Il sofà delle muse

New York impazzisce per l'arte

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verbenasapiens
view post Posted on 10/5/2006, 19:42




NEW YORK – Le due case d’asta più importanti del mondo, Sotheby’s e Christie’s, non c’è dubbio, sono nate a Londra e rimangono sempre con l’accento inglese. Ma il mercato mondiale dell’arte oggi a parte la pronuncia, è per tre quarti americano. Nel senso che, anche se è internazionale e Londra conserva sempre un ruolo di grandissimo rilievo, non potrebbe funzionare se non avesse il centro principale delle operazioni nella Grande Mela. Così si spiega il fatto che, non soltanto per vendere e comprare, ma anche per capire e anticipare le tendenze, ogni anno, con l’arrivo della primavera, mercanti d’arte, collezionisti, artisti, studiosi e curatori di musei non possono mancare le grandi vendite di maggio che si svolgono a New York.
Così è accaduto la scorsa notte da Christie’s, con la prima grande vendita dedicata all’arte contemporanea e degli artisti più recenti che hanno incominciato a lavorare dopo il secondo dopoguerra. C’erano, nell’affollatissimo salone, centinaia di persone che rilanciavano di continuo facendo salire i prezzi a livelli inusitati. Molti erano chiaramente galleristi, fra i quali si notava un italiano con gli enormi occhiali di tartaruga a righe gialle verticali. Altri avevano l’aria di essere alla ricerca di nuovi investimenti o, forse, grandi intenditori e appassionati, perché si precipitavano a comprare con trasporto come se non ci fosse più domani.
CIFRA RECORD PER FONTANA - Un paio di ragazzi sui trent’anni, quando è stato battuto un quadro di Lucio Fontana color oro intitolato “Concetto spaziale”, di proprietà di un collezionista privato di Perugia, si sono intestarditi a non lasciarselo sfuggire e hanno fatto salire il prezzo dalla stima originaria di 1,2 – 1,8 milioni a 2,4 milioni di dollari (1 milione e 900 mila euro). La cifra ha superato quindi di quasi centomila dollari la più alta quotazione mai raggiunta dall’artista, italiano d’Argentina come nascita e milanese d’adozione.
Prima di Fontana un soddisfacente piazzamento, con un milione e 700 mila dollari (1.350.000 euro) è stato ottenuto anche dal quadro intitolato “Achrome” di Piero Manzoni, antesignano dell’arte povera e concettuale.
LA PECORA DI HIRST A DUE MILIONI E 380 MILA EURO - Ma a fare la parte….del leone è stata la famosa pecora tagliata opera dell’inglese Damien Hirst, conservata sotto formaldeide in due vasche trasparenti parallele. L’installazione, che era stata esposta in una mostra a Napoli nel 1996, come si capisce anche dal titolo “Away from the flock, divided” (“via dal gregge, divisi”) è in sostanza una forma di provocazione calcolata, il cui obiettivo è far riflettere sulla fragilità estrema della vita e sulla inesorabile certezza della morte, che incombe su tutte le creature. E i collezionisti, senza farsi intimidire dal macabro soggetto, si sono dati battaglia per accaparrarsi la pecora di Hirst, che con 3 milioni di dollari (2 milioni e 380 mila euro) ha migliorato di un buon terzo il precedente record dell’artista inglese. In ogni caso agli appassionati del genere il prezzo della pecora tagliata, per quanto rilevante, dev’essere sembrato un grande affare, se si pensa che un’altra versione della stessa opera di Hirst sarebbe stata venduta privatamente a 8 milioni di dollari (6 milioni e 350 mila euro). Sempre di Hirst ha stentato invece a decollare l’impegnativa composizione “Beauty and the Beast”, formata da due grandi pannelli quadrangolari, uno nero ottenuto incollando sulla superficie uno strato fittissimo di mosche; l’altro realizzato disponendo come una specie di mosaico delle ali colorate di farfalla. Anche questo doppio quadro ha però raggiunto il rispettabile livello di 1,5 milioni di dollari (1,2 milioni di euro), confermando che, per la moltitudine non immensa ma crescente dei neo-collezionisti sotto i quarant’anni, questo artista, che molti tradizionalisti non sopportano, si prepara a diventare – piaccia o meno – un nuovo classico.
POP ART - Un prezzo ragguardevole, anche se al di sotto delle stime che oscillavano fra 3,5 e 4,5 milioni di dollari, ha ottenuto il “pittore di piscine” David Hockney considerato uno dei maestri della pop-art. Il suo quadro “A Neat Lawn” del 1967, dove è raffigurata una casa californiana che splende sotto il sole, considerato importante perché dipinto nello stesso anno di quello simile custodito dalla Tate Gallery, è rimasto infatti esattamente sul livello di 3,2 milioni raggiunto nel giugno dello scorso anno a Londra, prezzo che comunque resta sempre il più elevato raggiunto dall’artista.
A livelli di prezzo anche più alti si collocano i quadri di de Kooning , come la composizione a olio a sfondo giallo e rosa che ha toccato i 9 milioni di dollari (7 milioni e 150mila euro) e lo splendido “Two women”, rivisitazione contemporanea delle “Tre grazie” di Rubens, che è salito senza sforzo a 5,1 milioni di dollari (4 milioni e 50 mila euro).
WARHOL A 10, 5 MILIONI DI DOLLARI - Ma il
Elane Sturtevant, il quadro «Warhol's Diptych»
nome che si è imposto nella categoria dei “neo-grandi maestri” è stato soprattutto quello di Andy Warhol (10,5 milioni di dollari per il quadro del barattolo di Campbell’s Soup con l’etichetta strappata; 4,6 milioni di dollari per il quadro dove sono riprodotti i leggendari vecchi francobolli premio americani S&H Green Stamps; 2,7 milioni per il quadro di Brigitte Bardot).
In caduta verticale sembrano invece inaspettatamente le azioni dell’inglese Francis Bacon. La scorsa notte il suo “Man carrying a child”, del 1956 , che era valutato da 8 a 12 milioni di dollari, non è riuscito a raggiungere il prezzo di riserva ed è stato ignominiosamente ritirato dopo che le offerte si erano bloccate a quota a 7 milioni.
MINIMALISMO - In forte ascesa, viceversa, sono apparse le quotazioni della “madre del minimalismo Agnes Martin, scomparsa due anni orsono all’età di 92 anni (un suo quadro del 1985 è stato venduto ieri a un milione e 400 mila dollari), di Frank Stella (un milione e 500 mila) e, nella generazione degli artisti americani quarantenni, di Jeff Koons. Ieri da Christie’s l’ex-marito dell’ex-pornodiva poi fugacemente divenuta deputata Ilona Staller, meglio nota agli italiani come “Cicciolina”, con una scultura in bronzo che riproduce puntigliosamente un giubbotto da subacqueo completo di respiratore, ha messo a segno il prezzo di 4,1 milioni di dollari (3,25 milioni di euro). Oggi Koons tenterà di ripetere l’impresa nell’asta di arte contemporanea che si svolge da Sotheby’s il 10 e l'11 maggio, dove la sua installazione completa di tubi fluorescenti, tre aspirapolvere di diversi colori e due lucidatrici, quotato da 2,5 a 3,5 milioni di dollari, potrebbe registrare un prezzo forse equivalente. Sempre da Sotheby’s, c’è molta attesa per la vendita del grande quadro “Sinking Sun” di Roy Lichtenstein, che gli esperti considerano almeno altrettanto significativo quanto l’altro intitolato “In the Car” che lo scorso anno, da Christie’s, raggiunse il prezzo di 16,3 milioni di dollari. Riuscirà il “sole che tramonta” del più grande esponente della pop-art a compiere il miracolo di un “arrotondamento” fino a quota 20 milioni? A Sotheby lo sperano ricordando il fortunato precedente della vendita di una settimana fa.
PICASSO A 75,5 MILIONI DI EURO - Nella sala si
Amante costosa. «Dora Maar au chat»: il ritratto di Dora, amante e modella di Picasso, venduto da Sotheby's per 85 milioni di dollari ( circa 67 milioni di euro) era valutato intorno ai 50 milioni di dollari
batteva il pezzo di gran lunga più importante, il Picasso intitolato “Dora Maar au chat” del 1941 che non si era visto mai in pubblico da più di quarant’anni, e la battaglia si era ridotta a una lotta di posizione fra due soli concorrenti, fermi sul livello di circa 70 milioni. Poi all’improvviso, sul fondo della sala, si alzò gesticolando un individuo sconosciuto. L’uomo, che cercava di farsi notare sventolando una paletta da capostazione con il numero 1340, era evidentemente ignaro di tutte le sacre liturgie britanniche. Si agitava, gridava numeri con un inglese poco comprensibile dalle inflessioni slave. Poi, a ogni proposta di rilancio, rispondeva “okay, okay” e agitava la paletta. Così il compratore misterioso - che potrebbe essere russo ma non ha voluto confermare né smentire, e si è rifiutato anche di dire pubblicamente il proprio nome - ha pagato 85 milioni di dollari, più i diritti d’asta per un totale di 95,2 milioni di dollari, 75 milioni e 500 mila euro. Il Picasso è suo. Mentre lo sconosciuto forse russo se ne andava, con prontezza di riflessi e tatto David Norman, direttore del dipartimento Impressionisti e arte moderna della Sotheby’s ha commentato: “quel signore dev’essere senz’altro una persona di gran gusto”.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...o/10/aste.shtml
 
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salvatores
view post Posted on 10/6/2006, 20:08




posso dire che Picasso non mi piace?
 
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1 replies since 10/5/2006, 19:42   111 views
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