Il sofà delle muse

Arrestato Vittorio Emanuele di Savoia

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Pontormo
view post Posted on 17/6/2006, 18:05




Inchiesta del pm Woodcock: il principe è accusato di corruzione, falso, sfruttamento della prostituzione. E' in cella con un altro detenuto e dice: "Sono assolutamente innocente". In tutto 13 arresti, 24 indagati. Ai domiciliari Sottile, portavoce di Fini. Il figlio Emanuele Filiberto coinvolto in un'inchiesta parallela per un presunto reato informatico
Associazione a delinquere, finalizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione: sono queste le accuse che hanno portato in carcere, a Potenza, Vittorio Emanuele di Savoia, in un'inchiesta del pm potentino Henry John Woodcock, già noto per dato vita ad altre inchieste su personaggi noti dell’alta società (tra le più eclatanti quella nota come "Vip-gate" che nel dicembre del 2003 portò all'iscrizione nel registro degli indagati di 78 persone tra cui politici, due ministri, personaggi dello spettacolo e del giornalismo, funzionari di Ministeri, Comuni, enti pubblici per una serie di reati che andavano dall'associazione per delinquere per la turbativa di appalti all'estorsione, alla corruzione, al millantato credito ed al favoreggiamento. Un'inchiesta che si concluse con l'archiviazione degli indagati più noti ma alcuni fascicoli sono ancora aperti in altre Procure).
EMANUELE FILIBERTO INDAGATO
Anche Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele, è coinvolto in un'inchiesta, sempre condotta dalla Procura del capoluogo lucano. Emanuele Filiberto sarebbe accusato di aver sabotato un sito internet che diffondeva contenuti poco graditi alla sua famiglia.
Durante la conferenza stampa del gip Alberto Iannuzzi, la notizia è stata data dal giudice stesso, che però ha tenuto a precisare che si tratterebbe di un'indagine parallela che va a completare il quadro accusatorio intorno alla famiglia Savoia.
GLI ALTRI FERMATI
Il gip potentino ha ordinato l'arresto del principe di casa Savoia - che torna in una cella dopo l'incidente in cui, il 18 agosto 1978, provocò la morte di Dirk Hammer all'isola di Cavallo, in Corsica - e di altre 12 persone, sei delle quali hanno ottenuto i benefici della detenzione domiciliare.
Tra loro il sindaco di Campione d'Italia, Roberto Salmoiraghi, e un altro nome di rilievo: quello del portavoce dell’ex ministro degli Esteri Gianfranco Fini (estraneo alla vicenda), Salvatore Sottile; poi Giuseppe Rizzani, delegato dei Savoia per la Lombardia, che si trovava in compagnia di Vittorio Emanuele, quando è stato avvicinato dagli agenti all'imbarcadero di Villa Cipressi a Varenna (LC).
Tra gli altri destinatari delle ordinanze del gip, due faccendieri arrestati lo scorso mese di maggio: Massimo Pizza e Achille De Luca.
Entrambi erano già accusati di aver truffato numerosi imprenditori promettendo investimenti esteri ma appropriandosi in realtà del denaro che veniva loro affidato.
E dal materiale raccolto durante quell'inchiesta, il pm Woodcock è risalito a una famiglia di malavitosi siciliani (alcuni dei quali fanno parte dei 13 arrestati) e ha quindi ricavato gli elementi per avviare l'indagine sui videogiochi e sulla prostituzione giunta alla clamorosa svolta di queste ultime ore.
L’ARRESTO DEL PRINCIPE
Vittorio Emanuele di Savoia è stato arrestato sulla sponda lecchese del lago di Como, dagli agenti della Polizia di Stato e della Polizia municipale di Potenza, che hanno indagato seguendo le direttive di Woodcock.
"Anche se materialmente non era presente a tutto", Vittorio Emanuele di Savoia “era a conoscenza di tutti i passaggi".
Così, in una lunga conferenza stampa il gip di Potenza Alberto Iannuzzi ha spiegato ai giornalisti da dove sono partite le indagini che hanno coinvolto il principe Vittorio Emanuele di Savoia.
"Il principe fa da
intermediario in operazioni che si svolgono anche senza di lui, ma di cui è il referente ultimo. Era una sorta di carta di credito, una garanzia".
L’INCHIESTA DI POTENZA
L'inchiesta, ha chiarito il gip, è partita da un'occupazione abusiva di suolo a Bucaletto, vicino Potenza.
Le intercettazioni telefoniche sarebbero state disposte per verificare le accuse di millantato credito per un prefabbricato promesso da un dipendente comunale ad una persona in cambio di soldi.
A quel punto si sarebbe iniziato ad indagare su un vasto giro di usura che poi ha portato ad una serie di incastri e rimandi che hanno generato l'apertura dell'inchiesta.
Martedì, intanto, inizieranno gli interrogatori di garanzia, presso la Casa circondariale di Potenza, per Vittorio Emanuele di Savoia e gli altri indagati.
LE ACCUSE
L'accusa del pm Woodcock di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso fa riferimento ad un vero e proprio ''mercato'' dei nulla osta per i videogiochi ed altri apparecchi elettronici utilizzati per il gioco d'azzardo.
Nella vicenda gli investigatori hanno scoperto legami con esponenti della criminalità organizzata siciliana.
L'altra accusa, quella di associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione, riguarda il reclutamento di ragazze da offrire a clienti del casinò di Campione d'Italia.
IN CARCERE NELLA NOTTE
Vittorio Emanuele di Savoia è arrivato nel carcere di Potenza a notte fonda. L'auto sulla quale viaggiava, partita da Lecco poco dopo le 15 di venerdì pomeriggio, al suo arrivo aveva i vetri oscurati con fogli di giornale. L'erede Savoia è stato tradotto in cella scortato da agenti della Polizia di Stato.
Per il momento non sono state previste particolari misure di sicurezza da parte delle forze dell'ordine anche se, già dalle prime ore della mattina, una folla di giornalisti e cineoperatori è arrivata nel capoluogo della Basilicata.
LA DIFESA DEL PRINCIPE
''Sono innocente, assolutamente innocente, estraneo a tutte queste accuse che mi sono rivolte'': così Vittorio Emanuele di Savoia - secondo quanto si è appreso - si è rivolto questa mattina, in una saletta del carcere di Potenza, ai suoi legali, Donatello Cimadomo e Piervito Bardi, che ha incontrato per circa mezz' ora.
Tutt' altro che prostrato, Vittorio Emanuele ha manifestato ''uno spirito battagliero'' - ha riferito una fonte - tutto proteso a provare la propria innocenza. Nulla è trapelato, nel dettaglio, riguardo l' incontro con i suoi legali.
Secondo quanto si è saputo, il colloquio ha avuto carattere preliminare ed è stato finalizzato a definire le linee generali di difesa.
Per mettere a punto la strategia da adottare già a partire dall' interrogatorio di garanzia, il principe rivedrà i suoi avvocati, dopo aver letto le circa duemila pagine dell'ordinanza di custodia cautelare.
STUPORE AMICIZIA
Dopo l’arresto del principe, immediate sono state le reazioni: durissime e critiche da una parte, quasi sfuggenti nella loro laconicità (del tutto attesa), da parte del pm e del gip Woodcock.
Raggiunto telefonicamente, il pm titolare dell' inchiesta, non intende rilasciare dichiarazioni: ''Non ho niente da dire, non parlo con nessuno. Non parlo mai delle mie inchieste''.
"Stupore" nella reazione del Movimento monarchici italiani alla notizia dell'arresto. A Vittorio Emanuele di Savoia, l'associazione esprime "solidarietà".
E "scioccato" si è detto Amedeo di Savoia, cugino di Vittorio Emanuele: "Siamo cugini, abbiamo lo stesso cognome e voglio esprimere a Vittorio Emanuele tutta la mia solidarietà - ha commentato. Malgrado tutto quello che è stato scritto sugli screzi che possiamo avere avuto, in questo momento io voglio dimenticare tutto e manifestare affetto verso mio cugino. Voglio aggiungere che ho molta fiducia in chi gestisce la legge in Italia".
Il figlio del principe, Emanuele Filiberto ha detto che il padre è stato trattato come "un bandito" e ha espresso un giudizio più che tagliente sull'operato del pubblico ministero: “Vedo capi d'accusa che non hanno niente che vedere con mio padre, è un fatto molto grave, spero che Woodcock sia certo di quello che sta facendo" perché altrimenti è "l 'ultima cosa che farà".
Al pm sono giunte anche le critiche da numerosi uomini politici: l' ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, si è chiesto dove sia finito il procedimento avviato dal Consiglio Superiore della Magistratura a carico di Woodcock, mentre l' ex Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, ha accusato il pm di fare inchieste per finire sui giornali.
Il ministro della Giustizia Clemente Mastella auspica "sin d'ora che l'inchiesta possa concludersi nei tempi più rapidi possibili, compatibilmente con le varie fasi di controllo previste nel nostro ordinamento".
Ed ha aggiunto che "seguirà doverosamente il corso delle indagini, nel rispetto dell'autonomia della magistratura anche a tutela delle garanzie dei cittadini e dell'osservanza del principio di presunzione di non colpevolezza".
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