Il sofą delle muse

Il paese dei "tutti sani" e il segreto dei Bał

« Older   Newer »
  Share  
valmont74
view post Posted on 2/7/2006, 20:18




STOCCAREDDO (Vicenza) - Il paese che non si ammala mai, arrampicato sulle pendici del Col del Rosso, in fondo alla Valsugana, ha quasi sempre il sole in faccia e il vento in poppa.

Per le stradine strette, tutto un saliscendi, non passa neanche un'auto, e le mucche sonnecchiano nel prato davanti a una chiesa vagamente gotica che assomiglia pił a una capanna alpina. Gli unici rumori sono i canti degli uccelli sugli alberi e le voci dei Pooh in un vecchio pezzo, "Piccola Katy", che escono da una finestra aperta. "Cantiamo spesso. Siamo allegri. Forse č questo il nostro segreto", dice sornione Amerigo Bał, 61 anni portati benissimo, impiegato dei telefoni in pensione. Č da 2 anni che medici e studiosi della Fondazione "Mauro Baschirotto" che si occupa della ricerca sulle malattie rare, stanno conducendo un'indagine scientifica su tutti gli abitanti di questo curioso "isolato genetico" dove su 402 anime, 380 portano lo stesso cognome: Bał. E i primi risultati sono sorprendenti: i Bał, che derivano tutti da un unico capostipite, sono pił sani degli altri comuni mortali. Perché hanno mantenuto un Dna integro nel tempo e hanno sviluppato geni protettivi in grado di renderli immuni da alcune malattie, come quelle cardiovascolari, e il diabete.

Una scoperta che, se gli studiosi riusciranno a isolare questo "fattore di protezione" dopo averlo "confrontato" coi 4mila geni portatori di malattie, "potrebbe diventare importantissima, e venire messa a disposizione di tutti, magari attraverso la creazione di un farmaco", dice Anna Baschirotto, che con il marito Giuseppe ha fondato nel 1987 l'istituto di Costozza di Longare, nel vicentino, punto di riferimento internazionale per la ricerca sulle malattie rare, dopo la morte del figlio Mauro ucciso a 16 anni dall'"Apeced", malattia rara che gli aveva fatto diventare i capelli tutti bianchi e lo aveva reso sensibile a tutte le infezioni. "Ci vorranno ancora un paio d'anni per completare la ricerca", spiega. Un lavoro iniziato andando in paese con un camper a prelevare il Dna di tutti gli abitanti e a sottoporli a una serie di test: analisi biochimiche, sangue, urine, pressione, glicemia, azotemia, vista, udito, gusto, alimentazione. E lo studio, attento, dell'albero genealogico di ciascuno, dell'elevato tasso di "endogamia", cioč dei matrimoni all'interno del paese, e di quelli all'interno della stessa famiglia, tra cugini, per cui ci volle, ai primi del '900, un permesso speciale della Curia.

Vien fuori che a parte l'aria buona di montagna non č che i Bał seguano diete, anzi, mangiano pesantino: formaggi, sopressa, polenta e osei, tutte cose che un buon dietologo vieterebbe. Non disdegnano il vino. Difatti qualche problemino ce l'hanno, ma diversamente dagli altri mortali, non ne sopportano le conseguenze. Per esempio, spiega Giuseppe Baschirotto, "hanno tutti valori glicemici cosģ alti che dovrebbero avere il diabete, e invece non ce n'č uno che ce l'abbia". Molti hanno i trigliceridi fuori norma, ma nessuno soffre di ipertensione. Per motivi ancora misteriosi, hanno sviluppato un gene protettivo.

E questo gene prezioso, su cui gli studiosi hanno cominciato a lavorare, deriverebbe, secondo Matteo Bertelli, genetista della Fondazione Baschirotto, dal potente Dna del primo dei Bał, il capostipite, che arrivņ qui sull'altopiano nel XII secolo, pare dalla lontana Danimarca. "Abbiamo accertato che il 90% dei Bał derivano da un unico "papą" originario", spiega lo studioso.

Tutti parenti, praticamente. E tutti sanissimi. Merito di un Dna che ha potuto mantenersi integro nel tempo, spiega Anna Baschirotto, perché il paese di Stoccareddo č un raro caso di "isolato genetico", che per la ricerca rappresenta "una risorsa eccezionale", dal momento che "aumenta notevolmente le possibilitą di successo nell'individuare le cause genetiche delle malattie".

L'isolamento, insomma, invece che danni ha fatto bene a Stoccareddo, un pugno di case, una scuola elementare, un negozio di alimentari, una rivendita di sali e tabacchi, un bar con la maglia di Eder Bał, la gloria locale, che fa il calciatore in serie B con la Triestina, "e tanta neve d'inverno che non si usciva per giorni dal paese e si stava a bere, a mangiare e a cantare canzoni di montagna".

Difficile trovarlo un paese pił isolato, imbucato in fondo a una valle, dove non ci passa mai nessuno e bisogna andarci apposta, e se uno non ci abita non ha alcun motivo per andarci. C'č una sola stradina, strettissima e tutta curve, che scende dalla statale tra Foza e Gallio, di cui č una frazione, e poi prosegue per Bassano. C'č un laboratorio di confezioni, una ditta che fa tetti, un grossista di piante.

Sono edili, artigiani, operai, impiegati, pensionati e casalinghe, ma anche ingegneri e tecnici informatici. Gli artigiani lavorano in paese, gli altri fuori. Ma i Bał, famiglia d'emigranti, si sono sparsi in tutto il mondo: America, Brasile, Argentina, Australia, Belgio, Francia. E ogni qualche anno si ritrovano, da tutto il mondo, qui dove tutto č cominciato, a Stoccareddo. "L'ultima volta, nel 2004, eravamo 1.150 Bał - racconta Amerigo Bał - ma in tutto il mondo saremo almeno 8mila". E tra questi alcuni "eroi", come i 7 Bał "americani", Guerrino in testa, che parteciparono allo sbarco in Normandia. Saranno "immuni" anche gli altri Bał del mondo? La ricerca andrą a scoprirlo, cominciando in autunno dalle 70 famiglie di Bał che vivono a Ugine, Alta Savoia.
http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/s...tutti-sani.html
 
Top
0 replies since 2/7/2006, 20:18   55 views
  Share