Il sofà delle muse

«La Ue col Papa, attacchi pretestuosi»

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verbenasapiens
view post Posted on 19/9/2006, 20:42




Dal vicepresidente della Commissione europea un sostegno totale alla libertà di espressione. E la condanna di chi, strumentalizzando il discorso di Ratisbona, vuole alimentare lo scontro di civiltà. Allo studio altri provvedimenti contro il terrorismo
Frattini: la religione non diventi pretesto per la violenza Preoccupa l’incitamento dei cattivi maestri nelle piazze

«I terroristi non vogliono dialogare. Le parole di Benedetto XVI, per lo più distorte, sono un pretesto per sferrare un attacco contro l’Occidente e il cristianesimo»

«Sull’ingresso della Turchia nell’Unione niente sconti Ma questo momento di difficoltà aumenta le chance del Paese come ponte del Continente verso l’Asia»


La Commisione Ue, con le parole di Josè Manuel Barroso e di Franco Frattini, giudica ancora una volta inaccettabili e sproporzionate le reazioni al discorso di Ratisbona e difende Benedetto XVI. Franco Frattini in visita lampo a Genova spiega questa posizione: «Il presidente e il vice presidente della Commissione europea - dice ad Avvenire - confermano quello che era doveroso ribadire: l'Ue difende questo altissimo principio che il Papa ha espresso, cioè il richiamo alla tolleranza e all'impossibilità di usare la religione come pretesto di qualsiasi violenza. Questa libertà e questo diritto che sono di ciascuno, per il Papa sono un dovere e noi, come Commissione europea, dobbiamo riconoscere e affermare con chiarezza il diritto e dovere del Papa, come suprema autorità della Chiesa Cattolica di affermarli con assoluta libertà, senza essere oggetto di tali furori, trattandosi di principi che nel merito io personalmente e, ovviamente, anche Barroso possiamo ampiamente sottoscrivere».
Commissario Frattini, lei è stato tra i primi a reagire, come legge l'intera vicenda?
Ho immediatamente percepito una sorta di cattiva informazione sul messaggio autentico del Papa. Del resto, alcuni di coloro che lo hanno pretestuosamente attaccato e criticato hanno poi candidamente affermato di non aver letto il discorso di Ratisbona. Conoscendo questo discorso, invece, ho perfettamente distinto tra il pensiero del Papa, che è uomo del dialogo, da quella citazione storica di un filosofo che, come è s tato specificato, non rifletteva la visione del Pontefice.
Restano però le aggressioni eccessive. Come le giudica?
Mi stupisce che nessuno di questi accusatori abbia ricordato che nel viaggio a Colonia il Papa incontrò i leader delle comunità religiose islamiche tedesche. Queste cose nessuno le ha dette. Il Santo Padre dopo pochi mesi di Pontificato ha sentito di dover dare alle comunità musulmane un forte messaggio di dialogo. Il tam tam che si è sviluppato tra portatori di messaggi più o meno estremistici è esattamente il contrario di quello che può essere un messaggio di riconciliazione e di dialogo: l'incitamento a distruggere i simboli della Chiesa cattolica, il bruciare nelle piazze i pupazzi di uomini religiosi e dello stesso Papa sono in peggio tutto quello che accadde dopo le vignette che caricaturizzarono il profeta Maometto.
Non trova che ci sia una capacità di dialogo diversa tra i due mondi?
I terroristi non vogliono dialogare con noi. I messaggi di al-Qaeda ci furono anche in occasione dell'Anno Santo; è chiaro che a loro non servono le parole del Papa, per lo più distorte, come pretesto per sferrare un attacco contro i valori della tolleranza, del Cristianesimo e dell'Occidente. Quello che mi preoccupa è invece l'eccitazione e l'incitamento nelle piazze di gente normale che non parteggia per il terrorismo, ma che viene guidata da cattivi maestri. Quando si fa credere che il Papa ha offeso l'islam, si incita la piazza. Molto saggiamente, il primo ministro turco ha tenuto a dire che il Papa sarà accolto così come programmato. Un leader moderato si vede da questo, non si vede dai proclami che sono stati fatti da quelli che a parole dicono di voler il dialogo ma poi usano una interpretazione falsata del messaggio del Papa per chiudere ogni possibilità di dialogo.
Attraverso la Turchia che bussa alla porte dell'Europa apriremo all'islam, cosa prevede?
Malgrado tutto continuo a ritenere che proprio perché esiste quest o disperato bisogno di capirsi e di rispettarsi a vicenda, l'ingresso della Turchia, che non avverrà né domani né dopodomani, è un obiettivo a cui dobbiamo puntare. Pensiamo, al contrario, se ai turchi dicessimo: «Scordatevelo!». Proprio oggi, in queste difficoltà, sarebbe un messaggio esplosivo. La strada della Commissione europea è quella giusta; dice che non ci saranno sconti sulle regole europee: la Turchia, cioè, dovrà adeguarsi ai principi della Ue. Le preoccupazioni ci sono, ma questo momento di difficoltà aumenta le chance della Turchia come Paese ponte che dimostra con il suo esempio al mondo islamico e moderato che l'Europa non rifiuta il dialogo. Chi afferma il contrario vuole lo scontro di civiltà che noi non vogliamo.
Questa settimana il Consiglio dei ministri della Ue affronta il tema del terrorismo. Cosa propone?
Presenterò una proposta di collaborazione per la ricerca di esplosivi negli aeroporti e daremo via libera a un progetto pilota dedicato a una più moderna tecnologia di individuazione dei materiali pericolosi. Faremo poi delle proposte su come intervenire sui siti web che incitano alla violenza o che, addirittura, consigliano come fabbricare bombe. Questi siti non possono essere attivi nella Ue.


Bruxelles rompe finalmente il silenzio
Il portavoce: la libertà di parola non si tocca

Per la Commissione, «le reazioni sproporzionate sono inaccettabili
Non ci si può basare su citazioni estrapolate anche deliberatamente»


Bruxelles rompe il silenzio. Per dire senza «se» e senza «ma» che «la libertà di parola è una pietra miliare» per la Commissione Ue e questo vale per tutte le religioni e credi. La posizione dell’Europa sulle parole del Papa e la risposta del mondo islamico viene affidata al portavoce Johannes Laitenberger: «Le reazioni sproporzionate che equivalgono a respingere la libertà di parola sono inaccettabili», dice il funzionario. La Commissione, ha aggiunto, ritiene condannabile qualunque rea zione che miri a mettere in discussione la libertà di parola, «banco di prova» dei valori europei «come il rispetto per la religione, qualunque essa sia». E spiega: «Nell’opinione della Commissione qualsiasi reazione deve essere basata su quanto effettivamente è stato detto e non su citazioni estrapolate, anche deliberatamente». Comunque, ha osservato Laitenberger, non sta alla Commissione Ue «chiarire o interpretare» quello che è stato un «contributo teologico nell’ambito di un dibattito teologico». Sulla vicenda è intervenuto anche il vice presidente del Parlamento europeo, Mario Mauro (Fi): «Il Papa – ha dichiarato – nel suo discorso non ha fatto altro che invitare al dialogo, discorso che evidentemente è stato frainteso e strumentalizzato da una parte del mondo islamico e da una parte dei mezzi di comunicazione che non hanno saputo comprendere il vero pensiero del Papa». E a proposito di media ci si chiede se l’islam, per i giornali, sia diventato un tabù? La domanda che emerge dagli articoli degli analisti è se l’Occidente debba rinunciare alla propria libertà d’espressione. Il Guardian, quotidiano britannico, da un lato ricorda che il Papa avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione al contesto politico. «Ma è più importante – sottolinea il giornale – che la maggioranza dei musulmani eviti di cadere in ostaggio dalla minoranza estremista che vuole trasformare questo spiacevole episodio in una crisi mondiale». Ma, a sei mesi dal dibattito seguito la pubblicazione delle vignette su Maometto, in molti tra i quotidiani sottolineano il rischio per il mondo occidentale di cedere al ricatto degli islamisti. Di diverso avviso un altro foglio d’Oltremanica, l’Independent il quale ritiene che il Papa avrebbe, forse, fatto meglio ad evitare la citazione giudicata offensiva: «Se l’appello al dialogo era il suo scopo, c’erano forse altri mezzi, meno suscettibili di errore d’interpretazione». In Francia Le Figaro critica «tutti coloro che fabbricano qualsiasi pretesto, non importa quale, per manipolare i fedeli creduloni». «Per codardia – si chiede il quotidiano – lasceremo il Papa indicare solo i pericoli del fanatismo, e dell’islamismo»? In Austria, il Kronen-Zeitung giudica «spiacevole che i musulmani riescano oggi ad esercitare una forma di censura sulla libertà d’espressione in Occidente». «Siamo diventati inclini al ricatto e alla paura», aggiunge. Anche In Danimarca, dove per la prima volta furono pubblicate le caricature di Maometto, il tabloid Ekstra Bladet pensa che «sia tempo per i musulmani dalla sensibilità esagerata di smettere di chiedere incessanti scuse per tutto ciò che non conviene loro». Anche il giornale belga In Belgio Dernière-Heure è sulla stessa lunghezza d’onda: «Tacere perchè gli estremisti potrebbero utilizzare le vostre dichiarazioni è una forma di rinuncia inaccettabile» commenta. Sulla difficoltà di parlarsi riflette Il quotidiano fiammingo De Standaard: «Il dialogo con l’islam ad una via a senso unico. Una parte del mondo musulmano non conosce le nozioni di tolleranza e di rispetto delle altre religioni». Una parte della stampa europea apprezza il rammarico espresso dal pontefice. Per il quotidiano tedesco di centrosinistra Suddeutsche Zeitung, «il papa ha dato prova di grandezza con una dichiarazione dal valore di scuse». In un editoriale intitolato «Bendetto fallibile», il Financial Times Deutschland nota che questo rammarico suona «nuovo in una chiesa in cui regna il principio: Roma ha parlato, il caso è chiuso».
DI Da Roma Giovanni Ruggiero;Di Carlo Baroni DA AVVENIRE ONLINE
 
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