ROMA - La filosofia dell'uomo è racchiusa in un ricordo. La nonna contadina. "La mì nonna lavorava tutto il giorno e la sera, quando c'era il festival di Sanremo, andava ospite dei vicini a vedere la tv. Lei pensava che per entrare in quel teatro così importante, si sarebbe dovuta togliere le scarpe. Perché l'Ariston è così: da casa ti sembra immenso, un luogo magico. Quando entri ti verrebbe da dire: "Vabbè, bello, ma è tutto qui?". Fa un po' l'effetto Gioconda". Giorgio Panariello, la chioma candida ondulata da pecora, 45 anni, ex operaio, toscano doc, una vita a raccontare barzellette ai compagni di lavoro poi tanto cabaret, il successo nei teatrini e nei teatri, la conquista del sabato sera, è l'uomo su cui punta la Rai. Un comico con lo sguardo malinconico, che anche nel periodo dei trionfi, quando il pubblico era con lui e la critica storceva il naso, sembrava quasi scusarsi del successo. "Io non dico mai che batto gli avversari, perché la ruota gira".
A lui spetta il festival più difficile, quello del "dopo Bonolis", con la concorrenza di Mediaset che stavolta non resta a guardare, quello della frenesia pre-elettorale. Ma il clima a Sanremo è da Mulino Bianco. Vanno a braccetto persino le due ragazze dello show, che più diverse non si può: la iena Cabello e la fatina Blasi. "So che non farò i risultati di Bonolis, ne sono consapevole: è inutile nascondersi dietro un dito" ripete Panariello "quegli ascolti sono irripetibili. So che voglio fare il mio festival, ci sto lavorando con Mazzi, il regista Beldì, lo scenografo Ferretti. La Rai mi ha dato (quasi) tutto quello che volevo, ma non c'è dubbio, Sanremo è difficile". Si fa prima a fare la lista dei no, la caccia all'ospite straniero (in lizza c'è Travolta) continua, mentre la madrina sarà Virna Lisi.
Panariello, lei ha l'aria serena. L'anno scorso Bonolis, pochi giorni prima del festival, disse che Sanremo sarebbe stato il suo Inferno.
"Davvero? Io mi sento in Paradiso, il palco dell'Ariston è il mio Paradiso personale. Sono tranquillo. Quel che si poteva fare, è stato fatto. Però mi piacerebbe chiedere una cosa al pubblico dell'Ariston e ai cantanti: di non indossare pellicce vere in questi giorni. Un mondo più vivibile è anche un mondo che rispetta gli animali".
Parliamo dell'idea del suo festival. Già dallo spot col vecchio filmato di Celentano, si capisce che ha il sapore della nostalgia.
"È così. Il mio Sanremo sarà una festa tra amici, una festa per l'eccellenza italiana: nella moda, nello spettacolo, nella canzone. Siamo riusciti a portare sullo stesso palco superstar che il mondo c'invidia: Ramazzotti, Pausini, che ha trionfato ai Grammy, e Bocelli. Non c'è ospite straniero che valga".
Sanremo è davvero un mondo a parte?
"Sì, finché non lo provi non ci credi. Ti prendono, ti portano, ti chiudi in teatro, arriva la sera che la giornata è passata; sei davvero fuori dal mondo".
Stile di conduzione: Bonolis, Fazio, Vianello, Baudo, Mike con Chiambretti.
"Tutti bravissimi, con le loro caratteristiche. Io ho citato Corrado perché mi piace il suo stile pacato ma ironico, quel suo modo di stare in tv, di entrare nelle cose ma anche di saperle guardare con distacco. Mi sento simile a lui in questo".
In effetti lei non è mai stato un rivoluzionario.
"No, ma anch'io ho le mie idee".
Che pensa della par condicio?
"Che ce ne saranno per i rossi, i gialli e i neri. Va bene, c'è Sanremo, ma ad aprile si vota e la gente parla anche di politica in questi giorni, no? Qualcosa dirò anch'io. Faccio il comico, dico solo che se ce ne saranno per Tizio, le avrà anche Caio".
Chi gliel'ha fatto fare ad accettare Sanremo?
"Ho fatto teatro, tv, il cinema. Il festival è una tappa, ma per un artista è una tappa fondamentale. Sono d'accordo con Bonolis, se fai il presentatore una volta nella vita questa festa così grande la devi organizzare. Ma poi, la carriera di un artista è come una partita a Shanghai: io al secondo bastoncino che si muove butto tutto all'aria. In termine velistico, Sanremo ti permette di strambare".
Però si rischia di scuffiare.
"Un rischio da correre".
Se rischia il simbolo della tv deficiente, è più dura.
"Chiariamola una volta per tutte questa cosa. Mi sono trovato sulla copertina dell'Espresso, con la mia faccia, sotto il titolo "Tv deficiente" ma nel pezzo non ero neanche citato. La signora Franca Ciampi non aveva mai pensato a me, non aveva parlato di me, lo ha anche precisato. Ma quell'etichetta mi è rimasta appiccicata. E mi dispiace, ho sbagliato a non dirlo allora. È che io non sono il tipo che si fa prendere dagli "attacchi d'Ansa"".
Sarebbe a dire?
"Sa quelli che gli dicono una cosa e dopo un secondo si precipitano a fare una dichiarazione all'Ansa? Solo una volta ho dovuto smentire, quando la Guerritore disse che avevamo censurato al canzone di Fossati. Quel verso "i politici da fiera", nel testo di Internet, non c'era, lo aveva aggiunto la Bertè. Il gobbista aveva scaricato il testo da Internet senza quelle parole. Lei mi accusò di censura. Un po' va bene, ma quando è troppo".
Cosa vorrebbe che non dicessero di lei?
"Quello che non sono. Per carità, sono pieno di difetti come tutti, ma non vorrei dicessero che sono disonesto".
Quando è scoppiato il caso Minetti, che l'ha accusata di averla esclusa perché non vedente, lei non ha voluto commentare.
"Non ho commentato allora questa cosa, un'accusa che ha mi ha ferito dal punto di vista umano, e lo ripeto: al Festival si va per inviti. Tante persone mandano le canzoni, io faccio il capocomico e costruisco il mio festival. Ci sono cose che si commentano da sole".
Però RaiUno ha invitato la Minetti in tutte le trasmissioni. Ci sarà rimasto male.
"Andiamo avanti".
I desideri si scontrano quasi sempre con i costi.
"Hai voglia. Alla fine il sogno si ridimensiona. Tu dici: qui sarebbe bello una scala che sale verso il cielo blu trapunto di stelle d'oro. Ti dicono: "Bellissimo, ma vanno bene lo stesso due gradini? Le stelle costano. Forse è meglio il cielo e basta". Insomma, ci si arrangia, gli artigiani della Rai, li ringrazio, sono magnifici".
Lei avrà a che fare con la concorrenza, la par condicio, e un clima generale difficile. Bonolis lo scorso anno affrontò il dramma della liberazione di Giuliana Sgrena e l'uccisione di Nicola Calipari.
"Paolo è stato bravissimo. In diretta puoi solo agire d'istinto, è difficile prevedere quello che potrai fare. Sono pronto a tutto, anche alle polemiche feroci, spesso inutili, che si scateneranno in quei giorni. Tanto poi, il 5 marzo, magicamente scompare tutto".
La sua compagnia Elena che le dice?
"Lei è lontana da questo ambiente, è la persona che mi riporta sempre coi piedi per terra. Facendo questo lavoro si rischia spesso di perdere di vista la realtà ".
Ma a lei non succede.
"Mi guardo intorno, so come vive la gente, le difficoltà. Faccio Sanremo anche per strappare un sorriso. Sono un uomo semplice".
Le due ragazze del Festival, Ilary Blasi e Victoria Cabello, sono molto diverse.
"Sono due mondi, per questo mi piacciono. Ilary è la protagonista di una favola, la Cenerentola che sale sul cavallo bianco del principe Totti. È bellissima, una ragazza che ti fa piacere avere accanto, da proteggere, indirizzare, è ancora tutta da costruire. Tutto il contrario di Victoria. So che non è stata felice quando dico queste cose di Ilary, ma io con la Cabello, lo dico, ci andrei in vacanza".
Vabbè, si sta salvando in corner. La verità è che le ragazze con la battuta pronta un po' fanno paura.
"Ma se l'ho voluta io, imparerò tanto da lei. Sono io che voglio entrare nel suo mondo: è rapida, intelligente, non guarda in faccia nessuno. Lei si è costruita da sola, scrive i testi, interviene, che dici a una donna così? Secondo me sa cambiare anche le gomme dell'auto".
http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/sp...muiro.htmlDifficilmente vedo SANREMO...troppo palloso!!!