Il sofà delle muse

Il Cav. si fa desiderare (in stile Avvocato)

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salvatores
view post Posted on 4/4/2007, 18:21




Adesso Mediaset sta alla finestra. E Fassino dice che può fare un’offerta

Roma. Al Cav. fa comodo aspettare, fingere disinteresse, evocare la dura legge del mercato, guardare alla rincorsa per il possesso di Telecom come a un lontano gioco di società. Il massimo che può concedere, Berlusconi lo concentra nell’elogio dell’abilità con la quale Marco Tronchetti Provera si disimpegna dai creditori offrendo la propria azienda ai ricchi americani (At&t) e messicani (America Movil). Perché ora l’agenda personale berlusconiana è occupata dalla legge elettorale, dal restauro della Cdl e dalla necessità di telefonare all’ex direttore generale della Rai, Alfredo Meocci (Udc), per trovare un compromesso che non scontenti la Lega in vista delle comunali veronesi. Il tempo libero lo riempiono il Milan, la famiglia, il giardino di Arcore e il gusto amaro di sfogliare sondaggi elettorali favorevoli ma inattuali. Eppure il Cav. è distante solo in apparenza dagli affari di bottega, è sopra le parti come amava mostrarsi l’avvocato Agnelli, e infatti resta presente nella grande partita finanziaria del momento. Senza esporsi in prima persona e senza rinnegare l’interesse di Mediaset per Telecom formalizzato in più occasioni da Fedele Confalonieri. Il gruppo di amici berlusconiani che incrocia i grandi porti della finanza dentro le acque di Mediobanca, i francesi di Tarek Ben Ammar e i più consanguinei banchieri come Ennio Doris (Mediolanum) credono da tempo che sia una buona soluzione industriale, per Mediaset, convergere nella telefonia. Ma occorre un clima politico adeguato. Non bastano gli incoraggiamenti dei dalemiani e le parole dolci di Paolo Gentiloni, che pure consentono a Maurizio Gasparri d’ironizzare (neanche troppo): “Ora è meglio Berlusconi che gli americani per comprare Telecom, però la legge impedisce a Mediaset di farlo. Magari Gentiloni cambierà la mia legge”. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, dice a Sky: “Mediaset è un operatore del settore che opera sul mercato e quindi può fare un’offerta”. Ma Berlusconi giudica difficile, se non controproducente, accordarsi con un governo malconcio e reso più debole dagli americani alle porte. Gentiloni è il promotore di una legge sul sistema televisivo che penalizza molto l’azienda berlusconiana, sotto il profilo della raccolta pubblicitaria e del monopolio in chiaro, ma al contempo indirizza Mediaset (e la Rai) a una riconversione sulla banda larga e sulla telefonia. Il che rende più appetibile Telecom. A questo si aggiunge un altro particolare rilevato ieri dal Sole 24 Ore: mentre Confalonieri lamenta gli effetti disastrosi della nascitura legge sul fatturato di Mediaset – “Il 65 per cento degli stranieri sarà costretto a ritirare gli investimenti dall’Italia” – la Consob certifica che i newyorchesi di Tweedy Browne sono appena entrati con il 2 per cento nel gruppo. Deduzione: o gli investitori hanno capito che la legge Gentiloni “ha il piombo nelle ali”, come suggerisce al Foglio Franco Debenedetti; o si tratta di un provvedimento non così travolgente. E negoziabile, come ripete il ministro. Sarà forse tattica, ma non è escluso che Berlusconi possa essere presto invocato come salvatore dell’italianità. Non sarebbe da solo, però, “considerando i costi enormi dell’operazione e il profilo d’un business del quale Mediaset non ha esperienza. E poi un conflitto d’interessi non si risolve ampliandolo” (Debenedetti). Però le leggi possono cambiare. Una liquidità paragonabile a quella di Berlusconi, unita alla voglia di un polo televisivo personale, ce l’ha soltanto Carlo De Benedetti. Ma non basta nemmeno quella. Non sarebbe una stranezza, allora, se il Cav. e l’Ing. volessero negoziare un equilibrio finanziario nuovo. Servirebbe tuttavia un rimescolamento complessivo, nel quale il gruppo Intesa-Sanpaolo trovi un vantaggio, magari guadagnando peso in Generali ed entrando nella rete Telecom, opportunamente scorporata, con il fondo F2i di Vito Gamberale, al fianco di Unicredit, Lehman Brothers e Cariplo. Tra un sospiro politico e l’altro, il Cav. ha un mese di tempo per godersi la recita, farsi avanti o farsi desiderare.
da il foglio
Immagino Berlusconi che gode come un riccio :lol: :lol:
 
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petrus33
view post Posted on 6/4/2007, 20:14




non hanno una lire i furbetti del quartino e allora...:lol:
 
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1 replies since 4/4/2007, 18:21   43 views
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