Il sofà delle muse

I veri credenti hanno sempre ragione

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Pontormo
view post Posted on 23/8/2006, 17:52




UN AFFEZIONATO LETTORE, il professor Francesco Castracani (discendente dal famoso ghibellino Castruccio?) mi sottopone il suo punto di vista, orientato sullo scontro di civiltà, in ordine al caso calcistico Materazzi- Zidane. Egli, come tutti i tifosi della nazionale azzurra, ritiene scandalosa la sentenza della Fifa che inflisse due giornate di squalifica all’italiano e tre soltanto all’islamico francese ed opina che quella decisione esprima la soggezione “eurabiana” dell’ente calcistico nei confronti dell’arroganza musulmana. Io non sono un esperto dello sport pedatorio. Desidero, tuttavia, per dovere d’obiettività, premettere che dissento dall’opinione del lettore e dei tifosi azzurri per quanto attiene al comportamento di Materazzi. Costui diede inizio alle ostilità con un comportamento falloso e scorretto, trattenendo l’avversario, in maniera vistosa, per la maglia: si spiega, allora, la frase risentita di Zidane, altrimenti incomprensibile, che gli offriva in dono il prezioso indumento. L’ulteriore escalation dell’interista, che esprimeva la sua preferenza per la sorella del nordafricano, mi sembra ugualmente condannabile. È vero, come rileva il professor Castracani, che nella nostra città è frequente l’intercalare che invia l’interlocutore “a trafficare negli organi genitali di madri e sorelle”; trattasi, peraltro, di un’abitudine più frequente fra il popolo basso e, in genere, fra le persone maleducate. Un tal linguaggio può esser proprio anche agli artisti della pedata, che, mediamente, sono persone di limitata finezza; quelli fra loro che rappresentano ufficialmente l’Italia dovrebbero, tuttavia, sforzarsi di usare espressioni più diplomatiche. Zidane, ovviamente, è inescusabile. Il rapporto di tre a due non esprime la differenza di gravità fra i due comportamenti e la solidarietà espressa dai tifosi francesi è molto più squallida ed ingiustificata del corrispondente apprezzamento italiano per Materazzi. Il professor Castracani annovera con ragione il credo religioso di Zidane fra le cause della sua reazione spropositata, suscettibile d’esito letale. La cronaca quotidiana è prodiga d’episodi attestanti l’assoluta mancanza di rispetto di tantissimi musulmani verso il prossimo. È di questi giorni l’orrendo ed indiscriminato massacro di pellegrini sciiti, perpetrato a Bagdad per opera d’assassini sunniti; massacro che, peraltro, non ha fatto notizia. Ha fatto notizia, invece, l’accoltellamento alla schiena del rifondarolo Angelo Sammartino, il quale, incautamente fidandosi dei buoni palestinesi, non portava, dietro la maglietta, alcuna scritta attestante la sua estraneità al popolo ebraico: ha indotto in errore, così, il povero Ashraf Hanaisha, militante della Jihad islamica, deluso nella sua legittima aspettativa d’aver ucciso un ebreo. Ha fatto notizia, anche, la povera Hina Saleem, sgozzata nel Bresciano dal padre e da altri parenti maschi perché amava un cristiano. Un dirigente dell’Ucoii ha tentato, con la complicità di alcuni giornalisti italiani, l’impossibile impresa di escludere qualsiasi riferibilità alla religione islamica per l’orrendo delitto; lo ha smentito però, del tutto involontariamente, la madre della povera vittima, la quale ha riferito ai carabinieri che Hina “non si comportava da brava musulmana” e “non seguiva i precetti coranici”. Theo van Gogh aveva proprio ragione: altrimenti, non lo avrebbero assassinato. Che dire della quarantenne milanese stuprata per oltre un’ora da un magrebino? L’ultima, per ora, di una lunga serie di donne assalite per strada da questi immigrati cari ad Allah, che in Italia nessuno, tranne Prodi ed il suo governo, ha mai desiderato invitare. Il punto è che il Cristianesimo e la religione coranica hanno in comune il monoteismo abramico, ma differiscono in un dettaglio fondamentale: Cristo ha predicato l’amore, Maometto la sottomissione. La sottomissione, nell’interpretazione dei fondamentalisti, si traduce in odio verso chiunque non si sottometta. Torniano a Zidane. La madre del calciatore, mi ricorda il professor Castracani, avrebbe chiesto che le servissero i testicoli di Materazzi in un piatto. Il problema, ovviamente, non attiene alle sue discutibili preferenze gastronomiche: la sensibilità di questa madre musulmana fa il paio con quella dell’altra che, lungi dall’essere distrutta dal dolore per la barbara uccisione di Hina, ha tenuto a stigmatizzare la poca religiosità della figlia. Sì, amico lettore, noi dobbiano rallegrarci perché la maleducazione di Materazzi non si è spinta fino agli epiteti di “sporco musulmano”, che la Suprema Corte della nostra Repubblica insegna essere un intollerabile insulto, o addirittura di “terrorista”. La sola ipotesi che parole così orrende potessero essere state pronunziate ha fatto pensare che la coppa del mondo dovesse esser tolta all’Italia e magari data alla Francia, come lo scudetto è stato tolto alla Juventus ed incomprensibilmente assegnato a quei nerazzurri di Moratti, i quali da anni dimostrano di non saperlo conquistare sul campo. Certamente peggio sarebbe andata per l’autore dell’orrendo misfatto, le cui giugulari sarebbero state recise, senza i ritardi della giustizia italiana, in esecuzione della fatwa di qualche imam transalpino. Noi dovremmo convincerci, una buona volta, che soltanto i veri credenti hanno tutti i diritti, ivi compresi quelli di sparare sulla folla, di accoltellare chi sembri loro un ebreo, di sgozzare le figlie poco religiose e di stuprare le nostre donne per istrada. Noi, cani infedeli, dobbiamo soltanto sottometterci: lo vogliono la sharia e la giustizia eurabica, nonché tutti coloro che, al seguito di Prodi e D’Alema, manifestano la loro equivicinanza a Nasrallah e ed Ahmadinejad.
di Pietro Lignola da
ilroma.net
 
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