In ogni regime che si rispetti chi difende i diritti dei più deboli viene minacciato e picchiato dagli squadristi di partito. In Italia abbiamo gli squadristi no-global, anime "belle" della variegata galassia di sinistra, dedite al “pacifismo” e alla lotta contro le ingiustizie sociali con spranghe, mazze da baseball, bombe carta ecc. quelle che berciano contro Berlusconi il Tiranno, Bush e Israele, quelli che si sentono investiti dell’onore di salvare la società dal fascismo comportandosi come la SS nazista.
Capita che un noto dissidente cinese, che nulla a che fare con i fascisti e che ha provato sulla sua pelle il regime comunista cinese, non lo veda come “una panacea ai mali del capitalismo” ma come quello che, in effetti è, un regime crudele e sanguinario che sfrutta, opprime e schiavizza milioni di cinesi di qualsiasi età, sesso e posizione sociale.
Capita che questo dissidente che si chiama Harry WU, ed é presidente della Laogai Foundation, (associazione che porta alla luce i crimini perpetrati nei campi di concentramento cinesi), abbia scritto un libro "Laogai. I gulag di Mao Zedong": oltre 400 pagine con nome e indirizzo dei lager cinesi, in cui Wu ha passato 19 anni della sua vita tra torture e abusi per aver criticato l'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956.
Capita che il sig. Harry Wu credendo di trovarsi in un paese libero, democratico e civile, abbia deciso di presentare tale libro ieri mattina alle 11,30 presso la libreria "Tuma's book bar" di via dei Sabelli, nel quartiere romano di San Lorenzo.
Credendo appunto.
Ma dev’essere stata una amara sorpresa scoprire che ciò che ha lasciato in Cina, se l’è ritrovato QUI in Italia.
Capita infatti che 50 compagni dei centri sociali di via dei Volsci, armati di mazze da baseball, bastoni e spranghe abbiano impedito la presentazione del suo libro, come denuncia la Laogai Research foundation, ferendo anche tre esponenti dell’associazione. I compagni, infatti hanno iniziato una caccia all'uomo per punire i partecipanti all'appuntamento. Chi era presente, ha raccontato alle Forze dell'ordine di aver visto all'opera vere e proprie ronde per scovare tra le viuzze del quartiere i simpatizzanti del cinese dissidente. «Piglialo! Piglialo! Sono fascisti!», la parola d'ordine passata di bocca tra i militanti antagonisti. A farne le spese, tre giovani studenti invitati alla presentazione del libro, rimasti feriti. Ad avere la peggio, è scritto nella denuncia, è stato Davide C., che dopo un lungo inseguimento è stato «picchiato sul viso con un sacchetto contenente del ghiaccio». Lo stesso Wu, riferisce la Laogai Research foundation Italia, «a stento si è sottratto al linciaggio». Negli scontri è rimasta coinvolta anche la troupe della Rai inviata in zona per intervistare Wu, costretta a riparare all'interno del quartiere per evitare il peggio.
Questo atto di becera intolleranza, però, non ha intimorito la Laogai foundation. «Nessuno fermerà le nostre denunce, il nostro atto di accusa nei confronti di un regime ignobile che ha represso ogni libertà e cerca di imporre in tutto il mondo il proprio modello negativo», promette Antonello Brandi, presidente della sezione italiana della fondazione.
Quanto al povero sig. Wu è incredulo, giustamente CREDEVA di essere in un paese libero e democratico:” Sono rimasto veramente sconcertato dal fatto che dopo il fallimento in tutto il mondo dei regimi comunisti, ci sia ancora in Italia chi, nel nome della repressione, dell'intolleranza e del disprezzo delle più elementari nozioni di civiltà, impedisca la divulgazione dei crimini che ogni giorno si commettono in Cina”.
Purtroppo in Italia ormai sono in molti ad aver perso le più elementari nozioni di civiltà e questo perché politici COMPIACENTI che adesso siedono alla Camera, hanno coccolato vezzeggiato e adesso depenalizzato i reati di questi vandali, intolleranti ,ignoranti capaci solo di odiare e distruggere tutto quello che non corrisponde al loro credo, di dementi antifascisti. CHE VERGOGNA!!!!!!
