Il sofà delle muse

Il silenzio per ferie delle femministe italiane

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Pontormo
view post Posted on 23/8/2006, 18:01




«E’ SUCCESSO AD AGOSTO E I NOSTRI UFFICI SONO CHIUSI. SBAGLIATO INTERVENIRE PER UNA STORIA SOLA»
ROMA. «E’ estate. Purtroppo questa terribile tragedia è accaduta in un momento ingrato, quando siamo tutte in ferie». Letizia Paolozzi spiega così il silenzio di Emily sulla morte di Hina, la giovane pachistana accoltellata dal padre perché portava i pantaloni a vita bassa e conviveva col ragazzo. Le fa eco Anna Maria Carloni, senatrice Ds e tra le fondatrici dell’associazione di cui fanno parte anche Franca Chiaromonte, Franca Bimbi, Giovanna Melandri e Rosy Bindi: «Purtroppo siamo con le nostre famiglie e in ferie - dice - Agosto è il mese che dedichiamo a noi stessi». E poi conferma che su quanto accaduto ad Hina non hanno organizzato niente neanche per settembre, al ritorno dalle ferie. Perché per Hina sono scesi in campo tutti, da Veltroni a Dacia Maraini passando per il ministro Pollastrini. Tutti, tranne loro. Le associazioni femministe di sinistra.
Adduce «motivi logistici» anche Pina Nuzzo, responsabile nazionale dell’Udi. «I nostri uffici sono chiusi per ferie - recita come una segreteria - e capisce bene che anche solo fare un comunicato avrebbe richiesto stare in sede e utilizzare il computer». Ma sottolinea l’impegno dell’associazione «per la causa delle donne straniere», ricordando che «già nel 2002 l’Udi ha cambiato nome da Unione delle donne italiane a Unione delle donne in Italia». Mentre Luisa Morgantini, europarlamentare Prc e tra le fondatrici del movimento Donne in nero, afferma: «Adesso è anche agosto, sa. Ma so che la cosa ha sconvolto tutte quante e sono convinta che al ritorno dalle ferie vedremo grande solidarietà».
«Non ci siamo occupati di lei perché lei non si era rivolta a noi - dice incredibilmente Emanuela Moroli, vicepresidente della Casa internazionale della donna e responsabile di Differenza donna, associazione che da 12 anni accoglie donne straniere e italiane vittime di violenza - Purtroppo Hina ha pensato di potersela cavare da sola». E definisce «scandaloso» come la stampa si sia interessata tanto a una ragazza pachistana e quasi per niente al fatto che ogni anno in Italia circa 100 donne vengono ammazzate per mano della famiglia. «Sarà che visto che sono italiane non gliene frega niente a nessuno?». E poi aggiunge: «E’ un errore prendere posizione per una storia singola. Le culture sono diverse, ma poi le donne sono un unico popolo sparso ovunque nel mondo».
Un po’ di luce sul perché di così scarsa considerazione per la sorte della povera Hina la getta finalmente, suo malgrado, Francesca Koch, presidente dell’Associazione federativa femminista internazionale, che denuncia «la paura dei nostri movimenti che tutto si trasformi in un discorso troppo semplicistico». E si scopre così che non di motivi logistici si tratta, ma politici. «In realtà - dice - abbiamo deciso di comune accordo di non intervenire per evitare l’ennesima strumentalizzazione contro l’Islam e il mondo arabo. Perché l’Islam in questa tragedia non c’entra niente, ma si sa ogni scusa è buona».di Costanza Rizzacasa da lastampa.it
Papere ipocrite
 
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