Il sofà delle muse

Carraro: «Sconcerto e rabbia»

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verbenasapiens
view post Posted on 5/5/2006, 19:53




Il presidente della Federcalcio: «Il mio stato d'animo è come quello di milioni di tifosi. La giustizia sportiva agirà con rigore»

ROMA - Non usa giri di parole Franco Carraro, presidente della Federcalcio, nella conferenza stampa convocata dopo la pubblicazione delle intercettazioni: «Il mio stato d'animo è come quello di milioni di tifosi, che provano sconcerto, tristezza e rabbia». «Errori possono esserci - ha aggiunto il presidente Figc - l'importante è che si scopra, e si arrivi alla sanzioni necessarie».
LA GIUSTIZIA SPORTIVA AGIRA' CON SERIETA' - «La giustizia sportiva agirà con serietà, tempestività, serenità e rigore»: lo ha detto Franco Carraro, presidente della Federcalcio, nel corso di una conferenza stampa convocata dopo la pubblicazione delle intercettazioni disposte dalla procura di Torino. «Preferisco che emergano questioni non corrette piuttosto che le stesse vengano insabbiate. Per questo sono contento che la magistratura indaghi sul calcio» ha detto il presidente della Federcalcio sul tema «scottante» delle intercettazioni telefoniche. «Penso sia assolutamente legittimo - ha aggiunto Carraro - che un dirigente di società parli con chi fa le designazioni, purché ciascuno rispetti il proprio ruolo».
IL CASO MAZZINI - Innocenzo Mazzini, il vicepresidente della Figc le cui telefonate, tra le altre, sono state intercettate e pubblicate in questi giorni, non era presente alla conferenza stampa di Carraro in via Allegri. «Passi indietro? Ognuno ha la sensibilità che ritiene. Noi dobbiamo garantire che la Federcalcio non venga coinvolta, o venga coinvolta meno possibile in casi del genere». Alla domanda se Mazzini continuerà a far parte dello staff dirigenziale della Nazionale ai Mondiali, Carraro si è limitato a ricordare che «la lista dei dirigenti azzurri sarà comunicata alla Fifa nei prossimi giorni».
E' IMPORTANTE CHE LA MAGISTRATURA SI OCCUPI DI CALCIO «Desidero esprimere la gratitudine della Figc alla Procura di Torino e di Roma» ha detto Carraro. «L'Ufficio Indagini della Figc è composto da persone estremamente valide ma non dispone dei mezzi di cui dispongono i magistrati: intercettazioni, perquisizioni, controlli bancari. Per questo, è importante che la magistratura si occupi di calcio. Mi auguro che la Figc continui ad avere la collaborazione della magistratura». «Il codice penale - ha aggiunto Carraro - tutela valori diversi rispetto a quelli del codice della giustizia sportiva. È normale che sia così, avviene così in tutto il mondo»
SOSPESI I QUATTRO FISCHIETTI COINVOLTI - Intanto i direttori di gara in questione saranno lasciati a riposo. Dattilo, Trefoloni, Dondarini e Bertini non sono stati designati a dirigere nessuna partita in questo turno di campionato. Il designatore Claudio Mattei ha di fatto sospeso i quattro interessati. Trefoloni aveva diretto mercoledì la finale di andata di Coppa Italia tra Roma e Inter (1-1); Dondarini aveva fischiato sabato scorso in B Torino-Avellino (1-0); Dattilo a sua volta aveva arbitrato Treviso-Ascoli (2-2), mentre l'ultimo impegno di Bertini era stato in Empoli-Inter (1-0), lo scorso 30 aprile.

corriere.it
sarà la volta buona o insabbieranno tutto?
 
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verbenasapiens
view post Posted on 5/5/2006, 21:18




Lo scandalo Moggi, miserie e squallori del nostro calcio
Due pagine su “La Gazzetta dello sport” e una sul “Corriere dello sport”, con richiami vistosi in prima pagina, due pagine sul “Corriere della sera” e su “La Repubblica”, con altri richiami in prima, 91 righe pudiche all’interno de “La Stampa” di Torino senza nomi, citazioni e intercettazioni telefoniche dei signori Moggi, Giraudo, Carraro, Mazzini, Pairetto, Bergamo e compagnia cantando, ed eccovi servito il film “Scandalo al solito”, puntuale e ricorrente sugli schermi del calcio italiano. L’unico commento che nessuno ha osato fare è stato il seguente: «Non ci posso credere». Ci hanno creduto tutti. Per giunta, l’effervescente presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, aveva appena finito di concedere una intervista il cui succo è: «Ci sono poteri fortissimi nel calcio, la sudditanza psicologica esiste, non vanno avanti gli arbitri più bravi ma quelli che si allineano a chi comanda, la Juve vince perché cura il Palazzo mentre il Milan, con superiori mezzi economici, fa lo squadrone ignorando le istituzioni». Quarantotto giorni di intercettazioni telefoniche, dal 10 agosto al 27 settembre 2004, disposte dalla Procura di Torino, hanno confermato quello che era (ed è) il marcio del pallone sotto la presidenza di Franco Carraro già svergognato, nella convocazione del 21 luglio 2005 davanti alla settima Commissione del Senato, dalla pesante accusa del senatore Castagnetti: «Siamo alla fine di ogni credibilità del calcio». In questi anni, davanti alle porte chiuse della Figc, si sono messi in fila uno scandalo dietro l’altro. Passaporti falsi, fideiussioni taroccate, ripescaggi arbitrari, doping amministrativi e di spogliatoio, conflitti di interessi, illeciti e tentati illeciti, campionati bloccati, prepotenze della Lega e prepotenze politiche, stadi vuoti, cori razzisti e nazisti, nazionale sbertucciata dal signor Moreno in Corea. Tutto è passato sotto il naso del signor Carraro, incollato col Bostik su tutte le poltrone del calcio da mezzo secolo, e perciò definito da Candido Cannavò “un miracolo della reincarnazione”. Ha superato tutto intimando ai cronisti troppo curiosi: «Lei non deve fare domande impertinenti», evitando di darsi le risposte persino in privato. Ma il testo delle intercettazioni del 2004, pubblicato dai giornali, assesta una mazzata di ridicolo e squallore alla deriva di lealtà, trasparenza, ordine, correttezza e regolarità del calcio italiano. La Federcalcio ha già messo le mani avanti: non ci sarebbero gli estremi per parlare di illecito sportivo. Ma la rumba delle telefonate tra Moggi e i designatori Pairetto e Bergamo, con gag da avanspettacolo, risulta avvilente, più che sospetta, e, in ogni caso, conferma i sottovoce generali su chi muove i fili del pallone lungo lo Stivale. L’incartamento della Procura di Torino è sul tavolo del generale Italo Pappa, capo dell’Ufficio indagini della Federcalcio e numero due della Guardia di finanza che continua a irrompere nei club di tutte le serie. Respingendo il sospetto di nuove insabbiature, come per gli scandali passati, escludendo che tutto finisca a Pappa e ciccia, dal Palazzo federale di via Allegri a Roma si fa sapere: “Andremo fino in fondo”. Cioè sotto il fondo che hanno toccato da tempo. Nell’Italia che produsse la famosa frase di Franco Evangelisti, “a fra’ che te serve”, le telefonate di Moggi ribadiscono l’andazzo di un Paese amorale e lo sprofondo dei furbetti di ogni quartierino del pallone. Le telefonate per avere un arbitro piuttosto che un altro sono condite da appellativi da repubblica delle banane: Pairetto è Pinochet, Bergamo è Atalanta, giusto il facile umorismo di Lucky Luciano tra le spire del fumo dei suoi celebri sigari. “Ahò, so’ Lucià” è lo spot di una credibilità e di un credito senza confini. E proprio gli arbitri richiesti per le amichevoli fanno pensare come si fa carriera fra le ex giacche nere. Più pesantemente, le chiacchiere sugli arbitri internazionali (Moggi a Pairetto: «Che c… di arbitro mi hai mandato?». «Ci han cambiato l’arbitro, li mortacci loro») hanno già prodotto il defenestramento di Pairetto da vicepresidente della Commissione arbitri dell’Uefa, provvedimento occultato dalla Figc con l’iniziativa di proporre Collina al posto di Pinochet. Ma fanno venire i brividi la familiarità volgare, le cene combinate, gli incontri ammiccanti, il frasario telefonico, tutta questa poltiglia verbale che è la deprimente sostanza di intrecci e connivenze da quinto potere de noantri. Impallidisce l’ingiuria di “infame” rivolto a Carraro dagli ultras napoletani se un vicepresidente federale come il medico fiorentino Innocenzo Mazzini definisce “coglione” il suo presidente in un’amena conversazione telefonica con Moggi. Fanno ridere i silenzi stampa torinesi contro una “stampa avversa” se si scopre che Lucky Luciano ha il potere di non far pubblicare sul maggiore quotidiano sportivo una rubrica ostica. E veniamo a noi. Che cosa dicevano del Napoli, nella nostra umiliante e umiliata estate del 2004, l’ex ferroviere di Civitavecchia e la Mummia in abito grigio di Palazzo Allegri? Moggi senior e Moggi junior erano interessati al club azzurro. Qualcuno ha scritto di “tentativo di pilotare il crack del Napoli calcio”, posizionandosi a metà strada fra le offerte del presidente dell’Udinese Pozzo e la discesa in campo di De Laurentiis. Questa la telefonata che ci interessa mentre sprofondavamo in serie C. Moggi parla a Carraro del Napoli e di De Laurentiis. Carraro sul presidente azzurro: «È un matto totale». Moggi: «Lì sono tutti matti, ma ora poi ci faccio una chiacchiera io». Complimenti al presidente di tutte le ingiustizie e al manager cui regalammo i begli anni napoletani. E la faccenda della gola profonda che avrebbe potuto mandarli tutti al mare? Altro squarcio di gallismo. La signora bionda G.F., dirigente della Commissione arbitri nazionale, molto legata a Bergamo e amica di Moggi, minaccia pesanti rivelazioni se la spostano di ufficio (è invisa all’altro designatore Pairetto). Moggi al famoso Innocenzo Mazzini: «Quella bionda rampante, una che conosce gli arbitri internazionali, bisognerebbe sistemarla in un ufficio come segretaria della nazionale». Mazzini: «C’hai un culo da impiantare, eh, sudicione?». Moggi: «Bisogna toglierla da dov’è». Mazzini: «La bionda va dicendo che se non le danno ogni cosa fa scoppiare un gran casino». Alla fine, la bionda viene sistemata in un elegante ufficio della Federazione, lontana dai designatori arbitrali, dove ci sono troppe cose da ascoltare e tante ne ha ascoltato. Vi segnaliamo l’influenza sul mercato calciatori: Miccoli, gestito dal figlio di Lucky, fa le bizze e Moggi senior tuona al telefono: «Non lo faccio chiamare in nazionale, così gli metto giudizio, perché in nazionale ce l’ho mandato io». Vi segnaliamo i pesanti giudizi su Lippi appena designato alla guida della nazionale: Giraudo, altro intercettato: «Marcello non arriva neanche ai Mondiali», Moggi: «Si sta raccomandando come un cane, non c’ha proprio il carattere lui per fare quel mestiere». Vi segnaliamo l’orologio da 40 milioni per il conduttore televisivo prediletto. Ora, non ci sarà corruzione acclarata, non ci saranno state partite comprate, non ci sarà stato nessun illecito, e tutto è andato sul filo di una equivoca legittimità, ma il panorama del calcio italiano ne esce a pezzi, sputtanato come non mai, su filo del telefono, dai suoi protagonisti più noti. L’articolo 1 del Codice di giustizia sportiva impone ai tesserati “comportamenti secondo i principi di lealtà, correttezza e probità”, pena pesanti squalifiche. Dalle intercettazioni telefoniche, i personaggi in questione escono già abbondantemente squalificati. Si porrà un problema di radiazione? In Italia? Ma va, è roba di due anni fa! E i due designatori, Pinochet e Atalanta, sono già stati cacciati. Però dalla Federcalcio hanno promesso di andare fino in fondo. Sul fondo nasconderanno la testa. I soliti struzzi, per non dire di peggio. E il generale Pappa che conclusioni trarrà dalle intercettazioni telefoniche della suburra calcistica? Sarà il tormentone dei prossimi giorni.
di Mimmo Carratelli
(Dal quotidiano Roma del 05/05/2006 )
 
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petrus33
view post Posted on 6/5/2006, 20:45




che faccia tosta...
 
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2 replies since 5/5/2006, 19:53   55 views
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