Il sofà delle muse

Con Israele senza “se” e senza “ma”

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Pontormo
view post Posted on 16/7/2006, 19:51




IO STO, “SENZA SE E SENZA MA”, dalla parte di Israele nel conflitto – anche se armato – che oppone lo Stato ebraico al Libano, dove c’è un gruppo terroristico, che prima agiva più o meno clandestinamente, e ora si è fatto in parte Stato attraverso gli Hezbollah che sostengono il governo di Beirut. Due milioni di israeliani sono minacciati da questo terrorismo che si è manifestato con l’arma più vile del rapimento per prolungarsi in azioni militari che possono contare sull’aiuto di tre Stati amici: Libano, Siria e Iran. Oggi il problema del Medio Oriente non è più la soluzione del conflitto fra Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese per la costituzione di due Stati autonomi, decisi a vivere e collaborare con due sistemi politici democratici, ma è quella della “guerra mondiale e senza frontiere”, scatenata dal fondamentalismo islamico in modo “ufficiale”, con l’attacco terroristico al cuore del “modello americano” attraverso il simbolo delle “Due Torri” di New York. Per la costituzione di uno Stato palestinese indipendente il governo israeliano ha fatto un passo storico, cioè l’abbandono di tutto il territorio di Gaza, lasciata alla piena e completa autorità palestinese, così come Israele si era già ritirato dal Sud del Libano ed era pronto a trattare sugli insediamenti delle “colonie” in Cisgiordania in cambio della sicurezza del popolo di Israele. Purtroppo, per un malinteso senso di discontinuità, Hamas dopo la vittoria elettorale si è messa in conflitto con lo stesso Presidente palestinese Abu Mazen, che vuole l’interruzione dei rapporti con gli Hezbollah, e chiarezza nei rapporti con la Siria. Oggi il conflitto israelo-palestinese è diventato - che Hamas lo voglia o non lo voglia – una pedina del gioco, ben più ampio e pericoloso, che stanno facendo l’Iran, la Siria e il Libano, e la componente militare degli Hezbollah, contro Israele, per il rafforzamento del fondamentalismo islamico in campo religioso e dell’estremismo antiamericano e antioccidentale anche in campo politico e economico. Credo che non ci sia più alcun dubbio che l’obiettivo finale del Presidente iraniano Ahmadinejad sia la cancellazione dello Stato di Israele, riprendendo del resto l’obiettivo iniziale, che fu iscritto nel programma dell’Olp fino agli anni ’80. Il punto resta sempre questo: la pace e la cooperazione fra Israele e uno Stato palestinese indipendente saranno assicurati soltanto se l’Iran e tutti gli Stati Arabi, specialmente se confinanti, accetteranno, riconosceranno l’esistenza dello Stato d’Israele come paese democratico con moderne strutture politiche, economiche e sociali. Israele è uno Stato in cui le forze armate sono controllate dal Governo e dal Parlamento; è un modello di democrazia che funziona secondo la volontà degli elettori, ai quali sta a cuore un futuro di pace e di cooperazione con gli altri popoli del mondo. Tutto questo non può essere fatto soltanto con dichiarazioni di principio, ma con atti politici precisi, e Israele ne ha indicati alcuni anche per la soluzione del conflitto con il Libano: l’immediata liberazione dei due soldati rapiti, senza condizione, e lo scioglimento delle formazioni militari di Hezbollah. Gli Stati Uniti hanno una posizione chiara; lo si è potuto leggere nei resoconti del Vertice del G8 a San Pietroburgo, dove era presente per la prima volta, all’“Onu dei Paesi economicamente più sviluppati del mondo”, anche il Primo Ministro della Cina popolare. Il G8 non ha una competenza specifica per affrontare i “venti di guerra” dove si manifestano. Ma il suo peso economico dà al G8 anche un potere politico tale da indurre i paesi che hanno conosciuto i danni provocati dalle ideologie totalitarie, come il nazismo e il comunismo, a trovare un accordo perché non avvenga mai una “Monaco del 2000” che segni la resa alle ideologie e agli strumenti di morte simili a quelli che, negli anni ’30, ’40 e ’50 e fino alla caduta del “Muro di Berlino”, tolsero la dignità all’uomo. Uno di questi “poteri di morte” è sicuramente il terrorismo fondamentalista di matrice islamica, contro il quale anche a San Pietroburgo è sembrato ci sia un’intesa per operare insieme nelle istituzioni internazionali e mondiali di cui i 7 + 2 fanno parte e in primo luogo le cinque potenze nucleari del Consiglio di Sicurezza dell’Onu con diritto di veto. Dove, invece, mi sembra che ci siano purtroppo posizioni non convergenti è l’Unione Europea; dove i giudizi differenziati perfino sulle responsabilità del “primo colpo” che ha portato al conflitto fra Israele e Libano, diminuiscono il ruolo che l’Ue può svolgere per una lotta comune contro il terrorismo internazionale, il cui peso è sempre più sostenuto dagli Stati Uniti. Le contraddizioni raggiungono il massimo grado nell’attuale maggioranza di Sinistracentro del governo Prodi, dove ci sono tre diverse posizioni: quelle estremiste dei Comunisti Italiani (“richiamo in patria dell’Ambasciatore d’Italia presso lo Stato di Israele”) e di Rifondazione comunista che vuole una forza di interposizione (fra chi? il Libano e Israele?); quella di chi dà “un colpo al cerchio ed uno alla botte” come i Ds e, infine, quella che lascerebbe volentieri fare agli americani ciò che non riesce all’Unione Europea, ma che Rutelli non potrebbe mai dichiarare ufficialmente, se pure lo volesse.
di Gustavo Selva da ilroma.net
In effetti certe verità sono troppo scomode per essere accettate dai soliti noti della sinistra estrema e dagli ipocriti sepolcri imbiancati del cosiddetto centro.Come sempre L'Europa tace e dimostra ancora una volta di non voler far fronte alle sue responsabilità.Per forza , l'Europa è tuttora un' utopia governata da bottegai miopi e imbelli, alcuni di questi salumieri sono, peraltro, palloni gonfiati da grandeur inesistente da prendere...a testate direi...vero caro Chirac?
 
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*Ishtar*
view post Posted on 6/8/2006, 19:34




Israele lasciato solo da un’Europa vigliacca
Davanti alla guerra, la più antica, insieme all’amore, delle attività dell’uomo, è ipocrita e vile strillare, mettere su sceneggiate patetiche, mostrarsi scioccati,invocare la pace. Il vecchio continente non ha le carte in regola per fare la morale a nessuno. Non mi riferisco solo al fatto d’aver partorito due inarrivabili industrie della morte come il nazismo e il comunismo. Non penso solo alla vergogna ed all’orrore di quanti si professano, tuttora, neonazisti o neocomunisti, e magari son perciò finiti in Parlamento. Bombardare, in certi casi, è la sola igiene del mondo. Ed io, ad esempio, volentieri raderei al suolo certi edifici della Sorbona di Parigi, scellerati laboratori di follia omicida. Da lì, è partita la teoresi del fondamentalismo islamico. Da lì, insieme ai filosofemi terzomondisti son venuti fuori i peggiori macellai asiatici ed africani degli ultimi cinquant’anni. Pol Pot ed i suoi più stretti collaboratori furono studenti provetti di codesto ateneo, dove cattivi deliranti maestri francofoni, ovviamente marxisti-leninisti, insegnarono ed insegnano le “soluzioni radicali”, come quella di creare l’homo novus cambogiano, semplicemente trucidando quasi la metà della popolazione. Nessuno ha mai chiesto conto ai professori francesi di Pol Pot, niente, neanche un avviso di garanzia per concorso morale in strage. Da lì, dalla Sorbona, il fuoco dell’antisemitismo, magari sotto forma di antisionismo, secolare vocazione tipicamente francese. E non sarebbe giusto risparmiare il bombardamento ad altre università, italiane, inglesi, scandinave, iberiche, belghe, olandesi, laddove s’inocula la patologia dei diritti incivili, sì, in-civili. Solo in Europa, del resto, esiste ufficialmente un partito politico che ha posto la pedofilia come “ideale”. E già si delineano i partiti con la bandiera della cocaina e dell’eroina. Un recente sondaggio tra i giovani ha eletto come modello ideale di manager moderno nientemeno che il povero Lapo Elkann! Sul conflitto in corso tra Israele ed Hezbollah, invece di pontificare, rammaricarci, deplorare, dovremmo avere il coraggio di raccontare alla gente come stanno veramente le cose. La verità è che lo Stato d’Israele, pochi milioni di figli di Mosé, tosti e coraggiosi, circondati da miliardi di islamici, non ha, nel tempo medio-lungo, nessuna possibilità di sopravvivere, a meno che non si arrivi ad una guerra totale tra mondo giudaico-cristiano e mondo musulmano. La verità è che non c’è possibilità di accordo duraturo e di civile pacifica convivenza. Tale è la speranza degli israeliani, ma la parola “speranza” si soffoca loro in gola, ogni giorno, davanti alla realtà di un avversario che non lotta per i propri diritti, ma per la distruzione dalle fondamenta di tutto ciò che è stella di David. Palestinesi, siriani, iraniani, etc. si sentono chiamati da Dio a cancellare Israele. Punto e basta. Se non si parte da qui, non si capisce niente di quanto accade o si finge di non capire, come fa D’Alema. La vecchia e vigliacca Europa, che non volle morire per Danzica e, poi, per l’Ungheria, ora che è anche l’Europa di Zapatero, Prodi, Chirac non credo che avrà il fegato di rischiare un grammo di sé per Gerusalemme. Il giorno che gli Stati Uniti si ritireranno, tornando all’isolazionismo, Israele cadrà e dopo di lei, giusta nemesi, le università europee diverranno scuole coraniche obbligatorie.
di Giancarlo Lehner da ilroma.net
Eh già, dagli addosso all'ebreo..e se non è razzismo e nazionalsocialismo da SS questo..(se non si capisse Hitler era un "nazionalsocialista").L'Europa è una federazione di Stati costituita essenzialmente da mercanti meschini ed egoisti, miopi come talpe e oltremodo micragnosi, senza nessuna dignità e nessuna apertura mentale intelligente, con zero politica VERA o alta che dir si voglia.Tutto qui, e hanno pure il coraggio di sputare sull'Amerika
 
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1 replies since 16/7/2006, 19:51   38 views
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