Il sofà delle muse

La sanità privata fa guadagnare Stato e malati

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verbenasapiens
view post Posted on 13/8/2006, 17:56




Livia Turco, ministro della Salute, per giustificare il divieto ai primari del sevizio sanitario pubblico d'effettuare prestazioni nelle cliniche private, al di fuori degli orari di servizio, ha affermato, con tranquilla sicurezza, che l'attuale prassi dei primari pubblici di lavorare nelle strutture private è assurda, come se un manager della Fiat, finito l'orario, andasse a lavorare alla Ford, sua concorrente. La Turco, con questi paragoni, ha preso un granchio, perché la sanità privata non è affatto concorrente della pubblica. Ed il suo ragionamento, pertanto, è totalmente sbagliato.
Infatti se il primario di una Asl, fuori dal suo orario, presta servizio in una struttura privata non convenzionata, cura pazienti che vanno in tale clinica, a proprie spese, anziché nell'ospedale pubblico, pagato dal contribuente. Lo Stato, così, non ci perde, ci guadagna, E. quanto maggiore è il lavoro dei medici pubblici nelle strutture private nel tempo extra, tanto minori sono i pazienti che fruiscono delle strutture pubbliche e minori i loro costi fiscali.
Il primario della Asl, nelle ore libere, potrebbe prestare il suo lavoro in una struttura privata convenzionata col servizio sanitario pubblico, curando pazienti che sono a carico di questo, mediante la convenzione.
Dagli studi dell'economista Federico Spandonaro del Centro Studi Economici dell'Università di Roma II di cui Libero ha pubblicato il risultato, a differenza di altri giornali, risulta che il costo medio per paziente, per terapia media, s'aggira sul 45% del costo nelle strutture pubbliche.Dunque il medico della Asl che lavora nella struttura privata convenzionata contribuisce a ridurre i costi della sanità pubblica.
È come se la Fiat consentisse a suoi manager di prestare servizio, fuori orario, presso società collegate, che le forniscono motori a minor costo. Il paragone, nella realtà, funziona sino a un certo punto, perché le imprese meccaniche hanno orari di lavoro abbastanza simili, con pause in determinati giorni ed ore... Perciò i loro manager non possono passare facilmente da uno stabilimento all'altro. Invece i servizi medici si effettuano tutte le 24 ore di tutti i giorni perché la loro offerta non può essere interrotta, pena gravi danni alla salute dei cittadini e la perdita di vite umane. Dunque i medici lavorano su vari turni. Il fatto che le strutture private possano ricorrere a prestazioni di medici di strutturepubbliche comporta che possono contenere i loro costi per personale sanitario.
Un dirigista o cripto dirigista a questo punto griderà: «Ti ho preso in fallo, economista favorevole al privato nella sanità: tu ammetti che la clinica privata convenzionata, impiegando medici pubblici, ha miniori costi; ciò vuol dire che fa più profitti, a spese del settore pubblico». Rispondo che il profitto non è sterco del diavolo, ma consente all'economia di funzionare bene. E va utilizzato dall'economia pubblica ovunque possibile, per contrastare le inefficienze burocratiche e dare i servizi pubblici ai cittadini con il minimo costo, in buona qualità. È come quando una compagnia aerea importante fa una convenzione con una compagnia aerea a basso costo, che utilizza parte dei suoi aerei e della sua organizzazione, generando vantaggi per entrambi e, alla fine, per l'utente. Se, in date situazioni, ciò dà luogo a prestazioni poco redditizie, lo si impedisce, in quei casi particolari: ma la regola generale è il massimo uso delle risorse specializzate.
Col diktat poco manageriale e molto dirigista che la Turco intende applicare ci saranno due conseguenze negative. La prima è che se si vieta al primario l'attività extra mura, nel suo tempo libero, lo si deve pagare di più. Quindi il divieto che piace alla Turco piace meno a Pantalone che lo deve pagare. Inoltre, poiché le cliniche private dovranno procurarsi altri medici, la domanda di bravi medici aumenterà e il loro prezzo di mercato salirà... Sicché le convenzioni con le Asl delle strutture private saranno più costose e Pantalone pagherà la differenza, derivante dallo spreco di capacità produttiva dei medici. Oppure, le Asl non pagheranno di più i primari i e i migliori rinunceranno a tale ruolo. Altri, meno bravi, diverranno primari. La Turco sarà osannata dai mediocri, aspiranti a questa posizione, ma la qualità della sanità pubblica si ridurrà. E Pantalone dovrà sopportare le conseguenze di questa lotta al profitto. E dire che questo governo, secondo i suoi fautori e corifei, sarebbe a favore del libero mercato!
di Francesco Forte da Libero

Ma quale libero mercato!Vogliono sopprimere per esempio gli ordini professionali
perchè questi sono caste che proteggono la categoria.Non so gli altri ordini, ma per quanto attiene l'ordine dei medici c'è da dire che: il medico è tenuto a versare una quota fissa all'anno il cui importo varia con l'età e che ora è mediamente ben oltre i 1000 euri l'anno.ll medico deve pagare sull'attività libero professionale all'EMPAM il 12,5% annuo sulla quota di incassi che eccede i 9000 euro.L'Empam, però, permette ai suoi iscritti di stipulare una buona assicurazione per i rischi professionali che costa meno della metà della più bassa assicurazione del genere contratta presso le varie assicurazioni.Ancora,in cambio di una cifra abbastanza bassa fornisce copertura assicurativa per medico e familliari in caso di gravi problemi di salute.Quale sarebbe il protezionismo vigliacco che impedisce lo sviluppio causato dall'Ordine dei Medici?La questione della tariffa minima?E chi mai ha applicato tariffe inferiori a quelle minime?Tantissimi e senza problemi.Inoltre l'Ordine dei Medici ha un ottimo sistema pensionistico, non in deficit, dato che i medici lavorano anche in età avanzata, e su cui lo Stato vuole certamente mettere le mani, per accapparrarsi il frutto di una gestione sana e oculata.Che poi ci siano intrallazzi vari in chi è un pezzo grosso dell'Ordine questo è un altro discorso che con le privatizzazioni non c'entra.E veniamo alla nostra competente ministra della Sanità che di gaffes ne sta facendo non poche, ovvaimente nel siilenzio dei suoi compagnucci della parrocchietta.Circa 15 giorni fa è comparso un articolo sul corsera, questo
Corriere della Sera, 30/07/2006


Spendiamo, in Italia, per la salute meno di altri paesi, ma ci ammaliamo di meno e viviamo più a lungo. Un po’ di merito va al Servizio Sanitario Nazionale. S’è fatto quasi 30 anni fa, sul modello inglese, perché tutti potessero aver accesso alle cure, compreso chi ha meno soldi. Ma lo spirito di solidarietà che animò quella riforma s’è perso. Fino a qualche anno fa i medici degli Ospedali lavoravano anche nelle case di cura private e così c’era il caso che il dottore dell’Ospedale suggerisse all’ammalato una clinica, ma là bisognava pagare. Poi gli Ospedali sono diventati aziende, e quale azienda consente ai propri dipendenti di lavorare da un’altra parte? Allora si sono cambiate le regole. I medici che lavoravano solo per il SSN avevano un’indennità e vantaggi di carriera, e potevano anche esercitare la professione privata, in Ospedale (“intramoenia”). Così se uno ha un tumore e deve fare la Tac del polmone capita che si senta dire “l’appuntamento è tra sei mesi, ma si può fare anche oggi pomeriggio, sempre qui in Ospedale, se lei paga”. Certe volte l’Ospedale non aveva spazi adatti e così si è consentito ai medici di farla “fuori”, l’“intra”- moenia, nei loro studi privati. Un sistema così erode il rapporto di stima che si deve stabilire tra chi ha bisogno di cure e il suo medico ed è in contrasto con i principi che hanno ispirato il SSN. Si dirà: “perché non consentire a chi ha possibilità economiche di pagarsi le prestazioni?” Giusto, ma potrebbe essere fatto in strutture private, purché siano “private-private”. Chi all’apice della carriera desidera avere un maggior ritorno economico dalle competenze che ha acquisito, potrebbe scegliere la medicina privata. E l’Ospedale assumerà più giovani, di cui c’è grande bisogno. Si dirà: “così gli Ospedali perdono i proventi dell’intramoenia”. No, basta far pagare un ticket a chi può permetterselo e ci sarebbero anche i soldi per pagare stipendi più alti a chi in Ospedale ci sta tutto il giorno (e sarebbe ben felice di lavorare per ridurre le liste d’attesa, quelle, s’intende, per prestazioni davvero necessarie). Qualche giorno fa i sindacati dei medici hanno mandato una lettera al ministro della salute con cui chiedono di continuare a fare l’intramoenia nei loro studi. Ma non sembra che il ministro sia disponibile (ed è giusto, sparirà così una norma, tutta italiana, davvero bizzarra) e ha preparato un emendamento con cui chiede a tutti gli Ospedali di organizzarsi per la professione privata. Ma perché non toglierla del tutto l’intramoenia, fuori e dentro, signor ministro? Nel Manifesto per la rinascita della sanità un gruppo di medici della Lombardia scriveva “non deve succedere che all’interno della stessa struttura del servizio pubblico chi ha possibilità economiche sia curato prima e meglio di chi non ne ha” (e che per la salute ha già pagato tasse e contributi). E’ rimasta lettera morta. Signor ministro non perda l’occasione di mettersi dalla parte degli ammalati. Scontenterà qualche medico, ma la gente - soprattutto chi è davvero malato - gliene sarà grata.
di Giuseppe Remuzzi

che addirittura fa una proposta oscena di abolire l'intramoenia e di sostutuire il mancato introito ad essa dovuta con ticket da far pagare a chi ha più mezzi.Ora io dico che non si può essere più idioti di così' perchè innanzitutto in Italia chi risulta abbiente è quello che già paga le tasse, mentre gli evasori sono nullatenenti , immaginate danno e beffa?Inoltre gli stipendi dei medci dovrebbero aumentare di molto affinchè non ci siano fughe dei migliori nelle strutture private , cosa che sta già avvenendo peraltro , senza che magari la competente signora Turco lo sappia.Esiste gente che ha mezzi per pagarsi in proprio l'assistenza sanitaria e che ha evase molto rapidamente le sue richieste.Io credo che, perchè il nostro sistema sanitario migliori davvero,debba essere fatto passare il concetto che la sanità è un bene prezioso che costa, così non ci saranno sprechi nè troppo clientele dato che la gente paga di tasca sua i migliori.La cosa già avviene perchè sono assistiti in intramoenia quelli che sono disposti a pagare, chi non è disposto a pagare( o non può oggettivamente) starà in lista di attesa magari protestando per i tempi lunghi.Si colpevolizza medico e strutture affermando che le liste di attesa sono lunghe per favorire le stutture private, personalmente non mi risulta, tanto più che esiste un controllo sulla trasparenza delle liste di attesa.In effetti le richieste sono molto alte, tutte neanche giustificate peraltro.Se un cittadino pagasse o anticipasse di tasca sua, credo che le liste di attesa sarebbero già ridotte di molto.
Cosa fa un medico fuori dell'orario del suo lavoro, peraltro,e con gli stipendi miseri che lo stato da,non credo debba interessare nè la Turco, nè la gente, a maggior ragione se il medico porta denaro fresco nelle casse del suo ospedale.Peraltro organizzare la funzionalità di un reparto è cosa molto complessa per cui io sarei a favore del fatto che un primario debba fare l'intramoenia solo in ospedale, pagato come un manager però,pubblico o privato che sia.Quanto alla riduzione dei costi della degenza di cui parla l'autore dell'articolo, ci andrei molto cauta.I costi bassi si hanno perchè l'assistenza non è al livello di quella delle strutture pubbliche, nè la professionalità degli addetti, in genere è al livello di quelle delle strutture pubbliche.Insomma la Turco è una pasionaria zapatera de coccio ma su certi punti non ha torto.Quanto alle strutture per l'intramoenia ha invece torto marcio: in un anno le aziende non riusciranno ad approntare nè locali, nè personale per l'intramoenia in ospedale..non ci sono nè soldi nè volontà, ma chissà forse la Turco salta prima..

Edited by verbenasapiens - 13/8/2006, 19:15
 
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