naltchik, capitale della regione Kabardino-Balkaria, una piccola repubblica islamica che si trova sulle pendici settentrionali del Caucaso, nella Russia meridionale. A 150 chilometri a ovest della capitale cecena, Grozny. Secondo una prima ricostruzione, tutto è incominciato all'alba quando alla periferia della cittadina (300 mila abitanti) le forze di polizia hanno «fermato ed eliminato» un commando di «estremisti religiosi wahabiti», secondo la definizione usata dalle agenzie. Non è ancora chiaro se si tratti di terroristi ceceni. A quel punto altri gruppi di rivoltosi, nel tentativo a quanto pare di liberare alcuni compagni tenuti prigionieri nella centrale di polizia, hanno dato l'assalto al commissariato, da dove si è alzato un fumo di incendio, e simultaneamente ad alcuni edifici amministrativi, comprese le sedi locali dei servizi di sicurezza (Fsb) e del ministero degli Interni.

SCONTRI A FUOCO - E' seguita una violenta sparatoria tra guerriglieri e polizia. Secondo le prime notizie, «sette banditi» sarebbero stati uccisi. Addosso ai miliziani sono stati trovati cinque kalashnikov, una ventina di bombe a mano e grandi quantità di munizioni, segno che si preparavano a partecipare all'attacco scatenato in mattinata. Fonti governative fanno sapere ora che «la situazione è ritornata normale ed è sotto il pieno controllo delle forze di sicurezza». A detta del ministero degli Interni «nessun edificio è stato occupato» ma si contano «morti e feriti» tra i poliziotti mentre non è ancora chiaro se ci siano vittime tra i civili. Le stesse fonti hanno smentito in modo categorico che durante la convulsa guerriglia urbana i ribelli abbiano ad un certo punto occupato una scuola della cittadina. Fonti ospedaliere citate da una radio privata russa parlano complessivamente di almeno una ventina di morti e di quaranta feriti.
ATTACCO ALLA FRONTIERA - In simultanea con gli attacchi a Nalcik i guerriglieri hanno attaccato da varie direzioni anche un posto di confine della Kabardino-Balkaria e hanno ferito una guardia. «Gli assalitori sono stati respinti - ha detto un portavoce delle truppe russe di confine all'agenzia Interfax -. È stato sventato il loro piano di occupare quel posto di frontiera».

SCUOLA NEL MIRINO - Nelle prime convulse ore della mattinata si era infatti diffusa la notizia dell'assalto a una scuola che si trova nelle vicinanze del commissariato e che è stata subito evacuata dalla polizia, nel timore di un sequestro analogo a quello del settembre 2004 di Beslan in Ossezia del nord che provocò la morte di 331 persone. Alcuni insegnanti, contattati dalle agenzie, hanno assicurato che i bambini della scuola di Naltchik sono stati messi in salvo.

EVACUATI QUARTIERI - Il centro della cittadina è pattugliato dalla poliziache a mezzo di altoparlanti ha invitato gli abitanti ad evacuare quattro quartieri, ha dichiarato un responsabile dell'amministrazione regionale. Secondo l'agenzia di stampa russa Interfax, l'attacco dei ribelli si è diretto anche contro l'aeroporto cittadino.

LA REGIONE - Il Kabardino-Balkaria, come altre regioni della Russia meridionale, è teatro da alcuni anni di una radicalizzazione dei movimenti islamici che, collegati al conflitto nella vicina Cecenia, colpiscono le forze dell'ordine e l'esercito. Lunedì scorso in una fabbrica abbandonata di Naltchik, la polizia aveva trovato cinquecento chili di esplosivo, lanciagranate e un migliaio di proiettili.

13 ottobre 2005

da corriere.it
 
Top
Ishtar
view post Posted on 14/10/2005, 07:29




Oltre 70 morti nella città di Nalcik. Un centinaio di miliziani assaltano commissariati e aeroporto. Alcuni ostaggi tra i civili

Roberto Fabbri

Sono arrivati come un branco di lupi per seminare la morte e riaccendere la fiamma del terrore islamico nel Caucaso. Un centinaio di guerriglieri che le autorità della Repubblica autonoma russa della Cabardino-Balcaria hanno definito wahabiti (appartenenti quindi alla corrente più virulentemente integralista dell'Islam) hanno dato l'assalto ieri mattina a una serie di obiettivi nella capitale Nalcik, scatenando così una giornata da incubo di sanguinosa guerriglia urbana.
Il bilancio è drammatico e non ancora determinato con sicurezza: in serata si era arrivati a 59 guerriglieri e 13 civili uccisi, un dato comunque provvisorio perché si continuano a scoprire cadaveri. A questi bisogna aggiungere una dozzina di miliziani catturati vivi. Ma al calare della sera la battaglia non era finita: alcuni guerriglieri si sarebbero chiusi in una stazione di polizia con alcuni ostaggi, mentre altri si aggirerebbero ancora in città.
Sulla dinamica della giornata nera di Nalcik - una città con oltre 250mila abitanti ai piedi del monte Elbrus, che con oltre cinquemila metri è la cima più alta del Caucaso - ci sono meno incertezze. Verso le 9 del mattino una quantità impressionante di spari ha terrorizzato gli abitanti della città, presi totalmente di sorpresa. «È scoppiato l'inferno all'improvviso - ha raccontato un uomo che si trovava nella piazza principale - sembrava che sparassero dappertutto». Si è poi capito che i guerriglieri, suddivisi in commando, avevano dato contemporaneamente l'assalto a tre commissariati, alle sedi dell'Fsb (i servizi di sicurezza di Mosca) e del ministero degli Interni, all'aeroporto e a un'armeria.
Le violente sparatorie sono durate per tre lunghissime ore, e le forze dell'ordine hanno progressivamente avuto ragione dei guerriglieri. Ma il tutto si è svolto in un caos completo, con voci contraddittorie che si inseguivano: quella dell'occupazione di una scuola elementare da parte dei “wahabiti”, che ha fatto temere una riedizione dell'incubo di Beslan; quelle sulla presa di ostaggi in un commissariato e poi in un negozio; e quelle diffuse a più riprese sulla fine degli scontri, puntualmente smentite da nuove sparatorie e da un macabro saliscendi nel bilancio di morti e feriti.
Dal Cremlino il presidente Vladimir Putin seguiva minuto per minuto l'evolversi della situazione. La guerriglia cecena segna il suo destino ed è la sua maledizione: nel 2000 era salito al vertice del potere a Mosca promettendo pugno duro contro i separatisti del Caucaso, e da allora ciclicamente costoro si sono incaricati di frustrare le sue ambizioni di mettere sotto controllo la rivolta. Quella di ieri a Nalcik non è stata altro che l'ennesima puntata di una vicenda che il presidente russo vive come un'intollerabile sfida personale. Putin ha ordinato, come in altre occasioni, di usare la forza senza riguardi: completo accerchiamento della città per evitare la fuga dei terroristi e la «liquidazione» di chiunque opponesse resistenza.
Metodi che hanno comunque sortito, in sostanza e nonostante il persistere di focolai di resistenza, il risultato di stroncare l'azione dei guerriglieri islamici, seppure a caro prezzo, considerato tra l'altro che sarebbero una dozzina gli abitanti di Nalcik rimasti uccisi perché si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato
igiornale.it


 
Top
Rachael
view post Posted on 14/10/2005, 17:50




Tentano un'altra Belsan Putin ordina: sterminateli
I militari russi attendevano con il fucile in spalla, pronti a difendere la città di Nalchik e i suoi abitanti dall'assalto dei terroristi islamici. Se non è stata una nuova Beslan è soltanto perché le scuole sono state evacuate. Grazie al piano di emergenza scattato immediatamente e seguito alla perfezione dalle autorità russe, si conterebbero ben 59 terroristi tra i 72 morti della battaglia tra l'apparato di sicurezza russo e lo Yarmuk, il gruppo armato musulmano, emanazione diretta dei separatisti ceceni, creato recentemente nella Repubblica caucasica del Cabardino Balkaria. Anche il loro capo, Anzor Astemirov, sarebbe caduto sotto i colpi dei russi. In città rimanevano nel pomeriggio soltanto 30 combattenti ceceni, dopo la reazione delle forze di polizia che hanno sventato un raid di circa 200 uomini armati, divisi in commando di cinque uomini ognuno, lanciato nella mattinata contro otto obbiettivi distinti, tra cui l'aeroporto e numerosi edifici pubblici e poi rivendicato sul sito kavkazcenter. com. Sgomberate immediatamente le scuole, in particolare la numero 5, che si trova dietro un commissariato di polizia. Un'azione rapidissima che ha permesso, come ha sottolineato il capo di Stato maggiore russo, generale Iuri Baluievski, di evitare che tra le vittime delle sparatorie ci fossero bambini. Tre i civili morti, secondo il ministero della Sanità della Repubblica caucasica, secondo cui i feriti sarebbero in totale 84. Tra le circa 15 perdite nelle file delle forze di sicurezza non si contano militari, ma soltanto poliziotti e uomini dei servizi segreti, tra i quali il capo del servizio stampa del centro antiterrorismo del distretto federale del ministero dell'Interno di Mosca, Tamerlan Kazikhanov. L'agenzia stampa Interfax ha riferito che l'uomo stava andando a piedi in ufficio quando è stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco. Rimangono invece ostaggio dei terroristi alcuni poliziotti sequestrati durante l'irruzione in un commissariato di Nalchik, mentre altri tre ceceni si sarebbero asserragliati in in un negozio di souvenir. Non confermate invece dalle autorità le voci su una ipotetica partecipazione diretta del capo guerrigliero ceceno, Shamil Basaiev ( il mandante di Beslan e del teatro Dubrovka di Mosca), ai fatti di Nalchik. Ma alcuni terroristi prigionieri hanno confessato di far parte della sua organizzazione. Fonti ufficiali riferiscono che per far fronte all'emergenza il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato di circondare la città con mezzi corazzati e autorizzato gli agenti a sparare contro chiunque opponga resistenza. Secondo quanto riferito da una fonte anonima delle forze di sicurezza all'agenzia Ria Novosti, la ragione dell'attacco multiplo sarebbe legata all'arresto, effettuato due giorni fa, di almeno un estremista islamico. Fallito il tentativo di prendere di sorpresa i militari, ora i terroristi islamici vanno incontro alla tremenda vendetta dello " zar". « Il Presidente ha ordinato che nessun combattente possa lasciare la città e che tutti coloro che resisteranno con le armi siano liquidati: l'ordine sarà eseguito » : Vladimir Putin, come ha affermato in conferenza stampa il viceministro degli interni Alexander Cekhalin, vuole trasformare l'attacco della guerriglia cecena alla città caucasica di Nalchik in una lezione esemplare. Il Cremlino non abbandona dunque la linea del pugno di ferro contro il terrorismo. a. m.
 
Top
2 replies since 13/10/2005, 10:39   30 views
  Share