Lettera aperta a me stesso e alla mia organizzazione
Certo questa storia della concussione sessuale fa ridere. Le intercettazioni selvagge, invece, fanno piangere, perchè ci raccontano l’inciviltà giuridica di questo Paese e l’attesa smisurata di certa sinistra con la toga per il vento politico che cambia.
C’è aria, e anche pesante, di vendetta. C’è la successione al Berlusca e i cortigiani del bordello delle libertà devono pagare caro, carissimo: così hanno deciso alcuni signori imbellettati, probabilmente con la regia dei soliti noti, quelli che non hanno mai smesso di fare i magistrati pur entrando in politica, quelli al di sopra del bene e del male, quelli che “i ragazzi di salò” non erano poi tanto male, nel delirio di onnipotenza verbale di chi si può permettere di concedere patenti di democrazia.
Eppure, eppure questa storiaccia di puttane e rane dalla bocca larga, seppur ridicola e ignobilmente utilizzata per massacrare An e i suoi uomini, non ci lascia indifferenti. Per i motivi sopra elencati e anche perché non sopportiamo il tanfo del sospetto, mai, neppure quando lo provocano gli altri. La cartaccia quotidiana di “lorsignori” paragona Alleanza Nazionale al Partito Socialista di Craxi? Storie. Verrebbe voglia di tirargli una monetina, anzi due; verrebbe voglia di scordarsi per un attimo che chi di giustizialismo ferisce di giustizialismo perisce.. ma è più forte di noi.
C’eravamo pure noi al Raphael e non perché Bettino fosse peggio di altri. C’eravamo perchè la nostra storia ideale non conosceva infamie e falsità, eravamo quelli delle tasche rovesciate di Piazzale Loreto che non producevano neppure il tintinnio di una monetina. Siamo, fortunatamente, quelli di un’organizzazione giovanile che piange i suoi morti, poveri nelle tasche ma ricchi nello spirito, quelli che Paolo Borsellino non è un’icona, bensì quello che ciascuno di noi vorrebbe essere. Siamo questi, ma non lo saremo per sempre e non lo siamo tutti. Piantiamo i piedi per terra e ricordiamoci che le mani sporche che Drieu attribuiva all’artista intento a plasmare l’opera d’arte non sono una deroga alla propria integrità.
Ci sono limiti che non si superano mai, pena la perdita di qualunque identità, l’annacquamento e l’odore acre della carne bruciata dalle fiamme dell’inferno. Lo sappiamo che il potere è una brutta bestia, altrimenti non avremmo amato il Signore degli Anelli e non avremmo trepidato per un Frodo divorato dal desiderio di indossarlo l’Anello: l’Unico, però, finisce nel fuoco, si fonde e si confonde con la forza purificatrice del magma bollente.
Ecco, ricordatevelo, amici di Azione Giovani che diventate qualcosa o qualcuno: tenteranno sempre di farvi diventare uguali a loro, ci sarà sempre un momento nel quale sarete chiamati a scegliere fra il bene e il male e se sceglierete il bene vi faranno credere che siete stupidi, incapaci, poco tagliati per la politica. Eh, ma la politica è un’altra storia. E anche la dignità. Chi non ne ha più strappi dalla propria stanzetta il manifesto di zio Ez, almeno: delle idee malsane che diventano azione ne facciamo volentieri a meno…
Teniamo la testa alta e guardiamoci allo specchio. Sempre. Si, una politica diversa è possibile, soprattutto se a farla sono i giovani, ma non è roba per apprendisti stregoni, vecchi già prima di esser cresciuti, Consiglieri di qualcosa ancor prima di essere uomini. Accidenti, spero che la ragazzetta della Garbatella ci ricordi che non serve strisciare per scalare una montagna e raggiungere la vetta. Respiriamo forte un po’ d’aria pulita e rimettiamoci in cammino.
Questa non è una storia da strumentalizzare, caro signor magistrato col cappello arcobaleno. E’ una storia rivoluzionaria e lo diciamo sottovoce: se ci intercettano verremo accusati di associazione sovversiva. Amen.
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