Il sofà delle muse

Datemi un'alba ancora. Il dottor Morte vuol vivere

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Pontormo
view post Posted on 16/7/2006, 19:52




Contraddizione che conferma l'istinto del cuore umano

E'ridotto a 50 chili di peso, può a stento stare in piedi e non ha più la forza di leggere o di scrivere, nella cella di prigione in cui è chiuso. Jack Kevorkian, l'uomo che i giornali di tutto il mondo chiamavano il "dottor Morte" per avere aiutato a morire 130 malati, a 78 anni e' ormai, dice il suo avvocato, "un cadavere che cammina". Eppure il medico, in un'intervista a un quotidiano di Detroit, dichiara che non chiederebbe, per se stesso, l'eutanasia. "Non sono mai stato un teorico del suicidio assistito, ho sempre affermato semplicemente il diritto di morire per chi, in condizioni di irrimediabile e insopportabile malattia terminale, lo domandi".
E tuttavia Kevorkian, che ora appare molto vicino a quelle condizioni che giudicava meritevoli di questa scelta, non vuole morire. Non vuole, benché inchiodato a un destino che i sostenitori dell'eutanasia riterrebbero intollerabile, perdere un solo giorno di vita - della sua vita penosa, chiuso da sette anni in una cella di un carcere nel Michigan e con una condanna ancora lunga da scontare per avere praticato l'eutanasia a un malato, la cui "dolce morte" fu trasmessa dalla Cbs in tutti gli States. Il dottor Morte, a quella sua vita ormai martoriata e prigioniera, non ha voglia di rinunciare. Il dottor Morte non si arrende: quattro volte ha chiesto, a causa delle sue condizioni, di essere rimesso in libertà, quattro volte quella libertà gli è stata negata dagli inflessibili tribunali americani. Una nuova occasione potrebbe presentarsi nel luglio del 2007 - ma non è detto che fra un anno il condannato sia vivo. E tuttavia quest'uomo ischeletrito, che impressiona chi lo incontra per la morte che sembra avere alle calcagna, questa volta non ha fretta: non crede, non gli sembra che la sua fatica a stare in piedi, a ingoiare un boccone, che il suo trascinarsi stentato siano così disperati da meritare una fine rapida, e un giorno di meno.
Oltre alla pietà per la sorte di chi ha frequentato per tutta la vita la morte - in una intimità che contraddice l'inimicizia istintiva fra gli uomini e la loro ultima ora - e che adesso, alle soglie degli ottant'anni, le si trova come incatenato, nessuno dei due disposto a cedere di un passo, viene davanti a questa storia da pensare a ciò che testimoniano i medici dei reparti dei malati terminali. E cioè che, contrariamente alla vulgata mediatica corrente, i pazienti più gravi, quando siano liberati dal dolore più aspro, non chiedono di morire, ma di vivere. Che, proprio sul limite estremo della morte, è l'istinto di vita che insorge, e domanda: ancora un mese, un giorno. Ancora la faccia di tuo figlio, vicina. Un'alba, ancora.
Misterioso destino di un uomo che ha preferito per gli altri, nel nome di ciò che chiamava pietà, e pur essendo un medico, dare la morte all'accompagnare a morire. Scoprire, a 78 anni e ridotto alle ossa, e al pensiero, che di vivere pure in questo modo, e solo, e in una cella - ciò che i suoi 130 pazienti non avrebbero forse sopportato - vale ancora la pena. Un uomo forte, deciso, capace per le sue idee di sfidare la legge e affrontare il carcere, piegato da cosa? Forse dalla esperienza nella propria carne, quella ineludibile che si prova davvero quando la vita in gioco, e il respiro, e la luce che non rivedrai, è la tua. Dopo una vita passata a corteggiare la morte, a darla, a condursela accanto, solo alla fine il dottore ha riconosciuto il volto vero della sua compagna. E ha detto no. Che non venga prima, che mi sia dato, in questa cella angusta, un po' di tempo. Per vivere. Per un'alba, ancora.
di Marina Corradi da http://www.avvenire.it/
Il tema è molto delicato ma non si può liquidare l'eutanasia dichiarandola sic et simpliciter come un diritto della persona che può fare quello che vuole della sua vita, dato che le è stata donata, ergo la sua vita non le appartiene.La Ministro della Sanità Turco ha voluto che il parto indolore fosse alla portata di tutti, firmando un decreto che rende possibile il rimborso delle spese sostenute per praticarlo.Ora faccia un altro passo avanti, cerchi di sostenere ed aumentare i centri che praticano la terapia del dolore, poi, molto poi, magari metta mano al testamento biologico, ma lo faccia consultando anche chi è un profondo conoscitore dell'etica vera e dell'animo umano.Consenta pure una migliore assistenza per i bambini con grave handicap che hanno bisogno di una serie di cure che certamente le famiglie povere non possono affrontare.Esiste una richiesta fortissima di fisioterapisti che assistano da vicino questi bambini, essi sono pochi e i centri , quasi tutti privati, non si sa neanche se siano in grado di fornire assistenza adeguata: tutto è lasciato ad una iniziativa privata che non subisce controlli di qualità e che costa tantissimo alla gente.Consenta la Ministro Turco, anche a questi bambini di VIVERE, perchè vogliono VIVERE, nel modo migliore possibile, faccia , insomma, una vera politica di assistenza a chi ne ha veramente bisogno, tagliando con coraggio i tantissimi sprechi che tuttora ci sono nella Sanità Italiana, pediatria in particolare, in cui esistono doppioni e triplioni di tutto.Per fare un esempio: se esiste la pediatria di base , se esistono gli ambulatori pediatrici nei vari ospedali, se esistono i consultori materno-infantili e i centri vaccinali , a cosa serve la specialistica ambulatoriale esterna pediatrica? Pagata 35 euro all'ora a soggetti che hanno le nomine dirette da padrini politici e che non fanno nulla?Si paga profumatamente questa gente, si tengono in vita ospedali che non servono a nulla e contemporaneamte si priva di tutto, personale in primis, altri ospedali che sono al collasso per la mole di lavoro: è giusto questo? Non si faccia scrupolo di inserire ticket per chi è più abbiente o di chiudere ospedali improduttivi costruiti per soddisfare miserabili clientele o di tagliare rami secchi clientelari.Non vogliamo l'eutanasia infantile, non siamo, per fortuna , l'Olanda, noi siamo a fianco dei più deboli, lo sia anche lei, faccia qualcosa per aiutare davvero chi ne ha diritto.Vorrei vedere da lei, signora Ministro, praticata una vera politica di sinistra che non consiste nel foraggiare i ricchi e i furbi ma nell'aiutare chi ha davvero bisogno
 
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