Il sofà delle muse

Merkel protagonista a Kabul e in Europa, Prodi e Zap “para nada”

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Rachael
view post Posted on 12/3/2007, 11:32




Con 405 sì, 157 no e 11 astenuti il Bundestag ha votato ieri per l’invio di sei tornado e di 500 soldati che arriveranno in Afghanistan dopo la metà di aprile, aggiungendosi ai 3.000 già presenti. Il mandato non prevede interventi offensivi, come hanno sottolineato i deputati intervenuti nel dibattito precedente la votazione: i militari continueranno a stazionare nell’Hindukush e a occuparsi di ricostruzione. Ma i tornado sorvoleranno tutto il paese e forniranno dati su eventuali movimenti di talebani all’interno e al confine con il Pakistan. La Germania ha così risposto alle richieste di maggior flessibilità della Nato, lasciando intendere che, nel caso sia necessario, le truppe tedesche daranno il loro contributo contro i talebani. Ieri a Bruxelles, alla fine del vertice dei capi di stato europei, il premier inglese Tony Blair ha detto di aver fatto pressioni in questo senso, come già aveva annunciato qualche giorno fa, e di aver ricevuto “segnali positivi e confortanti” da molti alleati.
L’Italia di Romano Prodi ha affermato che quel che è fatto è fatto, l’impegno non cambia, le regole d’ingaggio neppure, e “con duemila soldati siamo già tra i paesi più impegnati”. Allo stesso modo il premier spagnolo, José Luis Zapatero, ha detto che non aumenterà le truppe “para nada”, per niente – così ha riferito Prodi. Settimana scorsa, Zapatero aveva dichiarato in Parlamento: “Se il comando delle operazioni lo reputa necessario, continueremo ad aumentare le misure per rafforzare la sicurezza delle nostre truppe in Afghanistan”. E infatti quattro mezzi blindati sono partiti per l’Afghanistan. Secondo fonti militari, il comando di stato maggiore spagnolo potrebbe fare pressioni anche per l’invio di soldati, in quanto gli analisti prevedono che i talebani, in fuga dal sud, arrivino nell’ovest del paese, dove operano per l’appunto italiani e spagnoli insieme. Zapatero però ieri ha voluto confermare la sua linea: non si combatte in Afghanistan, o se lo si fa è meglio non farlo sapere. E’ più o meno la stessa strategia italiana – anche se il leader spagnolo riconosce che questa è una missione di “lotta al terrorismo” – e non è un caso che Zapatero e Prodi siano gli unici leader europei a non aver ricevuto finora alcun invito dalla Casa Bianca.
La Germania è riuscita in questi mesi ad adottare una politica estera dialogante e allo stesso tempo ferma nei confronti sia dell’Europa sia degli Stati Uniti. Merkel, nelle sue due visite a Washington, ha ribadito le perplessità su parte della strategia americana, in particolare Guantanamo, ma non ha mai tolto il suo sostegno alla lotta al terrorismo. Così, riguardo ai voli della Cia nel suo territorio, Merkel ha aperto un’inchiesta parlamentare, ma ha anche opposto l’interesse nazionale come principio cui ispirarsi, per cui “non tutto può essere reso pubblico”. Ben due casi di “renditions” si sono rivelati due errori – con scuse delle forze americane – e i media si sono scatenati. Ma la linea non è cambiata: “In dubio pro securitate”, dicono i politici tedeschi. Lo scudo missilistico americano in Polonia e Repubblica ceca non piace a Berlino, ma invece che unirsi al coro delle critiche di Italia, Austria e Francia, Merkel dice che è bene discuterne “con calma” alla Nato. Merkel sa che lì si ridiscutono i confini dell’Alleanza, e affronta con serietà le “sfide di flessibilità”.
Da il Foglio
 
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