Il sofà delle muse

Affare Mitrokin...ancora ostacoli

« Older   Newer »
  Share  
verbenasapiens
view post Posted on 19/3/2006, 21:06




La Commissione presieduta dal senatore non è riuscita ad approvare la relazione finale, ma restano migliaia di carte e di documenti esplosivi sul caso Moro, sull'attentato al papa e sulla strage di Bologna. Per un solo voto, ieri, dopo quattro anni di lavoro, non è stata votata l'esplosiva relazione finale della Commissione Mitrokhin presentata dal presidente Paolo Guzzanti. Dunque, per mancanza del numero legale, presenti 21 commissari su 40 (l'Unione non ha partecipato al voto), l'organismo di inchiesta si è bloccato davanti all'ultimo atto. Nei giorni scorsi, Giulio Andreotti aveva presentato una richiesta di non votazione del documento per “ulteriori approfondimenti”. Nella relazione finale sono vari i punti. Innanzitutto, l'inchiesta ha accertato che le vicende più gravi degli anni '70 e '80 hanno avuto la regia dell'Urss che poteva contare nel Partito Comunista Italiano. L'Urss prese l'iniziativa di eliminare Papa Wojtyla (a supporto di questa tesi si cita la testimonianza del magistrato francese Brughiere).

DOMANDA Presidente come commenta la mancanza del numero legale? Riconvocherà la Commissione?

RISPOSTA Ieri è successa una cosa tecnica molto banale, sono mancati tre della maggioranza e questo ha impedito di approvare la relazione del presidente. La Commissione per legge dura fino alla fine della legislatura, teoricamente fino al giorno prima in cui si insedieranno le nuove Camere, il 27-28 aprile. Può darsi che io riesca a fissare un'altra data per tentare di nuovo questa votazione, ma credo che ci siano poche possibilità di successo perché siamo in campagna elettorale.

DOMANDA Ieri, a riguardo, il parlamentare azzurro Carlo Taormina, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ha espresso “disappunto per il comportamento di quanti, pur in presenza di un preciso mandato degli elettori che resta valido fino al termine della legislatura, a prescindere dalla sorte futura di ognuno, sono venuti meno al loro compito istituzionale, impedendo per un soffio alla Commissione Mitrokhin di poter coronare il lungo lavoro compiuto con l'approvazione della relazione conclusiva”.

RISPOSTA Ma io ho concluso il lavoro anche perché la Commissione Mitrokhin, due anni fa, ha approvato, a maggioranza, una relazione, che ho chiamato di medio termine, sulla base della quale il procuratore Cordova, su mio incarico, ha redatto una denuncia che ora giace al Tribunale dei ministri e che vede imputati Dini, Prodi e D'Alema e i due ex capi dei servizi segreti, Siracusa e Battelli.

DOMANDA Sul dossier di 80 pagine, curato dall'ex procuratore capo di Napoli e consigliere della Commissione Antonino Cordova, consegnato alla Procura della Repubblica di Roma e all'esame del Tribunale dei Ministri, la Procura ha chiesto l'archiviazione. Lei si è opposto. A che punto siamo?

RISPOSTA La procura non ha voce in capitolo, deve prendere la denuncia e trasferirla al Tribunale dei ministri. È autorizzata a fornire un proprio parere di competenza: ovviamente ha dato un parere favorevole all'archiviazione. Dunque, nulla è stato archiviato. Anche se facciamo lo scenario peggiore, e cioè che non si possa votare a maggioranza la mia relazione, cambia molto poco, nel senso che la relazione resta un atto del Parlamento della Repubblica, come un atto del presidente, porta le firme di 18 componenti della Commissione. Inoltre, insieme a questa relazione, ci sono poderosissimi allegati che sono la spina vertebrale del lavoro fatto.

DOMANDA Cosa emerge dal lavoro di quattro anni?

RISPOSTA Abbiamo raggiunto risultati enormi.

DOMANDA È provato che nella gestione del dossier Mitrokhin sarebbero state commesse irregolarità da parte dei Governi Dini, Prodi e D'Alema e dai direttori del Sismi, Siracusa e Battelli?

RISPOSTA "Abbiamo dimostrato che c'è stato lo sbianchettamento del dossier Mitrokhin. All'origine è stato fatto sparire tutto il pacco delle schede Mitrokhin importanti, gli inglesi hanno dato la facoltà di scegliere e così hanno fatto sparire tutto ciò che è importante. Poi, abbiamo risolto la questione del papa, dimostrando, con sofisticate analisi tecniche, che Sergei Antonov era l'uomo dietro il papa, il che vuol dire che sta in piedi non solo la pista bulgara, ma anche quella sovietica, corredate anche da tante altre fonti e prove. Insomma, come ho già detto, abbiamo provato al di là di ogni ragionevole dubbio e tutto ciò ha avuto una risonanza mondiale. Tutti i giornali e le televisioni del mondo, esclusi quelli italiani, dalla Rai a Mediaset, ne hanno parlato. Abbiamo raccolto nell'ultimo mese, oltre 2mila articoli, interviste e servizi televisivi in giro per il globo. Questo riguarda prevalentemente l'interesse sulla questione papa e c'è un magistrato, il dottor Cataldo, che sta esaminando le nostre risultanza per riaprire il caso anche dal punto di vista giudiziario. Il caso Moro è stato già riaperto dal punto di vista giudiziario per iniziativa della famiglia dell'avvocato Marazzita sulla base delle nostre carte. Per quanto riguarda il caso Bologna, sono venuti i magistrati di Bologna in Commissione in audizione, hanno preso tutte le nuove notizie e anche loro riaprono il caso."

DOMANDA Quello che affermate nella relazione finale è esplosivo.

RISPOSTA Ci sono i dossier su Bologna, sul papa e su Moro: se fosse un paese normale tutto ciò dovrebbe essere sulle prime pagine, e invece? È un fatto altrettanto esplosivo che ci sia un coperchio sopra. Contrasta con l'interesse mondiale.

DOMANDA Andreotti ha consigliato di non giungere a conclusioni e di continuare i lavori nella prossima legislatura, e non ha nascosto una grande preoccupazione. Il senatore a vita ha espresso perplessità su tutti e tre i dossier. Lei come la legge questa posizione?

RISPOSTA"Bisogna chiederlo a lui. Ho provato a capire la sua richiesta, ma veramente non ci sono riuscito. Non capisco la ratio di dover chiudere tutto senza votare, sostenendo che abbiamo tirato fuori cose troppo devastanti e che, quindi, bisogna non fare nulla ed insabbiare tutto."

DOMANDA Il senatore a vita consiglia di continuare il lavoro nella prossima legislatura?

RISPOSTA "È una balla perché per fare una Commissione di inchiesta è necessario fare una legge. Per istituire la Commissione Mitrokhin c'è voluto un anno e quattro mesi. In realtà, Andreotti vuole insabbiare. Allora, mi chiedo cosa ci sia nella mia relazione che fa dire ad Andreotti che è meglio chiudere tutto."

DOMANDA Ha a che fare con la strage di Bologna e i due segreti di Stato imposti dai governi dell?epoca, nel 1984 e nel 1988, sui rapporti con i paesi arabi? (È venuta fuori una pista alternativa sulla strage di Bologna che porta alla matrice medio-orientale e al patto violato tra il governo italiano e i paesi arabi. La notte antecedente la strage di Bologna il terrorista Kram dormì a Bologna. Tre mesi dopo la strage Kram, Froelich e Carlos si incontrarono a Budapest. Sulla strage di Bologna la Procura della Repubblica ha acquisito questi nuovi elementi).

RISPOSTA"No. Si parla di un documento che certificherebbe che l?Italia aveva dato ai palestinesi diritto di fare quello che volevano, ma non è così. L'accordo c'era, ma essendo illegale non esiste un documento, era un accordo di fatto e vi allude anche Moro nelle sue lettere. Certamente la posizione di Andreotti è misteriosissima e benché mi sia sforzato di farmi spiegare, non c'è stato verso, ne deduco che, nella mia relazione, c'è qualcosa che allarma tremendamente il senatore a vita. Qui mi fermo."

DOMANDA Nel capitolo Moro, si cita Prodi e la seduta spiritica da cui uscì il nome Gradoli: Per una curiosa coincidenza - si legge nella sua relazione non votata dalla Commissione - pochi mesi dopo la seduta spiritica, Prodi avvia la sua carriera politica diventando ministro dell'Industria nel quarto Governo Andreotti. Si era dimesso il 28 ottobre 1969 dal consiglio comunale di Reggio Emilia?

RISPOSTA "Ho accusato Prodi apertamente e lo accuso tuttora di aver taciuto sulla fonte che gli ha fornito via Gradoli. Le balle secondo cui avrebbe coperto fonti dell'autonomia, sono sciocchezze perché per coprire una fonte, basta dire che c'è una fonte che non vuole essere rivelata e la legge protegge. Ciò che lui ha fatto con questa seduta spiritica, è una manovra veramente sconcia. Oggi, è il 28esimo anniversario del rapimento di Aldo Moro e tra pochi giorni sarà il 28esimo anniversario della buffonata della seduta spiritica. Se lui dovesse rivelare oggi la fonte di autonomia operaia, come alcuni sostengono, l'avrebbe fatto. Ormai sta tutto nei libri di storia, tranne la fonte di Prodi che sta ancora nell'oscura segreta cella della mente di Prodi. Non posso credere che lui stia proteggendo una fonte banale come qualche ragazzotto di autonomia operaia che allora gli sussurrò o gli fece arrivare questa voce. Se fosse così, dopo trent'anni, lo avrebbe stradetto. Ma se non è così, da dove venne l'indirizzo di dove si trovava il comando delle Brigate Rosse? In quella seduta spiritica, è vero che erano in dodici, ma è vero che solo uno deve avere azionato il piattino e quell'uno disse, al termine della seduta, di non preoccuparsi che avrebbe comunicato lui quanto emerso, e poi invece di telefonare subito al ministro degli Interni Cossiga, ai servizi segreti, non fece nulla. È una storia marcissima."

DOMANDA Poi, sempre su Prodi, c'è l'altra storia in cui compare Vladimir Kriuchkov, l'ultimo capo del Kgb sovietico che ha definito una montatura e un'assurdità l'inchiesta svolta dalla Commissione sull'attentato al papa?

RISPOSTA "Sì, la storia che riguarda Prodi è questa. Ci fu il colpo di Stato contro Gorbaciov, il 21 agosto del ?91, Prodi aveva Nomisma, era già stato presidente dell'Iri una prima volta e di lì a poco sarebbe tornato di nuovo a fare il presidente. Nomisma aveva la sede a Mosca in joint venture con Plehanov che era l?istituto di economia del Kgb. Prodi fece un'intervista in cui si schierò contro Gorbaciov a favore dei golpisti, dichiarandosi anche amico del capo dei golpisti. Questi sono fatti. Poi, quando gli inglesi mettono a disposizione il dossier Mitrokhin vero, lo sappiamo chi era il presidente del Consiglio. Abbiamo scoperto che ci sono quasi tre anni di buco, tra quando gli inglesi cominciano a dare le schede Mitrokhin e quando i servizi segreti italiani ammettono di ricevere le prime schede Impedian. Insomma, sotto la presidenza Prodi, il Sismi anche per nascondere queste residue 261 schede, robetta rispetto al pacco originario, fa carte false e commette tutti i reati che il Sismi non ha mai commesso da quando esiste la legge di riforma del 1977: hanno nascosto molte cose, non hanno fatto le indagini, non hanno dato nulla al magistrato. Ci sono molte bugie che ho raccolto e che sono state messe sotto forma di esposto-denuncia dal magistrato Cordova. Credo che Prodi abbia avuto rapporti molto intimi con l'ex Unione sovietica. Non dico che è un agente del Kgb, qui si tratta di coloro che in Italia rappresentavano interessi politici, economici di varia natura dell'Unione sovietica. Dai fatti, mi pare che Prodi ci stia dentro fino al collo. Viene a sapere, non si sa da chi, del covo delle Br, dà una falsa informazione, perché il suo piattino diceva Gradoli, Bolsena, Viterbo. Voleva dire di andare nell'alto Lazio e il risultato è stato che le Br hanno capito che era l?ora di andarsene da via Gradoli. Poi, tutto il traffico con l'Unione sovietica, facendo il tifo per i comunisti ortodossi, e il comportamento nella questione Mitrokhin. Credo che se il dossier originario conteneva nomi importanti, questi li conoscano gli inglesi. Prodi come ha fatto il presidente della Commissione europea e in quali condizioni viene a fare il premier in Italia?"

DOMANDA Ma perché nessuno in Italia parla della Commissione Mitrokhin secondo Lei?

RISPOSTA"È un tabù. Sono stato linciato per questa storia dentro la Commissione dall'opposizione. Attacchi personali biechi."

DOMANDA Al di là dell'approvazione della relazione finale, tutto quello che è emerso produrrà delle conseguenze?

RISPOSTA "Dedico la mia vita a questo. Seguiranno libri, interventi. Sarà un terremoto perché la vicenda Mitrokhin investe in pieno quello che è successo con Tangentopoli. Secondo me anche la morte di Falcone che non indagava su nessun mafioso, ma stava per partire per Mosca per incontrare il procuratore generale di Mosca. Quando saltò in aria in quel modo hollywoodiano, che non appartiene a Cosa nostra, il giornale più popolare di Mosca titolò sarcasticamente “Indovinate chi ha fatto fuori il povero Ivan”, Giovanni Ivan, perché Falcone andava lì per parlare con Stepankov che indagava allora sulla fuga dei capitali del partito comunista dell'Unione sovietica nelle banche occidentali, usando come canali i partiti comunisti occidentali, i quali prendevano la stecca per questo riciclaggio. Il procuratore di Mosca cercava di mettere le mani su questo tesoro, soldi del popolo sovietico che sono stati depredati. Su questo indagava Falcone e ha fatto quella fine. Falcone non viveva in Sicilia e poteva essere ammazzato a Roma tutte le mattine andando al ministero della Giustizia, invece, gli hanno fatto un servizio hollywoodiano per poter dire che era stata la mafia siciliana. Quando Borsellino disse “ho capito”, è saltato pure lui. Questi sono fatti. L'arrivo del dossier Mitrokhin guarda caso coincide con il crollo della prima Repubblica, la nascita di Tangentopoli. Bettino Craxi chiamò Veltroni e D'Alema nel famoso camper, presente De Michelis, che lo ha raccontato uno o due anni fa da Ferrara su La 7, e gli disse «amici cari, guardate cosa c'è sul vostro conto. Io, però, non voglio la vostra morte politica, voglio essere quello che vi guada verso la democrazia», l'Internazionale socialista. Così, lo sciagurato fece e finì come sappiamo. Craxi si era illuso di poter governare questa macchina."

DOMANDA Sembra incredibile.

RISPOSTA "All?inizio pensavo che fosse tutto una sciocchezza, ma non è così. Il contenuto vero del dossier Mitrokhin originale è custodito come il Sacro Graal. C'è anche chi è morto per questo. Io ho una scorta che ha lo stesso livello dell'ambasciatore di Israele. La cosa più incredibile e oscena è il silenzio. Forse anche perché Putin, la Federazione russa di oggi, è il seguito dell'Unione sovietica di ieri con l'aggiunta del peggior capitalismo selvaggio come in Cina. Il Kgb, che oggi si chiama Svr, è fatto dalla stessa gente con gli stessi metodi, difatti non ci hanno aperto nessun archivio e non ci hanno dato il minimo aiuto sbattendoci tutte le porte in faccia. Mi hanno anche sconsigliato di andare in Russia. Abbiamo decine di migliaia di pagine di documenti e di lavori ben fatti a disposizione di storici, giornalisti, politici. Per me la storia Mitrokhin non è finita, ma comincia adesso." […]
di Paolo Guzzanti -
il Velino on line
gulpppppppppppppppppp
 
Top
Rachael
view post Posted on 19/3/2006, 23:09




Oh cavolo, l'hai messo anche tu...lo vedo solo ora. Va beh meglio due volte che niente.
Interessante l'intervista a Guzzanti...
 
Top
verbenasapiens
view post Posted on 20/3/2006, 21:16




certo era troppo interessante, fa nulla cmq è bene che se ne parli:)
 
Top
Rachael
view post Posted on 20/3/2006, 22:46




Tutte le contraddizioni di Prodi sul covo del sequestro Moro

L'episodio più ambiguo nella sfuggente personalità di Romano Prodi è la celeberrima seduta spiritica incentrata sul sequestro Moro.
L'Italia è in subbuglio per il leader dc volatilizzato e Prodi che fa? Chiede lumi agli spiriti. Accantoniamo gli interrogativi su una simile iniziativa presa da un uomo pio e praticante, e veniamo a quel 2 aprile 1978.
Sono trascorsi 17 giorni, numero cabalistico, dall'agguato di Via Fani. È domenica e 17 persone, numero cabalistico, sono riunite nella casa di campagna di Alberto Clò,docente bolognese, futuro ministro nel 1995 del governo Dini. Il rustico è a 30 km da Bologna, in una località isolata, detta Zappolino.
All'ora di pranzo, i commensali sono 13, numero cabalistico: Romano e Flavia Prodi, Fabio Gobbo (allievo di Romano), Adriana, Alberto, Carlo e Licia Clò, i padroni di casa, Francesco e Gabriella Bernardi, Emilia Fanciulli e tre bambini. Finito il pasto, le signore sparecchiano e i marmocchi si mettono a giocare. Degli altri, qualcuno ha l'idea di evocare le anime di Don Luigi Sturzo e di Giorgio La Pira per saperne di più sulla sorte dell'ostaggio delle Br.Adocchiano un tavolino quadrato, ci poggiano sopra un foglio con le lettere dell'alfabeto e cominciano a interrogare i defunti tenendo le mani sul piattino. Dopo tentativi infruttuosi, il piattino comincia a zigzagare sul foglio. Escono diverse località in cui Moro potrebbe essere prigioniero. Nomi banali, perché noti, come Viterbo e Bolsena, e quindi luoghi poco adatti a un nascondiglio. Poi, all'improvviso, muovendosi con decisione, il piattino scrive G-R-A-D-O-L-I. Nome mai sentito dai presenti che ignorano se la località effettivamente esista.Prima di verificare, ripetono il tentativo e il piattino conferma, Gradoli. Poi, di nuovo: Gradoli. Lo farà una ventina di volte.
Qui i dettagli della seduta spiritica
L'indomani, 3 aprile, un Prodi eccitatissimo entrò trafelato nella sua Facoltà, quella di Scienze politiche del''Università di Bologna, iniziando a raccontare l'episodio domenicale a tutti quelli che incontrava.Ma appena scorse il professore di Criminologia, Augusto Balloni, non solo gli riferì della seduta, ma gli fece una proposta che lo lasciò di stucco.
Balloni quella richiesta non l'ha mai digerita. «Prodi - rievocò anni dopo - è una persona anche capace di pensare che i suoi stessi colleghi sono dei poveri idioti. Durante il sequestro... qualcuno deve avergli dato la prova di essere in contatto con Moro indicandogli la sede della prigione... Poi con un'impudenza che non ho mai scordato, si rivolse a me e disse:Tu sei un criminologo di fama. Vai dai magistrati e parla di questa cosa di Gradoli. Però non ti permetto di citarmi come fonte”. “Al massimo andrò a Sant'Isaia dei matti (l'ex manicomio di Bologna)”, ribattei. Ma come si può ipotizzare che io vada da un magistrato... citando una fonte che vuole restare anonima, che cita un'altra fonte che non si sa chi sia?». Dunque, per Talloni, Prodi stava mentendo. Aveva saputo di Gradoli da qualcuno vicino alle Br e poi, per coprirne l'identità, aveva inscenato la seduta spiritica.
Il giorno dopo Prodi comunicò ad altri la storia del piattino, che ovviamente furono abbastanza increduli.
Il resto è noto. Il 5 aprile, polizia e carabinieri si precipitano nel paese di Gradoli e non trovano nulla. Il 18 aprile scoprono invece un covo brigatista in Via Gradoli a Roma, fino a poco prima la prigione di Moro.Con l'equivoco tra via e paese, di Moro si persero le tracce fino all'8 maggio, quando il corpo fu rinvenuto nel bagagliaio di un'auto ferma in Via Caetani.
La vicenda era chiusa. Gli interrogativi rimanevano aperti. La seduta spiritica prodiana è stata vagliata da due commissioni parlamentari d'inchiesta. Davanti alla prima, del 1981, Prodi testimoniò: «Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino... era la prima volta che vedevo cose del genere. Uscirono Bolsena, Viterbo, Gradoli... Ho ritenuto mio dovere riferire. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta, oppure fosse stato Mantova o New York, nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito immediatamente».
Emergono delle contraddizioni per Prodi é stato un piattino a muoversi, per il padrone di casa una tazzina da caffé, per Gobbo un posacenere, per Baldassarri un bicchierino.Quanto basta per chiedersi se in quella domenica campagnola gli ospiti abbiano visto lo stesso film. Anzi, per dubitare del film stesso.
La seconda indagine parlamentare è del giugno 1998. L'intento della Commissione, presieduta dal ds Giovanni Pellegrino, era escludere che facendo il nome Gradoli si volessero in realtà avvertire le Br dell'avvicinamento delle forze di polizia al covo. Un sospetto grave che metteva in una luce sinistra la seduta spiritica da cui il nome di Gradoli scaturì.
Prodi, che nel '98 era capo del governo, fu convocato da Pellegrino ma rifiutò di andare. Testimoniarono altri, come Baldassarri, mentre Romano, caparbio, negò il suo aiuto a fare chiarezza. Farà il bis, nel 2003, ignorando tre volte l'invito a presentarsi davanti alla Commissione d'inchiesta Telekom-Serbia. Un misto di superbia e di irresponsabilità.
Oggi nessuno crede più, e ci mancherebbe altro, alla storia della seduta spiritica e tutti pensano che Prodi abbia mentito.Il dc Andreotti ha detto: «Mai creduto alla questione dello spiritismo. Probabilmente è qualcuno di Autonomia operaia di Bologna che ha dato questa notizia».
Nessuno finora ha afferrato Prodi per la collottola ingiungendogli di dire la verità. Dormono le autorità, dorme la stampa e le illazioni infittiscono. L'ultima ipotesi, del gennaio 2005, è che ci sia lo zampino del Kgb sovietico. A suggerire Gradoli come prigione di Moro sarebbe stato un italiano al servizio di Mosca,tale Giorgio Conforti. Per coprire lui, sarebbe stata montata la seduta medianica, al cui centro c'è Prodi. Lo stesso Prodi che, bugiardo sospetto e reticente certo, vuole guidare l'Italia. -Continua- Il giornale.it

Ci sono tre considerazioni da fare:
1.Moro in quel periodo stava traghettanto il PCI al potere con il famoso Compromesso storico. E di certo la cosa non riempiva di gioia Andreotti.
Moro viene rapito dalle Br e ucciso.
2.Prodi non rischierebbe tanto per coprire una fonte qualunque, ha senso giocarsi la credibilità e la carriera per un ragazzotto di autonomia operaia? Non ci credo assolutamente, conoscendo poi il Professore.
3.Per una curiosa coincidenza (una di quelle che ricorre sempre quando un politico di sinistra é invischiato in fatti poco chiari) pochi mesi dopo la seduta spiritica, Prodi avvia la sua carriera politica diventando ministro dell'Industria nel quarto Governo Andreotti, infatti a quei tempi Romano Prodi era un democristiano doc, il suo passaggio alla sinistra avvenne in seguito.
Adesso che tutta questa faccenda puzzi di bruciato lontano un miglio lo capirebbe anche un idiota, e mi nausea non poco, nonchè preoccupa la possibilità di avere come premier un politico così ambiguo, bugiardo e legato a fatti tanto gravi.
Un'ultima cosa voglio solo aggiungere, non posso fare a meno di domandarmi se al posto di Prodi ci fosse stato Berlusconi, quale scandalo da far tremare il mondo politico sarebbe scoppiato, cosa avrebbero scritto i giornali, TUTTI, in primis Repubblica e Korriere, cosa avrebbero chiesto i vari Fassino, D'Alema, Angius, come minimo le dimissioni del premier...sarebbe successo il finimondo, e invece NULLA, silenzio e omertà a tutti i livelli. E poi dicono che l'informazione é in mano a Berlusconi.
Ma credono davvero che gli italiani sono tutti stupidi?
 
Top
3 replies since 19/3/2006, 21:06   120 views
  Share