Il sofà delle muse

WALL STREET JOURNAL: governo italiano, scusati

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Rachael
view post Posted on 12/3/2007, 11:35




I giudici italiani continuano a tenersi occupati attaccando le truppe americane e gli agenti impegnati nell’antiterrorismo. Ora anche i politici stanno entrando nel gioco. Il ministro degli Esteri D’Alema all’inizio della settimana ha attaccato gli Usa perché non si sono assunti le loro responsabilità nell’uccisione, nel 2005, di un agente italiano in Iraq, e pareva dare il proprio appoggio a una causa illegittima nei confronti di un funzionario americano. Il mese scorso, una corte di Roma ha accusato di omicidio e tentato omicidio un soldato americano che ha ucciso l’agente Nicola Calipari e ferito un ostaggio appena liberato, la giornalista Giuliana Sgrena, colpita a una spalla. “Il nome della persona che ha aperto il fuoco è noto – ha detto D’Alema – Qualunque sia la verità, è stata un’opportunità mancata da parte degli americani. Ora c’è un bisogno di giustizia da soddisfare”. Se c’è qualcuno che ha perso un’opportunità, quello è il governo italiano che non ha respinto l’accusa nei confronti di un soldato americano che lavora legittimamente in una zona di guerra. Calipari stava raggiungendo un checkpoint americano vicino all’aeroporto di Baghdad in auto con Sgrena. Un’inchiesta congiunta americana e italiana non ha trovato un accordo nell’individuare una responsabilità univoca su quel che è successo. Gli Usa hanno detto che un’auto non identificata stava andando ad alta velocità e gli spari sono partiti solo dopo che il conducente ha ignorato i segnali che chiedevano dirallentare. Gli italiani sostengono che il soldato era inesperto e che ha reagito in modo esagerato. Ma entrambi i governi hanno considerato il caso come un incidente di fuoco amico. Lo stesso non vale per la corte di Roma. La sua affermazione di giurisdizione extraterritoriale arrivata in un momento in cui era già in corso un’altra battaglia legale contro gli Usa. Il mese scorso, una corte di Milano ha accusato 26 agenti della Cia per la “rendition” di un sospetto terrorista egiziano (l’imam Abu Omar, ndr), un’operazione realizzata a Milano con l’aiuto di agenti italiani. Il governo di centrosinistra di Romano Prodi non ha avuto il coraggio morale di dire qualcosa contro la parodia giudiziaria di un’incriminazione di agenti americani che, in base al diritto internazionale, sono immuni da procedimenti legali in Italia. Ha resistito alle pressioni sull’estradizione degli agenti della Cia, che in ogni caso gli Usa non concederanno. Nel caso Calipari, gli italiani non sono stati timidi nell’alimentare il contenzioso politico. Ciò che rende il tutto ancora più fastidioso è che il governo precedente di Silvio Berlusconi quasi certamente ha pagato un riscatto per liberare l’ostaggio italiano. Questo non solo ha fornito ai jihadisti i soldi per comprare armi e munizioni per uccidere più americani, ma anche l’incentivo a rapire altri ostaggi, italiani preferibilmente, ma anche di altra nazionalità. Se c’è qualcuno che deve delle scuse, è l’Italia.
© Wall Street Journal Da Informazione Corretta.
Quello che ho sempre affermato anch'io, pagare un riscatto per salvare un giornalista, che é lì a suo rischio e pericolo, é ingiusto perché i soldi saranno usati per finanziare atti terroristici, che costeranno decine e decine di vite umane innocenti. Uomini, donne e bambini che vivono in quei posti e non ci vanno per motivi professionali.
 
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