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| Nel recente congresso di Rimini della Cgil si è ascoltato di tutto: accuse roventi al governo di centrodestra unico e solo responsabile dei mali del Paese; accenti apocalittici sullo stato della nostra economia già prossima al collasso; toni entusiastici per il lancio di un programma volto a sostenere le imprese ad aiutare l’industria sulla via della competizione e a difendere il potere d’acquisto dei lavoratori etc.. Ma nessuno si meravigli, perché si tratta di espressioni usuali in tutti i congressi sindacali, non escluso quello di Rimini organizzato per celebrare i cento anni della Cgil. Ciò che invece sorprende e preoccupa è l’impegno assunto da Romano Prodi, anch’egli volato a Rimini, di ripristinare lo strumento della “concertazione” che l’attuale Governo avrebbe accantonato “con miopia e cinismo”. Testuali parole del Nostro, il quale, però essendo un superstite della prima Repubblica, dovrebbe ben ricordare che questa famosa “concertazione” che Ugo La Malfa definì un “fenomeno degenerativo” del rapporto governo-sindacati, fu la causa principale del dissesto della nostra economia verificatosi a partire dai primi anni Settanta. La cosiddetta concertazione, per chi non lo sapesse o l’avesse dimenticato, non è una formula magica buona per tutti i mali, ma un pericoloso meccanismo che sposta il centro di gravità della politica economica dal governo ai sindacati, i quali detengono così un forte potere di pressione. Non a caso in Italia, ad un certo punto, i sindacati estesero la loro funzione originaria di tutela dei salari e dell’occupazione, alla partecipazione attiva alla gestione del Paese, esasperando gli aspetti rivendicativi a scapito degli interessi generali della collettività, rappresentati dal Governo. L’apice di questo rapporto degenerativo, per usare le parole di Ugo La Malfa, venne raggiunto con il lancio del principio del “salario variabile indipendente” che segna lo spartiacque da cui ebbe inizio quella politica di indebitamento che, in poco più di vent’anni, portò il nostro debito pubblico a triplicarsi, passando dal 40% del Pil nei primi anni Settanta ad oltre il 118% nel ’94. Fu un indebitamento che i governi di allora (succubi dei sindacati) accumularono allegramente sull’onda della concertazione e di cui questi stessi governi avrebbero dovuto ricordarsi quando negoziarono a Bruxelles la partecipazione dell’Italia alla moneta unica. Ma non se ne preoccuparono e accettarono così un tasso di conversione con l’euro di lire 1.936,27 che ora ci penalizza e ci impedisce politiche economiche e finanziarie rispondenti alle nostre necessità. Romano Prodi che ha vissuto queste vicende come ministro e presidente del Consiglio, dovrebbe ben guardarsi dal promettere altri anni di politica “concertata”, che ci porterebbe a premere di nuovo sulla spesa pubblica per sostenere, come ha detto il programma annunciato dalla Cgil. di Tullio Toscano http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&a...019&aa=2006Ma sotto elezioni tutto fa brodo e conviene dire tutto e il contrario di tutto a destra e a manca.Certo è poco serio ma se, come sembra , il nuovo governo in pectore di tanti ,anche industriali parastatali alla Cordero di Montezemolo, detto Libera e Bella, veramente penderà dalle labbra della CGIL, allora il cosiddetto futuro del paese sarò nero o meglio impalpabile.Craxi, il vituperato Craxi, a suo tempo con il referendum sulla scala mobile, vinto alla faccia di chi sappiamo, diede una sterzata al consociativismo dittatoriale di certi sindacati che non operano per il bene dei lavoratori, ma solo per il bene dei capi.Ora il geniale Mortycio, al secolo l'Egr. Prof. Gran Uff(à) Prodi rischia di far sprofondare il paese di nuovo nella melma deleteria di quegli anni.Chissà se "la gente" lo ha capito e chissà se lo hanno capito quegli intelligentoni che blaterano : prima si manda a casa questa anomalia e poi si vede il da farsi.E chissà se lo hanno capito i fans sfegatati della Rosa nel Pugno( chiuso?): complimenti per la lungimiranza di chi per fare dispetto alla moglie alla fine si fa solo del male reale e di chi vuole vuole avere la botte piena e la moglie ubriaca..povere mogli...sarà per questo probabilmente che in un recente sondaggio Berlusconi è stato eletto amante ideale( il marito ideale sarebbe Prodi ...con annessi e, soprattutto connessi.)
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