Il sofà delle muse

ROBOT: PRIMO FETO-AUTOMA AIUTA A STUDIARE SVILUPPO UMANO

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petrus33
view post Posted on 10/4/2007, 18:23




ROMA - Un mini-robot che imita i movimenti del feto umano, una lampreda artificiale che nuota e salta fuori dall'acqua, robot che aiutano a capire come funzionano i cosiddetti neuroni-specchio alla base della capacità di entrare in sintonia con gli altri, fino alla mano artificiale percepita come propria perché è controllata direttamente dal cervello: così robotica e neuroscienze si avvicinano per aiutare capire come funziona il cervello umano e per trovare nuove armi al servizio della salute. I prototipi di queste macchine sono a Roma, nella Conferenza Internazionale di Robotica e Automazione (Icra) che si apre oggi. Organizzata dalla Società internazionale di robotica e automazione (Ieee) e in programma fino a venerdì 14 aprile, la Conferenza presenta le ricerche più avanzate in ogni settore della robotica.

La neuro-robotica è fra i settori più innovativi e il suo obiettivo è "capire come funziona il cervello umano costruendo cervelli artificiali", ha osservato uno dei massimi esperti internazionali del settore, Paolo Dario, della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, e uno degli organizzatori della conferenza con Alessandro De Luca, dell' università di Roma La Sapienza, e con Bruno Siciliano, dell' università Federico II di Napoli, presidente eletto della Ieee. Il feto-robot è stato costruito in Giappone, dal gruppo di Yasuo Kuniyoshi, dell'università di Tokyo. E' un piccolo robot dall'aspetto umanoide, a metà tra un feto e un neonato. Per ora non viene sperimentato in acqua. La simulazione completa del movimento di un feto nel liquido amniotico è stata invece ottenuta al computer e presentata oggi a Roma, dallo stesso gruppo giapponese. "L'obiettivo - ha osservato Dario - è studiare come si sviluppa la capacità del feto di controllare i movimenti". In questo modo, ha aggiunto, i ricercatori hanno a disposizione un modello efficiente per studiare un comportamento complesso senza dover ricorrere a modelli animali. Un altro robot messo a punto in Italia viene utilizzato per studiare come funzionano i cosiddetti neuroni-specchio, identificati negli anni '90 dall'italiano Giacomo Rizzolatti, dell'università di Parma.
Lo ha costruito il gruppo di Giulio Sandini, del dipartimento di Informatica dell'università di Genova, uno dei "padri" del RobotCub, il cucciolo androide dall'aspetto di un bambino di tre anni che l'università di Genova sta sviluppando con un gruppo di università europee e con l'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit). Altri robot aiutano a studiare l'evoluzione del movimento imitando organismi primitivi: dopo il robot-salamandra costruito con il Politecnico di Losanna, il gruppo di Dario progetta un robot-lampreda: "permette di capire come il cervello di organismi semplici controlla i movimenti tridimensionali nell'acqua o i salti come quelli dei salmoni". Per Paolo Dario non ci sono dubbi che "la neuro-robotica stia avendo un'accelerazione impressionante. Per decenni le neuroscienze e la robotica si sono evolute in modo indipendente, ma negli ultimi anni si sono incontrate e ora stanno affrontando problematiche comuni". Da un lato, ha aggiunto, le neuroscienze si propongono di capire come funziona il cervello umano e dall'altro i robot diventano sempre più importanti per capire come funziona il cervello. Conoscenza, ma non solo: sono tante le applicazioni al servizio della salute. Tra le ultime arrivate, la mano artificiale messa a punto dal gruppo di Maria Chiara Carrozza, della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. La novità è nel fatto che la mano è comandata direttamente dal cervello attraverso le terminazioni nervose e viene così percepita come parte integrante dell'organismo.
da ansa.it
 
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antoine doinel
view post Posted on 14/4/2007, 19:28




affascinante tutta quesat tecnologia, magari si capirà che un feto o un embrione sentono dolore, gioia, ridono..
 
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1 replies since 10/4/2007, 18:23   1360 views
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