Il sofà delle muse

Le radici dell'odio, davvero ci sono tutte ?

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Ishtar
view post Posted on 11/7/2005, 06:57






L'odio che nessuno vuole vedere (ilgiornale)


Il Giornale, 10 luglio 2005

Mentre il cinico Occidente di «crociati ed ebrei» - al G8 di Gleneagles - decideva di stanziare 50 miliardi di dollari di aiuti in più (si aggiungono ai 79) per soccorrere l'Africa e 3 miliardi di dollari all'anno per i territori palestinesi, alcuni «bravi» figli dell'Islam seminavano strage fra la popolazione civile di Londra. Ai califfi del Terrore, grassi di profitti e speculazioni, non importa un fico secco dei poveri del mondo. Impiegano i loro capitali per massacrare gli innocenti abitanti del perfido Occidente. Il movimento noglobal che aveva duramente manifestato contro il G8, alla vigilia del vertice, aveva una preziosa occasione per dimostrare la sua buona fede: manifestare oggi in difesa di quell'Occidente che - pur con i difetti e gli errori che possiamo imputargli - risponde con la solidarietà alle stragi. Ma dove sono quelle manifestazioni «pro Occidente»?

Anche il loquace popolo dei concerti tace dopo tanta caciara canzonettara. Certo Bob Geldof ha dichiarato che grazie alle decisioni del G8 «10 milioni di bambini africani andranno a scuola e ci si prenderà cura di 5 milioni di orfani: per loro è un grande giorno». Ma dove sono i concerti, le star, gli slogan o le dirette in mondovisione in difesa del nostro mondo, contro le ideologie del Terrore? C'è una parte di Occidente che odia l'Occidente (dove però vive lussuosamente). Mass media, vip e intellettuali hanno imposto l'ideologico teorema per cui l'Occidente «cristiano», o comunque quello non «de sinistra», è sempre e comunque colpevole. Sul quotidiano della Fiat (ovviamente di sinistra e anticlericale) un professore ieri è arrivato a insinuare che le donne nei Paesi arabi vanno verso il progresso mentre da noi scelgono l'oscurantismo.

Lo ha fatto accostando due notizie: nel mese di giugno 2005 in Arabia Saudita anche alle donne è stato permesso guidare un'auto (magari una Fiat: che grande conquista!), mentre «le italiane viceversa rinunziano al referendum e rinunziano perciò al diritto di essere mamme».
Sottolineo quel «viceversa». Ha testualmente scritto che facendo fallire il referendum del 12 giugno (che quel professore e La Stampa avevano propagandato), le donne italiane hanno rinunciato tout court «al diritto di essere mamme». Cosa ne concluderebbe un marziano? Che si sta meglio in Arabia Saudita. Una volta la sinistra era almeno marxiana, oggi è solo marziana. Vive di rancori e autocensure. Come quella che impedisce ai giornali di usare la formula «terrorismo islamico» (ma andate a leggervi il Corano e vedete che trattamento raccomanda per gli «infedeli»). Vive di tic ideologici, come quello che fa scrivere a Gianni Riotta, sul Corriere di ieri, che «in Gran Bretagna un ragazzo musulmano su quattro non ha lavoro» e che dunque in periferia circolano canzoni a favore di Osama: in Gran Bretagna la disoccupazione è ai minimi storici (circa 4 per cento) e milioni di musulmani vi hanno trovato lavoro e benessere, mentre nei loro Paesi di provenienza hanno lasciato disoccupazione e dispotismo. No, alla base del terrorismo non stanno ragioni sociali, ma l'odio teologico. Innanzitutto contro cristiani ed ebrei, come proclama lo stesso Osama. Odio teologico predicato a piene mani.

Se i nostri giornali non vogliono vedere quell'odio è anche perché non l'hanno saputo riconoscere quando ha seminato stragi in Israele (mille morti e settemila feriti) o mentre continua a perpetrare il martirio dei cristiani nei Paesi musulmani (come in quelli comunisti). Non a caso la settimana scorsa tutti i nostri media hanno scandalosamente snobbato la pubblicazione dell'annuale «Rapporto 2005 sulla libertà religiosa nel mondo». Un agghiacciante bollettino di guerra contro i cristiani inermi. Anticristiano e antiebraico non è solo l'Islamismo.
www.antoniosocci.it

da legnostorto

Queste cose ciccillo dovrebbe saperle, ma si sa quando è necessario essere compiacenti lui non guarda in faccia a nessuno, basta vedere la sua presenza ossequiante e da fesso, in tanti blog della parrocchietta
 
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Ishtar
view post Posted on 11/7/2005, 07:48




Per onestà e completezza invito, comunque, a leggere anche questo articolo..

Lo status quo è pericoloso(corrieredellasera)


Dopo il G-8 e l’attacco a Londra

di TOMMASO PADOA-SCHIOPPA

Chiunque abbia osservato alla televisione gli attentati di Londra ha provato grande ammirazione per il popolo e le autorità britanniche: ordine, compostezza, controllo. Proprio lo stesso Paese che nel 1940 aveva preparato la sconfitta di Hitler opponendogli, prima ancora delle armi, il carattere. Era evidente una quasi perfetta preparazione: tutto era pronto per un attentato, anche il modo in cui i mezzi d’informazione avrebbero operato. Bloccato l’accesso all’epicentro della tragedia, telecamere puntate assai più sui soccorsi che sulle vittime, estrema cautela nel conteggio dei morti, visione di feriti sempre già medicati. I terroristi hanno clamorosamente perso la battaglia delle immagini.
Per mostrare panico e cruenza, le televisioni dovevano continuamente ricorrere agli attentati di Madrid del 2004 o a quelli di New York del 2001.

Business as usual , è il bell’elogio della normalità che fa la lingua inglese: «Andiamo avanti come al solito», non cediamo al ricatto dell’emergenza. Tenacia, rifiuto di lasciarsi dirottare dall’imprevisto. Vi è una profonda virtù in quest’essere, come dice Dante, «ben tetragono ai colpi di ventura».
«Andiamo avanti come al solito», però, anche a Gleneagles. E lo sforzo di magnificare i risultati del G8 non è riuscito a nascondere che su Africa, commercio, clima, energia i risultati sono minimi o nulli.
Business as usual qui è segno di miopia, non di tenacia.
Non si poteva forse attendere uno scatto di volontà all’ultima ora, per effetto degli attentati. Il vertice non è più la riunione informale inventata nel 1975 da Giscard d’Estaing e Schmidt: poca televisione, poche persone, vestite da lavoro, senza ordine del giorno, emancipate per qualche ora da apparati e consiglieri. Quella era una piccola barca cui l’equipaggio poteva imprimere un cambio di rotta; questo è un enorme transatlantico guidato da un tetragono pilota automatico, sul quale i cosiddetti potenti della terra viaggiano come passeggeri, in abito di vacanza o di gala.
Non gli attentati terroristici dovrebbero far mutare la rotta dei Paesi ricchi, potenti, prepotenti, inquinatori. Ma un’analisi attenta e spregiudicata dello stato del mondo e dei propri stessi interessi, sì.

L’analisi dice che i temi del vertice erano quelli su cui è a rischio il futuro dell’umanità. Dice che la cifra del regalo all’Africa è modesta e non nuova (i quattro quinti erano stati decisi da tempo). Che cancellare debiti in genere serve a poco e forse nuoce, perché rischia di atrofizzare le capacità produttive dei Paesi poveri e di aggravarne le corrotte amministrazioni. Dice che solo una minore grettezza nel commercio - soprattutto agricolo e tessile - può favorire lo sviluppo dei continenti poveri: sono le spropositate sovvenzioni al cotone americano o alle barbabietole europee che impediscono al contadino africano di esportare cotone e zucchero. Dice che portando il carbonio dal sottosuolo all’atmosfera si cambia il clima e si minaccia la vita sulla terra; l’effetto serra è stato scoperto da più di un secolo.
Africa, commercio, clima: i temi dell’agenda erano quelli giusti. Sono temi centrali anche per la questione dell’odio e della sicurezza nel mondo, terrorismo compreso. Ma su quei temi il progresso da anni è solo millimetrico, mentre l’aggravamento corre.
«Attentano ai nostri valori», «non cambieremo il nostro modo di vivere»: sono le espressioni che ricorrono nel commento dei grandi presenti al G8. Ma forse i valori di libertà e democrazia, beni preziosi non solo «nostri» ma dell’umanità intera, li mette in pericolo proprio la nostra incapacità di cambiare, anche poco, il nostro modo di vivere.
da legnostorto
 
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Rachael
view post Posted on 11/7/2005, 09:53




Ma quante belle parole campate in aria, cambiare per l'Occidente vuol dire fare un passo indietro, rinunciare in parte, tutti a un modello di vita che provoca tanti danni.
Bene chi glielo dice alle popolazioni occidentali che devono ritornare a un modello di vita più semplice? Che devono rinunciare a tante cose, case super-riscaldate e automobili attaccate al sedere, tanto per fare un piccolo esempio...
Questi discorsi mi nauseano perchè sono ipocriti, i primi a scaldarsi tanto per il terzo mondo, sono proprio quelli che poi marciano per "diritti" dei lavoratori, dimenticandosi che nel terzo mondo, non c'è nemmeno il diritto alla vita, e per quella gente avere un livello di vita come quello di un nostro operaio é come vincere il super-enalotto.
Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, e se per il ricco fare un passo indietro comporta pochi sacrifici, per un operaio é un bel salto di qualità assolutamente inaccettabile di questi tempi.
Vuol dire tornare a un modello di vita di 50 anni fa, in cui il ricco girava in macchina e l'operaio in bicicletta, in cui il ricco faceva le vacanze e l'operaio no ecc.
L'Occidente consumistico, affamatore e sperperatore delle riserve mondiali NON é costituito solo dai ricchi, ma da tutti indistintamente, e se qualche piccolo sacrificio ci fa inorridire, quando in un momento di crisi si deve rinunciare a qualcosa, mi domando come reagirebbe la massa a un bel passo indietro...domanda retorica perchè lo so già.
A nessuno frega veramente dei poveri nel mondo, nemmeno a chi si riempe la bocca con parole come solidarietà, cambiamento ecc...

 
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verbenasapiens
view post Posted on 11/7/2005, 18:19




infatti : tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare..
Ma io sono del aprare che è bene ascoltare tutte le campane e non solo quelle che ci sembrano piu' giuste..credo ce sia indice di civiltà e tolleranza...checchè..
 
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3 replies since 11/7/2005, 06:57   30 views
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