Il sofà delle muse

Usa, la «sinistra arrabbiata» riparte dai blog

« Older   Newer »
  Share  
verbenasapiens
view post Posted on 17/4/2006, 19:16





Milioni di contatti per una miriade di siti che ricorrono al linguaggio aggressivo finora appannaggio della destra

NEW YORK — Per descrivere il presidente Bush, il blog My Left Wing non lesina aggettivi: «Asinino, brutale, disgustoso, criminale, aberrante, volgare, orrendo, incompetente, perfido, plutocratico, attaccabrighe, ozioso, arrogante, maligno, nefasto, psicopatico, repellente, vendicativo, brutale, xenofobo...». Sullo stesso sito Internet il vicepresidente Cheney è indicato come «Satana», Karl Rove, è «il demonio»,
il Partito repubblicano «Il Male», quello democratico «un codardo autodistruttivo» e la Chiesa Cattolica viene paragonata a «un inferno dantesco». Questo linguaggio urlato, infarcito di insulti, parolacce ma anche slogan politici e proclami all'azione, ha trasformato My Left Wing in una meta d'obbligo dei liberal americani. «Dal suo debutto, a luglio, abbiamo avuto mezzo milione di visitatori», spiega la sua fondatrice Maryscott O'Connor, 37 anni, considerata la star di ciò che il Washington Post ribattezza «la sinistra arrabbiata». «La rabbia oggi non è più monopolio dell'estrema destra», scrive l'autorevole quotidiano. Spiegando che, «dopo essere stati per anni il bersaglio degli attacchi più virulenti degli ultraconservatori alla Newt Gingrich e dopo l'ascesa al potere della destra repubblicana alla Casa Bianca e al Congresso, la sinistra americana è finalmente tornata all'attacco».
«Un tempo mi limitavo a firmare petizioni, boicottare la carne, a sponsorizzare Greenpeace e gli abortisti di Planned Parenthood e a leggere The Nation, il New Yorker e Mother Jones — racconta la O'Connor, che ha un figlio di 6 anni, Terry, avuto dal marito Adam, tecnico delle luci a Hollywood —. Mi sentivo in colpa ogni volta che comperavo una borsa da 40 dollari realizzata da un operaio nel Terzo Mondo». Poi Bush è stato eletto («Col pasticciaccio Florida») e sono venuti l'Afghanistan, l'Iraq, Guantanamo, Abu Ghraib, il Patriot Act, le prigioni segrete, lo spionaggio ai danni dei comuni cittadini, la nuova Corte Suprema ultraconservatrice. «Un bel giorno ho realizzato che i peggiori individui della Terra erano diventati i padroni del Pianeta — incalza la O'Connor —: non potevo essere soltanto una con gli adesivi anti Bush dietro l'auto. Rischiando di finire come quei pazzi che imprecano contro il governo parlando da soli per la strada». Milioni di americani di ogni età, razza e ceto sociale hanno risposto al suo appello e a quello di una miriade di siti e blog che, grazie a Internet, hanno fondato una sorta di terzo partito. Una comunità unita da valori comuni, che professa la rabbia come catarsi individuale e collettiva e si batte in nome di un'America ormai delusa e tradita dai due partiti tradizionali.
Tutti possono partecipare, senza limiti di spazio e inventiva verbale. «Sentire la voce di Bush è come essere molestati sessualmente», scrive un adepto di Daily Kos, un sito con milioni di frequentatori che si firmano con frasi quali «l'ira è energia, cioè potere». «Il fondatore Markos Moulitsas è così celebre che presto i democratici del Campidoglio dovranno convocarlo», profetizza il Post. Poi ci sono Eschaton (una media quotidiana di 125.000 visitatori), Rude Pundit (il più sboccato, con battute quali «George W. Bush è l'anti-Mida. Tutto ciò che tocca si trasforma in merda») e the Smirking Chimp («Bush è sieropositivo perché non puoi fottere 500 milioni di persone senza contrarre il virus»). Insieme costituiscono un serbatoio di elettori che difficilmente il Partito democratico potrà ignorare alle prossime elezioni.
«Una persona che siede da sola in salotto di fronte al suo computer può cambiare il mondo», teorizza la O'Connor, che dedica la sua crociata al padre: un marine morto in Vietnam a 25 anni, tre mesi prima che lei nascesse. «Ogni singolo millisecondo della mia vita è stato segnato da quell'incubo — spiega —. E per milioni di americani l'Iraq è ancora peggio».
Alessandra Farkas

da corriere.it
 
Top
0 replies since 17/4/2006, 19:16   60 views
  Share