Il sofà delle muse

Una donna coraggiosa e tenace, non una quà quà quà..ochetta giulivetta

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Ishtar
view post Posted on 6/6/2005, 18:09






Così ho scovato il video choc di Srebrenica»(Corriere della Sera)

La sociologa serba che dà la caccia ai criminali di guerra. «I reduci si passavano il filmato in segreto».

di Francesco Battistini

Alle telefonate strane, alle ore più strane, Natasha è abituata. Di solito sono insulti, spia americana o puttana musulmana, che lei cancella in un clic. Qualche volta, c'è un respiro silenzioso che fa paura ed è più difficile da zittire. Però, dice Natasha, una voce come quella sera del 2003 non l'aveva mai sentita: «Stavo uscendo dall'ufficio, avevo da fare. Cercai di passare la chiamata ai miei collaboratori. La voce insisteva: niente filtri, o lei o nessuno. Alzai la cornetta. Parlava basso. L'accento era d'un serbo della Croazia. Sono uno degli Scorpioni, mi disse...». Gli Scorpioni! La più feroce, misteriosa, impunita soldataglia serba al servizio di Milosevic, 160 uomini dei servizi segreti che nelle guerre balcaniche fecero quel che nemmeno le terribili Tigri di Arkan osavano... «Rimasi di ghiaccio — racconta Natasha —. Che cosa poteva volere da me, uno Scorpione? La risposta me la diede subito lui: è venuto il momento di dire tutto. La verità gli pesava, aveva visto cose pazzesche e non ce la faceva più a reggerle in testa. Mi tenne un'ora al telefono. E fu quel giorno che me lo confermò: esiste un video sui massacro di Srebrenica».

Due ore d'una videocassetta, girata dieci anni fa, che sembrava sparita nel grande falò dei Balcani: sei bosniaci che scendono dal camion e tremano di terrore, le risate d'un carnefice prima d'uccidere la sua preda («guarda questo, s'è cagato addosso!»), il cameraman che dice al compagni di spicciarsi perché ha poca batteria, le raffiche di mitra alla schiena d'un ragazzino, il pope Gavrilo che benedice gli assassini. C'è una donna, dietro le immagini tremende che mercoledì sono arrivate alla Corte internazionale dell'Aia e hanno scioccato i giudici, la Serbia, il mondo: si chiama Natasha Kandic, ha 57 anni ed è la Simon Wiesenthal di Belgrado, una sociologa serba che faceva la dissidente sotto Tito e dal 1992 dà la caccia ai criminali di guerra serbi. Nel suo Centro per il diritto umanitario, 23 collaboratori, finestre sulla Mekenzieva, la domenica mattina è uno squillare continuo di telefoni. Sugli scaffali, la targa di Time che la include fra le grandi personalità europee 2003, assieme a Beckham e allo chef Oliver. A una parete, i premi del Congresso americano e dell’Ue, vicino all'immagine Bbc che la proclama «combattente per la verità sui crimini di guerra». Natasha, tutta diffidenza e pochi sorrisi, sa che stavolta rischia grosso: «Non sono ancora arrivate minacce. Anzi, molti mi chiamano per raccontare cose che sanno. Ma è solo adesso. Il peggio deve arrivare».

Il peggio nascerà tutto da quel video. La pistola fumante. La prova provata che ad eseguire il più grande massacro in Europa dai tempi del nazismo, 8 mila abitanti di Srebrenica uccisi e ancora sparpagliati nelle fosse comuni, non furono solo i paramilitari fuori controllo di Mladic — come tentano di far credere Milosevic, al processo dell'Aia, e i nazionalisti ancora potenti in Serbia —, ma agenti che dipendevano dal ministero dell'Interno di Belgrado. Stavolta, caso unico, la polizia è andata ad arrestare i protagonisti del video e il governo ha condannato: “Però liquidano già la faccenda come un incidente – dice Natasha - . L’omertà continua. Il Parlamento non vota un documento che condanni il massacro. E venersì, a inaugurare la prima mostra fotografica su Srebrenica, non verrà nessun politico. Kostunica, il premier, ha la scusa d’essere in Italia a incontrare Berlusconi…”.

Erano tre anni che Natasha inseguiva quelle scene horror: “La prima volta ne sentii parlare nel 2002. Sapevo che erano circolate almeno venti copie, l’aveva detto un paramilitare al processo per una strage d’albanesi: i reduci se le passavano in gran segreto, come un film porno da guardare nelle cene fra amici. La telefonata di quella sera mi ha messo sulla pista giusta. E’ saltato fuori che gli Scorpioni, noti per gli stupri del ’91 in Slavonia, aveva una base a Trnovo, 150 chilometri da Srebrenica. Nel luglio ’95 avevano ricevuto l’ordine d’una “operazione simultanea” da svolgere assieme a Mladic: in poche parole di partecipare al massacro. Il capo del gruppo era Slobodan Medic, il cameraman un certo Bugar. Ho trovato Bugar. Era terrorizzato. Mi ha detto subito che Medic, furioso, dieci giorni dopo la strage l’aveva obbligato a bruciore tutte le videocassette. C’è stata una lunga trattativa. Alla fine, sono usciti diversi video. «Questo è il più crudo, gli altri li hanno un magistrato di Belgrado e il procuratore Carla Del Ponte. Verranno mostrati all'Aia. E' materiale senza scusanti: prima dell'11 luglio, il decennale di Srebrenica, bisogna catturare tutti i criminali ancora liberi. Mladic è in Serbia, coperto dal governo serbo. Karadzic è nell'enclave serba di Bosnia ed è chiaro che lì, a proteggerlo, è anche qualcuno della Nato che non lo vuole al processo». L'Italia sta assumendo il comando in Bosnia... «L'Italia può fare molto, in questa storia».

Da tredici anni, Natasha Kandic fa molto e non riceve nulla, minacce a parte. Una volta è stata picchiata in piazza della Repubblica, Belgrado centro, senza che i passanti muovessero un dito. A un convegno in università dove i nazionalisti esaltavano l'11 luglio «giorno della liberazione di Srebrenica», ha rischiato il linciaggio. Sui muri, sui giornali, nelle telefonate anonime la insultano «serva di Soros», il miliardario ungherese che nella vulgata balcanica è un uomo della Cia. Natasha ha mandato suo figlio Stefan a fare il cartoonist in America e alza le spalle: “Mi chiamano sempre traditrice, anche se io documento tutto: i crimini sui croati e sui musulmani, sugli albanesi e sui Rom, sui serbi del Kosovo e su quelli di Croazia... Possono ammazzare me, non possono distruggere le mie prove". Quando chiuderà i conti, coi criminali di guerra? “Ce ne sono in giro troppi. Questo lavoro non lo finiro mai”.
da legnostorto

Un donna con cuore e dotata di coraggio e cervello..ovviamente Scomoda..
 
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