Il sofà delle muse

"Dal premier polemica arcaica pensi alle priorità del Paese"

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petrus33
view post Posted on 8/4/2007, 11:47




Montezemolo replica all'intervento di Prodi sul capitalismo
"La ripresa è merito degli imprenditori"

"Il nostro impegno in un'Italia poco attenta alle ragioni della crescita
Telecom è un'operazione di mercato e le regole vanno sempre rispettate"
"Sa cosa le dico? Preferisco non intervenire in quello che mi sembra un dibattito pasquale e un po' arcaico". Il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, vorrebbe tirarsi fuori. Non gli piace la piega che sta prendendo la discussione intorno al caso-Telecom. Perché non pensava che alla fine sul banco degli imputati finisse il sistema delle imprese. Ma ora spetta a lui difenderlo, se non altro per ragioni d'ufficio. Il silenzio sarebbe acquiescente, o quasi.
Montezemolo è in vacanza a Bangkok. Ha letto, non senza qualche stupore, la conversazione di Romano Prodi con il Sole 24 Ore. Ha detto il premier: "Che bel capitalismo, complimenti! E dicono ancora: è il mercato, bellezza! Ma c'è da morir dal ridere...È tutta una corsa a chiedere protezioni e favori". E poi, sempre il presidente del Consiglio: "Una volta c'era la foresta pietrificata delle banche, oggi c'è il bosco poco folto degli attori industriali". Non certo una carezza a chi rivendica il merito pressoché esclusivo della ripresa economica in atto "nonostante la politica", come è emerso polemicamente dal convegno della Piccola Industria della scorsa settimana a Genova, in un mix di spirito anti-governativo e di orgoglio identitario da parte delle migliaia di piccoli imprenditori così lontani e diversi da chi siede nel "salotto buono" della finanza. Sa anche Montezemolo che il nostro è un capitalismo dal volto "opaco", per dirla - non a caso - con Guido Rossi. Troppi i patti di sindacato, troppe le scatole cinesi, troppe le resistenze delle proprietà (spesso famigliari) a cedere poteri ai manager capaci. L'ha detto anche Montezemolo più di una volta. Ma questo è un pezzo della storia. Perché il rischio che la più grande azienda italiana di telecomunicazioni, con i suoi 85 mila dipendenti e il suo enorme potenziale di ricerca e innovazione, finisca in mani straniere rappresenta, semmai, una sconfitta per l'intero sistema-Paese. "È il sistema Italia a non uscire bene", ha dichiarato solo qualche giorno fa. E sta qui una delle ragioni per cui il presidente della Confindustria e della Fiat considera "arcaico" il dibattito. Perché non ci si può dividere in buoni e cattivi, in fautori della rete pubblica o italiana; o, ancora, apprezzare il mercato solo "quando fa piacere", come nel caso dell'Enel che sta conquistando la spagnola Endesa o quando Eni e Enel strappano in tandem importanti asset energetici nella Russia di Putin. Prodi - ragionano in Confindustria - non può fare come il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha parlato di "fallimento delle imprese italiane". Non è facile "benaltrismo", ma "evidentemente il sistema Paese è una realtà molto più complessa".

"Piuttosto - dice ancora Montezemolo da Bangkok - vorrei ricordare le azioni e i richiami che noi della Confindustria abbiamo fatto a proposito del contesto nel quale si trovano a operare le imprese italiane. Quelle imprese, piccole, medie e grandi, protagoniste della ripresa". Insomma - per rispondere al premier - non è vero che non ci sono "gli attori industriali". Ci sono, eccome, ma operano in un quadro non favorevole e in un clima politico talvolta anche ostile con marcate venature anti-capitaliste. C'è un drammatico deficit infrastrutturale, una burocrazia asfissiante, un iter giudiziario interminabile, un fisco che dal prossimo anno sarà il più pesante d'Europa dopo la salature cura Merkel in Germania. "Per questo - aggiunge il presidente della Confindustria - c'è da chiedersi quale sarebbe la situazione senza l'impegno del sistema industriale in un Paese spesso poco attento alle ragioni della crescita".
Montezemolo non vuole entrare nel merito dell'affaire Telecom. Ma certo considera, come Prodi, improponibile un intervento del governo perché basta l'esempio dell'Alitalia per dimostrare quanto male abbia fatto all'economia la lunga stagione dello Stato-imprenditore. Ripete che le scelte di Tronchetti non si commentano. Richiama la sua dichiarazione di alcuni giorni fa: "Siamo di fronte ad un'operazione di mercato con aziende industriali e le regole del mercato devono essere sempre il nostro punto di riferimento". Dalla Thailandia non vuole aggiungere altro: "Non lo reputo necessario in questa fase". Il che fa pensare che il match possa non chiudersi qui.
Va detto che Marco Tronchetti Provera fa anche parte del comitato di presidenza di Viale dell'Astronomia, è uno dei vice di Montezemolo. Giovedì non ha partecipato, come accade ormai da tempo, alla riunione prima della pausa pasquale. Si doveva parlare soprattutto della convention genovese, fare un bilancio, ma nello scorcio dell'appuntamento
Montezemolo ha chiesto al vertice confindustriale se c'erano obiezioni sulla sua dichiarazione pro-mercato nella vicenda Telecom. Tutti d'accordo, a cominciare da Pasquale Pistorio, presidente in pectore per la nuova transizione del gruppo telefonico. Tronchetti non può non aver apprezzato, ma nei giorni precedenti aveva notato, dopo l'annuncio delle trattative in esclusiva con gli americani di At&t e i messicani di America Movil, il silenzio di Montezemolo mentre cresceva la bagarre politica.
Per la nuova Telecom, si dice che Montezemolo guardi con favore all'iniziativa presa dall'amministratore delegato di IntesaSanpaolo, Corrado Passera, per una soluzione di sistema. E se fosse la stessa che immagina anche il premier Romano Prodi?
di Roberto Mania da repubblica.it

mah io mica mi fido di Montezemolo!Ha avuto meno di quello che voleva dopo il suo appoggio a Prodi?E che vuole?COLPA SUA.. :blink:
 
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0 replies since 8/4/2007, 11:47   37 views
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