Il sofà delle muse

La verità dei «vinti», senza bugie, intervista a G PANSA

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verbenasapiens
view post Posted on 31/8/2006, 16:51




Gianpaolo Pansa (Casale Monferrato, 1935) tornerà alla ribalta verso la metàdi ottobre con un nuovo libro (La grande bugia. La sinistra italiana e "Il sangue dei vinti", edito da Sperling & Kupfer), una sorta di rivincita verso i detrattori dei suoi ultimi lavori, verso le critiche e le accuse di «revisionismo». Avvenire lo ha incontrato a Folgarida (Trento) dove gli è stato consegnato di recente il Premio Val di Sole «per un giornalismo trasparente».
Prima «Il sangue dei vinti», seguito da «Prigionieri del silenzio», ed ancora «Sconosciuto 1945», quasi una trilogia per portare alla luce pagine sconosciute dell'immediato dopoguerra. E da qui polemiche e plausi, critiche e ovazioni a non finire. Qualcuno l'ha definita un'operazione.
«Intanto non è stata un'operazione, anche se molti se lo sono chiesto. Il tutto nasce da una mia lunga esperienza di storico dilettante. Ho cominciato a scrivere della Resistenza quando facevo il primo anno di università, a 19 anni, perché avevo partecipato a un concorso bandito dalla provincia di Alessandria sulla guerra partigiana. Poi quella è diventata la mia tesi di laurea, e uno dei miei primi libri, pubblicato da Laterza (Guerra partigiana tra Genova e il Po). Poi ho scritto tante cose sulla Resistenza, ho scritto L'esercito di Salò, una mostruosa bibliografia sulla guerra partigiana in Piemonte, e tanti articoli. Da un certo punto in poi, a partire dalla fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, sono arrivato - e forse avrei dovuto arrivarci prima - ad una constatazione banale, e cioè che le guerre si fanno sempre in due, uno vince e l'altro perde. La storia di solito viene scritta dai vincitori e mai scritta da chi ha perso, che anzi deve stare zitto, non deve parlare, deve nascondere quello che gli è accaduto, sia durante la guerra che soprattutto dopo la guerra. A quel punto io avevo scritto un libro uscito nel 2002, I figli dell'aquila, che era la storia della guerra interna italiana, chiamiamola così, vista co n gli occhi di un giovane fascista che era stato prima nella X Mas di Borghese e poi nella Divisione San Marco. E da qui il passaggio è stato quasi fatale. Ho deciso di fare una cosa molto semplice e cioè di aprire una porta che era rimasta sempre chiusa, quella del dopo 25 aprile, e di raccontare cosa era successo. È nato così Il sangue dei vinti, che ha rappresentato una specie di piccola bomba atomica in un Paese fazioso come l'Italia. Un Paese dove i fascisti sconfitti non avevano mai potuto raccontare in modo pubblico quello che gli era accaduto».
È iniziato così un successo editoriale come pochi in Italia, con tirature da capogiro.
«Sì, è stato un vero successo e non solo, secondo me, perché quel libro ha venduto - e sta ancora vendendo - quasi 500 mila copie. Dopo Il sangue dei vinti mi sono preso un anno di pausa e ho quindi scritto Prigionieri del silenzio, la storia vera di un partigiano comunista finito nel gulag di Tito in Jugoslavia. Nel frattempo avevo ricevuto per Il sangue dei vinti più di 2mila lettere. Sono andato a cercare molte di queste persone che mi hanno raccontato la loro storia e da lì è nato Sconosciuto 1945. In un altro Paese, in un Paese normale, come si usa dire, sarebbero libri che potevano piacere o non piacere ma che non avrebbero provocato un terremoto. Lo hanno invece provocato in Italia perché per 50 anni la Resistenza è stata il monopolio quasi assoluto della storiografia d'impronta comunista e soprattutto del Pci, che è arrivato a far credere agli italiani di esser stato l'unico partito a fare la guerra ai fascisti e ai tedeschi dopo l'8 settembre. Non era così, anche se è chiaro che i comunisti sono stati i protagonisti, perché fra i partigiani erano i più numerosi e i più organizzati. Pensavano in un secondo tempo, dopo la fine della guerra, di fare dell'Italia una democrazia popolare a partito unico sul modello sovietico».
Un terremoto, lei diceva, con quali conseguenze?
«Si è messa in moto una grande valanga che adesso mi ha portato a scrivere un nuovo libro. È già pronto, è intitolato La grande bugia ed ha come sottotitolo Le sinistre italiane e "Il sangue dei vinti". Io ripercorro tutto ciò che mi è accaduto, rispondo ai miei critici, citando tutti con nome e cognome, con una cattiveria allegra di cui sono molto felice. È un grosso libro di quasi 500 pagine e uscirà a metà ottobre».
Lei pensa che questi libri abbiano, per così dire, riequilibrato la storiografia - che lei definisce falsata - dell'ultimo dopoguerra in Italia?
«Non saprei dirlo, ma qualcosa hanno certamente cambiato. Cito un fatto che riguarda la prima autorità della Repubblica e cioè il capo dello Stato: ero in Parlamento quando Giorgio Napolitano ha letto il suo primo messaggio. Ha ricordato la Resistenza e poi ha aggiunto: "Senza dimenticare le sue zone d'ombra, i suoi eccessi, le sue aberrazioni". Un collega che era seduto accanto a me nella tribuna stampa mi ha dato di gomito e mi ha detto: "Hai visto?, ha parlato del Sangue dei vinti". Gli ho detto che non era così. Però è probabile che anche i miei libri abbiano, per così dire, smosso qualcosa persino al Quirinale. Lo dico con molta cautela ma ho visto ormai tanta gente, quando presento i miei libri, che viene a salutarmi e a ringraziarmi per quello che scrivo. Perché ci sono milioni di italiani che non la pensano come la pensa l'Anpi o i vecchi del Pci, oppure anche gli antifascisti duri e puri che chiudono sempre la porta del loro bunker e si ritroveranno sempre più soli. C'è invece un'Italia che vuole leggere storie complete, che non abbiano omissioni troppo scandalose, che non raccontino bugie. Tra i miei lettori ci sono persone che non hanno nulla a che fare con il fascismo, sono anzi antifascisti, e la cosa mi ha molto consolato. Insomma, al di là del mio microscopico merito, è un segno che l'Italia è un pochino cambiata nella lettura della sua storia».

DA AVVENIRE IT
 
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Pontormo
view post Posted on 3/9/2006, 19:27




grande PANSA e anche uomo onesto :)
 
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1 replies since 31/8/2006, 16:51   129 views
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