Il sofà delle muse

Quella Farnesina troppo spavalda che non vede i rischi

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verbenasapiens
view post Posted on 26/8/2006, 15:28




Spavalderia, superbia, ambizione. È davvero difficile capire da che cosa sia divorato in questi giorni D'Alema, che cosa lo spinga, assieme a Prodi, a reclamare il comando di una missione dell'Onu, quando le precedenti sono tutte fallite, a promettere l'impiego di 3000 uomini (che per il dilettantismo del nostro ministro degli Esteri rischiano di diventare altrettanti ostaggi) in un'avventura che nessun governo europeo vuole correre.
Una maggioranza che sul disimpegno dall'Irak e dall'Afghanistan si è salvata grazie alla correttezza dell'opposizione, sembra ora non desiderare altro che imbracciare le armi e inviare i nostri soldati in una delle zone più pericolose del pianeta. Nove generali su dieci sconsigliano la missione. Tutti concordano nell'impossibilità di operare sotto il comando dell'Onu, le cui decisioni rispettano i tempi delle burocrazie che le governano senza riguardo per le necessità militari.
Il generale francese Alain Pellegrini, attuale comandante dell'Unifil, la forza dell'Onu da anni di stanza nella regione, dichiara senza mezzi termini che la sua missione è fallita perché non poteva non fallire. Vittime, senza un briciolo di gloria, duecentosessanta caschi blu caduti inutilmente per un compito impossibile.
I giornali sono pieni delle difficoltà della missione. Se si intercetta un carico di armi proveniente dalla Siria o dall'Iran, che cosa si fa? Si sequestrano? E se gli hezbollah non ci stanno? Si spara? E se dopo il sequestro cercano di recuperare le armi? E dove comincia e dove finisce il diritto all'autodifesa? Quali compiti specifici avranno i caschi blu? Si limiteranno a mettersi in mezzo ai due belligeranti, col rischio di prendere colpi da una parte e dall'altra?
Sono venticinque i Paesi europei che si riuniranno con i loro ministri degli Esteri per decidere il da farsi e non ce n'è uno che non abbia obiezioni. Il conto ottimistico delle disponibilità di soldati non arriva a seimila unità, rispetto alle quindicimila ritenute necessarie dalla risoluzione dell'Onu. Tutti chiedono che siano precisate le regole di ingaggio, specificati i compiti sul campo. Bush promette una seconda risoluzione sul problema numero uno, il disarmo di Hezbollah. A D'Alema tutto questo sembra non interessare affatto. Alla Farnesina fanno sapere che una risoluzione sul disarmo degli hezbollah non la voterà nessuno (Diliberto, che con gli hezbollah è pappa e ciccia, dice che sarebbe una follia). D'Alema si sente iperprotetto dalle sue dichiarazioni contro Israele e dalle sue passeggiate per Beirut con il deputato libanese del Partito di Dio. È un calcolo meschino che non tiene conto dei colossali interessi in gioco in quell'area. Gli hezbollah non sono autonomi, sono pedine in mano all'Iran, che li rifornisce di armi e di soldi, e ai partiti estremisti della Siria. Come si fa a dimenticare che la guerra nel Libano è cominciata con l'aggressione degli hezbollah, ordinata dall'Iran per alleggerire le tensioni sul suo capo?
E un calcolo sbagliato è anche l'acquiescenza di Israele verso nuove provocazioni. Olmert è in difficoltà in Israele, non per l'eccesso della sua reazione, come dice D'Alema, ma semplicemente perché non è riuscito a disarmare gli hezbollah. Il ministro della Difesa Peretz è sotto accusa perché ha mosso troppo tardi le truppe di terra. D'Alema è accecato dalla sua vanità e dalla sua presunzione e scambia per riconoscimento alla sua intelligenza i consensi che giungono da parte di tutti coloro interessati a trovare chi è disposto ad accollarsi la croce. Ma se la croce la portasse solo D'Alema, poco male. Il guaio è che cadrà sulle spalle degli italiani.
di Stefania Craxi da ilgiornale.it


 
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valmont74
view post Posted on 3/9/2006, 19:15




Libano: la missione Leonte per ora è un costoso e inutile spot navale

Dietro il trionfalismo e la retorica spesi in questi giorni per «fare bella figura» si nascondono però dei fatti interessanti:
1. una pianificazione militare che sembra contraddire il requisito dell’urgenza;
2. un livello di costi troppo elevato, soprattutto nella prima fase;
3. la missione in alcuni punti non pare essere in linea con il mandato Onu.

La lettura della relazione tecnica del disegno di legge sulla missione Leonte e una serie di analisi e critiche mosse da esperti militari, ci aiutano a capire che cosa sta succedendo al largo di Tiro. Abbiamo usato l’espressione marinara non a caso, perché quella che per l’Italia avrebbe dovuto essere una missione interforze in prevalenza terrestre, con il dispiegamento della fanteria sul territorio libanese, di fatto nella sua prima fase è diventata un’operazione navale in grande stile, tanto che lo schema prevede in settembre-ottobre 1455 uomini in mare e 1041 soldati a terra. Far salpare le navi da Brindisi e farle approdare a Tiro è sicuramente un’occasione ghiotta per uno spot hollywoodiano - che puntualmente arriverà stamattina con la diretta del Tg2 dalla spiaggia - ma l’impatto di questa scelta sui costi dell’operazione è gigantesco. Nei primi quattro mesi lo stanziamento previsto per l’operazione ammonta a oltre 219 milioni di euro. Ma sono soprattutto i costi della prima fase, quella del dispiegamento della Entry Force a lasciare perplessi. Una missione definita urgente è stata avviata con l’uso del mezzo più lento e più costoso: le navi. Il trasporto truppe con i C130 dell’aviazione sarebbe stato più economico e rapido, in teoria in 48 ore un reggimento di paracadutisti (che corrisponde al numero di persone che effettivamente sbarcheranno, 900/1000 unità circa) può essere dispiegato a Timor Est. Le ragioni di questa scelta sono ignote.

Secondo stime fatte dagli analisti militari, il costo mensile della traversata sul taxi navale, corrisponde all’effettivo dispiegamento sul terreno di una brigata di fanteria per sei mesi. Nel dettaglio, lo schieramento della portaerei Garibaldi al largo delle coste libanesi costerà ogni mese oltre 3 milioni di euro, più di 123mila euro al giorno. Il pattugliatore/corvetta Fenice altri 965mila euro, le tre navi anfibie San Giorgio, San Giusto e San Marco sfiorano i tre milioni di euro per 30 giorni in mare. Fin qui l’operazione a cavallo dell’onda, che non comprende però i mezzi aerei. Gli elicotteri Sikorsky SH3D e gli Agusta AB212 della Marina militare costano rispettivamente 650mila euro e 349mila euro per un mese, gli aerei Harrier AV8BPlus ne costano invece 828mila e il loro utilizzo nella missione Leonte è giudicato dagli esperti quantomeno singolare per un’operazione in cui la parola «disarmo» degli hezbollah è diventata un tabù. L’aereo a decollo verticale prodotto dalla Boeing infatti è armato di missili aria-aria e aria-terra di ultima generazione. Il loro uso è compreso dalle regole di ingaggio? Due mesi di operazioni navali incidono per circa 25 milioni di euro a cui vanno aggiunti altri 15 milioni di euro di spese «una tantum» che riguardano la preparazione della missione da parte della Marina e dell’Esercito, l’attendamento, l’operazione Mimosa (l’evacuazione di civili dal Libano), lo sminamento dell’area delle operazioni. E siamo solo all’inizio, ai primi due mesi di una missione che in realtà comincerà a prendere corpo seriamente soltanto in novembre quando - guardacaso - le navi lasceranno la fonda di Tiro per tornare a Brindisi, il personale imbarcato si ridurrà a 230 persone e quello a terra salirà a 2450. Al largo delle coste libanesi infatti resterà soltanto una nave appoggio. Mentre il resto della truppa, i mezzi e i materiali sbarcheranno in autunno.

Basta dare un’occhiata al dettaglio del finanziamento per apprendere che il costo «varie tipologie dei mezzi dell’Esercito Italiano» balzerà dai due milioni di euro del periodo settembre-ottobre a 9 milioni e mezzo di euro in novembre. Ai costi della missione si aggiungono altri finanziamenti per corsi di lingua araba da impartire ai soldati italiani e la ristrutturazione della base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi (costo che sfiora i 2 milioni e mezzo di euro).

Una missione necessaria certamente, doverosa pure, urgente a parole, ma soprattutto costosa e in questo momento inutilmente vistosa.

da:http://www.mariosechi.net

 
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1 replies since 26/8/2006, 15:28   68 views
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