Il sofà delle muse

Roma in festa per il cinema

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petrus33
view post Posted on 16/10/2006, 07:36




"The Departed" di Scorsese
standing ovation meritatissima
ROMA - Finalmente il grande cinema, quella con la "C" maiuscola, conquista la ribalta della Festa. Merito della premiata ditta Martin Scorsese-Leonardo Di Caprio, che porta alla kermesse della capitale l'attesissimo The Departed: storia parallela di due infiltrati - uno nella mafia irlandese, uno tra le file della polizia - nella Boston dei nostri giorni. L'autore newyorkese torna così a raccontare le strade, i criminali (come in altri due suoi capolavori, "Mean streets" e "Quei bravi ragazzi"); fondendo suspence e profondità psicologica, intreccio perfetto e personaggi indimenticabili. Come quello del padrino Frank Costello, interpretato da un Jack Nicholson in splendida forma (ma assente qui a Roma).

E allora la lunga standing ovation dei cronisti, questa mattina, va tutta al regista e all'altro protagonista, Leonardo Di Caprio. Giunto alla sua terza collaborazione con Scorsese, dopo "Gangs of New York" e "The Aviator". Stavolta, il biondo divo (nonché sex symbol) interpreta il vero eroe della storia, un ragazzo vissuto nei quartieri di mafia che fa di tutto per entrare in polizia. Qui viene reclutato dai due capi della sezione infiltrati (Martin Sheen e Mark Wahlberg), ed entra a far parte dell'organizzazione del boss Costello (Nicholson). Proprio mentre un altro poliziotto suo coetaneo (Matt Damon) fa carriera nella polizia, pur essendo in realtà al soldo del padrino.

Due personaggi, due spie ("rats", topi di fogna, nell'originale), due diverse doppie vite. Che si inseguono reciprocamente: ciascuno dei due, infatti, cerca la spia presente nell'organizzazione di appartenenza. E, a complicare ulteriormente le cose, si innamorano anche nella stessa donna (l'attrice semisconosciuta Vera Farmiga, anche lei oggi alla Festa).

"E' un film che parla della fiducia e del tradimento - spiega il regista - è liberamente ispirato a un thriller i Hong Kong, 'Internal affairs': ma lo sceneggiatore, che è di origine irlandese e vive a Boston, l'ha trasportato in quella realtà. All'inizio ero perplesso all'idea di un remake, ma dopo aver letto le prime 25 pagine del copione sono rimasto completamente catturato". E proprio l'ambientazione irlandese, va aggiunto, permette alla pellicola di avere - malgrado la grande tensione drammatica - molti momenti umoristici. Com'è nello stile di quella comunità.

Risultato: una delle migliori opere firmate Scorsese. "Qual è il segreto del successo? - ripete il regista, rispondendo a una domanda su come si crea un capolavoro - in questo caso, è stata una continua sperimentazione. Merito anche degli attori: Leo, Jack Nicholson, Matt Damon, che sono riusciti a convincere gli studios, la Warner Bros, a lasciarci rischiare. Così il film ha pouto avere sincerità, credibilità".

Dunque, almeno per una volta, i rapporti con Hollywood sono stati idilliaci. "Sì, sono stato fortunato - ammette il regista - ma non so quanto possa durare, visto che le pellicole che piacciono alla major sono sempre più diverse da quelle che interessano me. Infatti il mio prossimo progetto - 'Silence', tratto da un romanzo giapponese - sarà low-budget. Ma ci sono alcuni film, come 'The Aviator' e 'The Departed', che hanno bisogno di grandi investimenti: e allora, quando ne avrò un altro simile, ricadrò nella malattia hollywoodiana, come un tossicodipendente, e andrò da loro in ginocchio!".

Accanto a Scorsese, abito grigio e camicia azzurra, Lonardo Di Caprio sorride alle parole dell'amico. Quanto a lui, è qui a Roma anche per presentare - nel pomeriggio, nel teatro di Tor Bella Monaca - due suoi lavori sul tema che gli sta più a cuore: la salvaguardia dell'ambiente. "Si tratta - spiega - di cortometraggi di pochi muniti. Nel frattempo, sto anche realizzando un documentario in cui si parla di temi come l'effetto serra: argomenti su cui si fanno grandi dibattiti, ma non si presentano mai i fatti, così come sono. A esporli, saranno personaggi come Gorbaciov e Stephen Hawking".

Scorsese, invece, nel pomeriggio, qui all'Auditorium, incontra il pubblico, presentando anche la collaborazione tra la Festa di Roma e la Film Foundation. Ovvero l'organizzazione - di cui è uno dei leader - che si occupa della salvaguardia delle vecchie pellicole. I due amici e collaboratori, dunque - il regista e il suo attore preferito - si separano per qualche ora. Non senza scambiarsi complimenti reciproci. Scorsese: "Con Leo non ho girato solo tre film, ma ho cominciato una collaborazione continua che dura da quasi sei anni. Tra noi c'è grande sintonia, d'istinto. Anche se, a differenza del mio amico De Niro, Leo ha trent'anni meno di me".

Poco dopo Di Caprio, parlando di un suo eventuale passaggio alla regia, ricambia le affettuosità: "No, non potrei assolutamente fare ciò che fa Martin. L'attore è un mestiere in fondo solitario, invece chi dirige deve rispondere a cinquanta uffici diversi contemporaneamente, sette giorni su sette, 24 ore su 24". Niente da fare, allora, non lo vedremo mai dietro la macchina da presa? Leo sorride ancora, e glissa: "Chissà, forse un giorno...".
da repubblica.it
 
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0 replies since 16/10/2006, 07:36   103 views
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