Il sofà delle muse

C'è un'ideologia di massa dietro alla minoranza del terrore

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verbenasapiens
view post Posted on 13/8/2006, 16:46




E oggi si sta aggravando con la saldatura tra nazionalismo laico e messianesimo religioso

Nell'Italia dei tuttologi di professione e nell'Occidente degli islamologi infatuati dall'homo islamicus, si è scatenata una polemica tendente a negare l'esistenza di un «fascismo islamico». Ebbene se fossero nati e cresciuti nei Paesi musulmani retti perlopiù da dittature, se avessero sperimentato sulla propria pelle la ferocia del terrorismo o l'aggressione verbale degli estremisti islamici, non avrebbero avuto dubbi sulla realtà della dimensione ideologica autoritaria, violenta, bellicosa, espansionista, totalitaria e messianica di una dottrina religiosa e politica che incarna l'essenza di un male che è intrinseco all'Islam sin dai suoi esordi.
Da quando, dopo la morte di Maometto nel 632, ben tre dei suoi primi quattro successori, i califfi «ben guidati», furono assassinati per mano di altri musulmani: Omar nel 644, Othman nel 656 e Ali nel 661.
Storicamente i più sanguinosi massacri di musulmani sono stati perpetrati dagli stessi musulmani. Ciò è avvenuto sia per ragioni formalmente religiose, dalla decapitazione di 120 mila musulmani nel 694 da parte di Al Haggiag bin Yusuf al Thaqafi per ripristinare il potere degli omayyadi, al massacro di 150 mila algerini negli anni Novanta condannati indistintamente di «apostasia» dai terroristi sunniti del Gia (Gruppo islamico armato), fino alle stragi attuali degli sciiti in Iraq da parte dei terroristi sunniti wahhabiti di Al Qaeda che li considerano «eretici». Ma anche per ragioni apparentemente di salvaguardia del potere laico dello Stato, come il massacro di circa 20 mila palestinesi nel «Settembre nero» del 1970 in Giordania o la strage di circa 30 mila siriani ad Hama nel 1982.
L'essenza del «fascismo islamico» è insita nella negazione del diritto alla vita altrui, sia che si tratti di un «apostata » o un «eretico», sia che sia considerato un «nemico» quale ebreo o crociato cristiano. Per la verità la radice del male è interna all'Islam e si fonda sul disconoscimento della pluralità delle comunità religiose, giuridiche, ideologiche e culturali che da sempre connotano la galassia islamica. Noi continuiamo a parlare di Islam al singolare, mentre in realtà si coniuga al plurale così come è il caso del cristianesimo. Sono gli estremisti islamici che vorrebbero accreditare la percezione di un blocco monolitico dell'Islam, dal momento che si considerano detentori della «Verità», mirando a imporre il loro potere assoluto ed egemone. Finendo per delegittimare e condannare a morte tutti coloro che non sono a loro immagine e somiglianza e non si sottomettono al loro arbitrio. È questa l'essenza del «fascismo islamico», che esiste da sempre, alimentato da una cultura dell'odio e della morte di cui gli stessi musulmani sono al contempo i carnefici e la gran parte delle vittime. È questo «fascismo islamico» che ha provocato la cacciata o la fuga, nel corso degli ultimi cinquant'anni, di un milione di ebrei, di 10 milioni di cristiani e di un numero superiore di musulmani dal Medio Oriente.
Purtroppo noi viviamo in una fase infelice della nostra storia in cui il «fascismo islamico» sta manifestando il culmine della sua efferatezza, all'insegna della guerra santa contro Israele e gli Stati Uniti. Perché si sta realizzando la saldatura tra il filone laico- nazionalista panarabo, affermatosi all'indomani della seconda guerra mondiale, e il filone religioso-islamico messianico emerso a partire dalla sconfitta degli eserciti arabi nella guerra del 5 giugno 1967 contro Israele. È stato Saddam Hussein, prima ancora dell'inizio dei bombardamenti americani il 20 marzo 2003, a forgiare questa saldatura creando il gruppo terroristico «Esercito di Maometto», formato da miliziani del partito Baath e combattenti di Al Qaeda, dopo la decisione resa nota da Osama Bin Laden l'11 febbraio 2003 di schierarsi al fianco dell'Iraq facendovi affluire migliaia di militanti. Ed ora l'Iran e la Siria vorrebbero trasformare il Libano meridionale nel nuovo fronte di prima linea della «guerra santa» volta alla distruzione di Israele, convogliandovi migliaia di combattenti sciiti libanesi, iracheni e iraniani, nonché sunniti mobilitati dai Fratelli Musulmani.
Sbaglia di grosso Gilles Kepel quando, nell'intervista concessa ieri a Repubblica, nega l'esistenza di un «fascismo islamico» perché, a suo avviso, «i gruppi terroristici islamici sono il contrario di un movimento di massa». Chi come me ha vissuto sotto il regime dittatoriale di Nasser in Egitto e oggi è un bersaglio del terrorismo islamico, sa bene che questo terrorismo è solo la punta dell'iceberg di un più ampio movimento ideologico, fondato sull'antiebraismo e l'antiamericanismo, inculcato sin dalla tenera età alle masse e che è diventato parte integrante della loro cultura e della loro fede. È vero che è una minoranza quella che pratica il terrorismo islamico, ma c'è una maggioranza di musulmani che condivide la loro ideologia fascista.
Questo medesimo approccio ideologico è espresso in maniera più militante da Piero Sansonetti che, confutando il concetto di «fascismo islamico», su Liberazione mi definisce «uno dei capifila» dei «fondamentalisti occidentali e cristiani». Caro Piero, non sono un fondamentalista, bensì una vittima designata del fondamentalismo, non quello occidentale bensì islamico; sono un musulmano, laico e liberale, che da oltre tre anni paga di persona una strenua battaglia contro il «fascismo islamico» per affermare la cultura della vita e della libertà tra i musulmani.
Magdi Allam da ilcorriere.it

 
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