Il sofà delle muse

Dalle “bufale” di Bassolino a quelle di Prodi

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verbenasapiens
view post Posted on 13/8/2006, 19:08




Romano Prodi si appropria del circolo virtuoso - l’aumento delle entrate nel primo semestre 2006 - della politica economica del governo Berlusconi, ci fa o c’è? Simula o dissimula? O tutte e due le cose. La domanda è complessa, ergo c’è bisogno di una premessa. I due tipi umani tra i più pericolosi per il loro prossimo e, talora, anche per se stessi sono i simulatori ed i dissimulatori. Sia il simulatore che il dissimulatore, quando l’una e l’altra disposizione non siano perfettamente integrate e complementari, rientrano entrambi, ma con differenti gradualità, nella categoria dei mentitori. I dissimulatori possono essere a volte perdonati, come teorizzò, in età barocca, il pugliese Torquato Accetto. Nel suo trattato di morale intitolato Della dissimulazione onesta (1641), il buon Torquato arzigogola alla grande, per dimostrare che il dissimulare per motivi di prudenza e, comunque, in modo contenuto, prima che possa giungere a menzogna grossolana, può costituire una risorsa, in primo luogo, per ovviare ai danni della verità tout court spesso eccessiva, sgradevole, disdicevole, inopportuna. Si tratta di un ragionare un po’ sofistico, eppur non privo di saggezza, tant’è che piacque dapprima agli adulteri dal XVII secolo in poi (“negare sempre”, è tuttora la parola d’ordine della categoria) e, infine, a Benedetto Croce, che se ne fece ottimo editore. Croce colse in quel libricino anche un altro non irrilevante aspetto, cioè la dissimulazione come arma di difesa contro il Potere, il quale, non in nome della verità, bensì a proprio esclusivo vantaggio, vorrebbe tutti sinceri, rei confessi e delatori. Tanto per fare un esempio attuale di dissimulazione forse “onesta”, forse no, basti riflettere sul silenzio tombale dei mass media e financo dei vari Savonarola a mezzo stampa, a proposito di un certo senatore a vita, puntello fondamentale del governo Prodi, che, dipendente dalla cocaina, se la procurò, utilizzando i poliziotti – mi pare della GdF - della sua scorta. Meglio far finta di niente, omettere, tacere, acqua in bocca, dunque, perché la nuda e cruda verità metterebbe alla berlina quanti blaterano di controllo di legalità e, peggio ancora, potrebbe far imbestialire il popolo dei contribuenti, sulle cui spalle c’è anche la spesa delle scorte tuttofare. Solo pensare che questo esecutivo si regge su codesto senatore mette i brividi e fa invocare un controllo antidoping dopo ogni consiglio dei ministri, tanto più che Prodi è ciclista. Sui simulatori, invece, non esistono saggi di livello, benché anche nella simulazione si possano individuare situazioni scusabili. E può addirittura trattarsi di artisti. Un mio compagno di scuola, ad esempio, suscitò divertito apprezzamento per l’inesauribile eruttazione di balle, propinate, poi, con rara impudenza. Faccia di c. - così lo chiamavano, ma c. stava per cotica - non essendo preparato su Senofonte, spiegò alla professoressa d’esser rimasto sveglio tutta la notte insieme alla moglie, perché il pupo ebbe un febbrone. Faccia di c. portava i calzoni corti, aveva 15 anni, moglie e figli non li teneva. In fondo, non aveva fatto morire banalmente per la centesima volta i nonni e gli zii, essendo, anzi, la sua bugìa un inno alla famiglia ed alla vita. Ecco, il nostro “faccia di c.” per la creatività negli sfondoni ha fatto scuola, ad esempio, a Bassolino ed alla sua corte, quando ci ammaliarono con la bufala del “rinascimento napoletano” oppure con la surreale mitica bestialità delle manifestazioni di piazza, pugno chiuso e sventolio di bandiere rosse, come sicuro ritrovato per cancellare la camorra. A vedere com’è ridotta la Napoli di oggi si capisce bene che quelle erano menzogne sesquipedali, che per crederle vere bisognava proprio aver prima portato il cervello all’ammasso. E, infatti, ne ridemmo, benché in minoranza. Romano Prodi non fa neppure ridere, perché il suo simulare produce solo miserrime e indecenti appropriazioni indebite, tali da far pensare che all’ammasso il cervello ce l’abbia portato lui per primo. E sin dai tempi delle sedute spiritiche. Valgano in eterno per Prodi, simulatore e dissimulatore, i giudizi che su di lui diede Donat Cattin
di Giancarlo Lehner da ilroma.net
Il problema vero è che Prrrodi ci è e ci fa, simula e dissimula senza pudore alcuno, con grande faccia da fattore C, e sapete perchè?Perchè è un minus habens patentato...e non solo nel senso che ha certamente meno soldi del Berlusconi,anche se troppi in rapporto a quanto vale
 
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