Il sofà delle muse

Olimpiadi invernali, parliamone..

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*PalladeAthena
view post Posted on 4/2/2006, 20:57




"Una valanga di buona volontà"
Gros, oro olimpico a Innsbruck '76, racconta i suoi volontari per i Giochi, l'emozione di una torcia di legno uscita dal carcere e il futuro degli impianti

MILANO, 4 febbraio 2006 - Un consiglio: mettetevi sulle code di Pierino Gros, come i bambini quando fanno il trenino. E’ un ottimo mezzo di trasporto per avvicinarsi all’Olimpiade, per arrivare al centro dei suoi valori migliori. Vi troverete in neve fresca, aria pura, lontani dal politico-federale che allunga il collo per esserci nell’ultima fotografia e dai vip che s’imbucano nella fiaccolata. L’oro di Innsbruck ’76 non c’entra. Piero Gros, "sindaco" dei volontari di Torino 2006: 20mila entusiasti che copriranno 350 attività, dall’accoglienza agli impianti.
- Gros, più difficile fare il sindaco di Salice d'Ulzio o il "sindaco" dei volontari?
"Fare il sindaco vero è una passeggiata. Qui è una scarica di adrenalina ogni minuto".
- Si diverte?
"Mi emoziono. Volevo far entrare l’Olimpiade nel carcere delle Vallette e invece mi hanno insegnato loro che cos’è: mi hanno regalato una torcia di legno, splendida, un’opera d’arte. L’ho messa in una bacheca nel Villaggio. Mi hanno consegnato anche un augurio per gli atleti. E poi il prete di Asti. Ha una splendida collezione di francobolli olimpici. Gli ho detto: 'Portiamola al Villaggio!' E lui: 'Chi vuole vederli entra in chiesa'. C’è gente che non appare e ama lo sport, ma ne custodisce i valori".
- Anche i volontari.
"Sono appena tornato dall’aeroporto. Ho visto ragazzi felici di essere lì a fare qualcosa di utile per l’Olimpiade. Non è divertente stare fermi in un aeroporto".
- Partecipano, direbbe de Coubertin.
"Sì, ma si deve anche vincere. Dare il massimo. Caricare nel modo migliore una fotocopiatrice è una vittoria. L’ho spiegato: serve passione. Hanno divise rosse, il colore della passione".
- A proposito delle divise dei volontari, qualcuno si è lamentato perché sono state fabbricate all’estero.
"Non so. Dico solo che io le avrei fatte azzurre. Ad Albertville i volontari portavano i colori della Francia".
- Candidature curiose?
"Nel settembre 2002 mi telefonò una ragazza di 18 anni, giapponese. Mi spiegò che voleva fare la volontaria a Torino 2006. Risposi: 'Sei la prima candidata, se non trovi sistemazione, dormi a casa mia'. Infatti è qui, si chiama Yukari. Qualche giorno fa mi ha telefonato un disabile di Vercelli, voleva fare il tedoforo. Era troppo tardi, mi si è stretto il cuore per non poterlo aiutare. Meglio lui che tanti famosi che si sono messi in mostra con la fiaccola".
- Tra poco toccherà a Capello e Del Piero.
"L’altro giorno ero in una libreria di Torino a presentare un libro di sci. Un giornalista ha cominciato a parlare della Juve. Mi sono alzato e ho detto: 'O la smettiamo col calcio o io me ne vado!'. La gente in sala ha applaudito. Quando mai alla presentazione di un libro sulla Juve si è parlato di slalom? La fiaccola dovrebbero portarla, prima di tutto, gli ex campioni della neve".
- Perché un ex campione della neve non lavora per la Federazione?
"Chiedetelo al presidente. Io dalla Federazione non ho preso 100 lire. Ho un carattere difficile, mi piace discutere. Ma se mi offrono la squadra C, ci vado di corsa".
- Idee in proposito?
"Tecnici preparati in modo più professionale e più pagati. Io, da atleta, ho sempre avuto grandissimi ex sciatori. Un preparatore di 25 anni non può allenare ragazzi di 20. Serve carisma. Noi i preparatori-ragazzini li facevamo scappare in due giorni... E poi aumenterei i gruppi di atleti: il giovane in allenamento mette pepe al campione. La concorrenza stimola sempre".
- Nella Valanga azzurra funzionava?
"In pista, ma anche a calcio, era tutto un Italia-Germania, come dicevamo noi: Thoeni e gli altoatesini contro gli altri. A Brunico mi allenai con Stenmark. Se faceva una pista in più, tornavo su e la facevo anch’io".
- Tra Gros e Thoeni oggi chi vince il parallelo?
"Siamo due cadaveri".
- Rocca è come voi?
"Altri tempi. Lui è maturato a 27 anni, io a 28 avevo già smesso. Oggi serve più fisico e l’atleta arriva dopo. Infatti Fill, con la tecnica che ha, tra 3-4 anni spezzerà la schiena a tutti".
- Lei arrivò ai Giochi di Innsbruck ’76 con un anno di digiuno di vittorie; Rocca invece ci arriva avendo vinto molto. Troppo?
"Non avrà paranoie psicologiche. L’importante è che non si ritrovi primo dopo la prima manche, per evitare la tensione. Meglio 3°, 4° o 5°, come ha quasi sempre fatto quest’anno. E’ favorito. Ma a Innsbruck lo ero anch’io perché venivo da 6-7 secondi posti".
- Grande seconda manche a Innsbruck, con quel secondo e 25 da rimontare.
"Io la gara la vinsi nella prima. Nevicava, scesi per 11°, la pista era orribile, gelata, rovinata. Infatti Stenmark pagò moltissimo, io sopravvissi bene. Poi nella seconda, con l’inversione dei partenti e le cadute di tre avversari, scesi per secondo, fu più facile. Sciai benissimo, certo, ma il segreto è la prima manche. Non l’ho mai più rivista, non la fanno vedere mai. La chiederò alla Rai. I volontari sono come quella prima manche: in ombra ma sono il segreto di una buona Olimpiade...".
- Oltre a Rocca?
"Aspetto con curiosità Moelgg, se non gli fa male la schiena".
- E dopo i Giochi?
"Porterò i bambini sugli impianti di Torino 2006. Ho grandi idee, che realizzerò con la Regione. Se Alessandria ha 3 società di bob, perché non devono averle Cirié, Saluzzo o Carmagnola? Magari tra 4 anni a Vancouver festeggeremo un valsusino olimpionico di salto...".
Pierino Gros progetta col cuore. A Innsbruck vinse nel giorno di San Valentino.
Luigi Garlando
http://www.gazzetta.it/Speciali/Torino_200...o/04/gros.shtml
Ah la valanga azzurra..
 
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verbenasapiens
view post Posted on 8/2/2006, 19:07




Torino, Pisanu: preoccupano i no global
Fermo restando l'allerta antiterrorismo, le apprensioni maggiori dall'area dell'antagonismo che domina la protesta anti Tav» ROMA - «Fermo restando l'allerta antiterrorismo, le preoccupazioni maggiori vengono dalla crescente aggressività dell'antagonismo no global, dei centri sociali e degli anarco insurrezionalisti che hanno ormai egemonizzato la protesta anti tav e cercano ora di usarla a fini eversivi sulla scena mondiale delle olimpiadi». Lo ha affermato il ministro dell'interno Giuseppe Pisanu al question time alla Camera in riferimento al servizio di sicurezza per le olimpiadi invernali Torino 2006.
«Mi auguro - ha aggiunto ancora Pisanu in riferimento ai no global - che essi non producano altri gravi danni all’immagine del nostro Paese». L’apparato di sicurezza che vigilerà sulle Olimpiadi di Torino prevede un dispositivo che «impiega, oltre ai reparti già presenti in Piemonte, altri 9.000 operatori delle forze dell’ordine». Un sistema, ha detto Pisanu, che si ispira «al modello già sperimentato con successo nella gestione di grandi eventi internazionali».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...08/pisanu.shtml
wacko.gif
 
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Maximus05
view post Posted on 9/2/2006, 18:47




Con le Olimpiadi Torino comincia una nuova vita
di Carlo Azeglio Ciampi

Lo svolgimento a Torino e nel suo territorio dei XX Giochi Olimpici invernali è di per sé un riconoscimento, oltre che della bellezza e ricchezza di attrezzature sportive della grande cerchia alpina che attornia la città, dell’importanza del ruolo che Torino, che fu la prima capitale d’Italia, ha avuto ed ha nella vita politica e sociale, nella cultura, nell’economia italiana ed europea.

Torino e il Piemonte hanno risposto con slancio, e con metodo, alla sfida rappresentata dall’organizzazione dei Giochi Olimpici: un evento che mette anzitutto alla prova la capacità operativa delle Amministrazioni locali, ma anche la creatività di tutta una società.

Preparandosi alle Olimpiadi, che hanno già richiamato da ogni parte del mondo una gran folla di visitatori, accolti nella città sabauda con antica cortesia, Torino conferma le sue tradizionali virtù: il senso dell’ordine e dell’organizzazione, la concretezza operosa, la padronanza degli strumenti più avanzati della tecnologia.

La mente si volge al ricordo di «Italia ‘61», quando le celebrazioni del centenario dell’unità nazionale videro sorgere, di fronte al Po e alla Collina, costruzioni di esemplare modernità: quella cattedrale del Novecento che è il Palazzo del Lavoro di Pier Luigi Nervi; il Palazzo a Vela; il Museo dell’Automobile, che celebrava un primato che Torino non ha mai tradito, rimanendo fedele a una vocazione produttiva che oggi, coprendo un più largo arco di specializzazioni, continua a farne una delle capitali industriali d’Europa.

Si celebrò allora, insieme con le glorie di una lunga storia, che aveva fatto di Torino e del Piemonte il cuore pulsante dell’Unità d’Italia, la stagione del «miracolo italiano», che, nel volgere di pochi anni dalla fine della guerra, aveva avviato il nostro Paese sulla strada di una nuova Rinascenza, consentendoci di associarci con pieno diritto all’avanguardia di nazioni democratiche che costruivano la nuova Europa unita. La vocazione produttiva, e l’anima nazionale ed europea di Torino, seppero allora esprimersi ai più alti livelli.

La Torino di oggi dimostra la ferma volontà e capacità di rispondere alle sfide di un’economia globale in continua evoluzione, modernizzando le sue solide strutture industriali, fondate su una grande e sempre viva tradizione tecnico-scientifica, che ha i suoi centri d’avanguardia nel Politecnico e nell’Università. Questi due storici Atenei, impegnati in una fase importante di innovazione e riorganizzazione strutturale, operano in sempre più stretta sinergia con le forze della produzione.

L’orgoglioso rilancio, grazie al comune, strenuo impegno di lavoratori, di imprenditori, di dirigenti, di tecnici, di quell’industria dell’auto che ha reso famoso nel mondo il nome di Torino, si associa alla capacità di scoprire vie diverse per la crescita. Questi indirizzi si vanno già concretamente manifestando in settori tecnologicamente avanzati. Mi riferisco, in particolar modo, alle numerose imprese, grandi e piccole, presenti nelle biotecnologie, nell’aerospaziale, nella tecnologia dell’informazione e della comunicazione.

Sta diventando realtà un nuovo modello di sviluppo. Esso si nutre anche del ricchissimo patrimonio, spesso ignorato, di arte e cultura della Città e del suo territorio. Sta emergendo, a Torino e in tutto il Piemonte, una moderna cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. Del rilancio già in atto è necessaria premessa la disponibilità di adeguate risorse finanziarie, pubbliche e private. Queste ultime fanno perno sulla tradizionale propensione al risparmio dei piemontesi, sull’elevata dotazione di strutture finanziarie, sull’affidabilità e reputazione di tutta una classe dirigente, dalle antiche tradizioni professionali. Le nuove opere pubbliche - quali la metropolitana, la «Spina», il passante ferroviario, il Villaggio Olimpico - stanno cambiando il volto della città.

Le grandi infrastrutture logistiche, progettate o in corso di realizzazione, avvicineranno tutta la Regione ai territori confinanti e ai flussi di traffico europei; favoriranno lo sviluppo dell’economia torinese e piemontese e il benessere di tutti i cittadini; potranno segnare l’inizio di una nuova epoca nella vita di Torino, città dell’industria e della cultura, e di tutta la Regione.

La sfida rappresentata dall’organizzazione dei Giochi Olimpici, che la Città, e l’Italia, hanno fortemente voluti, ha contribuito a mettere in moto le risorse latenti della vostra società e della vostra economia. Il successo della manifestazione è di primaria importanza per Torino, per il Piemonte, per l’Italia. A questo successo i cittadini debbono collaborare, insieme con le Istituzioni, per il bene di tutti. Siano dunque queste Olimpiadi il punto di partenza di un nuovo ciclo di crescita economica, sociale e civile. Questo l’augurio che rivolgo, attraverso «La Stampa», a tutta la popolazione torinese e piemontese.
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/gira...ticolo=417&tp=C
ma queste cose i noglobal mica le sanno
 
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*Ishtar*
view post Posted on 10/2/2006, 20:52




La fiaccola alla regina dei giochi
la Belmondo ultimo tedoforo


Stefania Belmondo, campionessa dello sci di fondo

TORINO - Sarà la 'regina italiana dei Giochi' ad accendere il Tripode di Torino 2006. Stefania Belmondo è infatti l'azzurra più vincente nella storia delle Olimpiadi invernali.

In cinque Olimpiadi, la 37enne piemontese ha vinto 2 ori, 2 argenti e 5 bronzi. Un bottino straordinario, a cui vanno aggiunti anche 2 ori mondiali e una lunga serie di piazzamenti nelle manifestazioni iridate. Rischiano di passare in secondo piano anche le 24 vittorie in Coppa del Mondo, per non parlare dei 35 titoli italiani.

La carriera dell'atleta di Vinadio si apre più di 20 anni fa. Nel 1982 entra a far parte della Squadra Regionale del Piemonte e nel 1986 in quella della Nazionale giovanile. Stefania Belmondo fa il suo esordio nelle gare di Coppa del mondo nella stagione 1986/87.
Nell'annata successiva diventa uno dei perni della Nazionale, mentre si prepara a festeggiare i primi successi a livello juniores.

Nel 1988 vince le sue prime medaglie ai Campionati mondiali di categoria, con il secondo posto nella 5 km e il bronzo nella staffetta. Ce n'è abbastanza per conquistare un posto alle Olimpiadi invernali di Calgary 1988 dove scende in pista in quattro gare.

La crescita prosegue costante e nella stagione 1988/89, ai mondiali assoluti di Lahti, in Finlandia, chiude l'avventura iridata con un decimo e un undicesimo posto. Intanto, continua a mietere successi a livello juniores e fa incetta di titoli italiani. Il 1989 è l'anno della consacrazione: la Belmondo vince la sua prima gara di Coppa del mondo a Salt Lake City, negli Usa. Mai un'azzurra era riuscita nell'impresa.

L'annata si chiude con un brillante secondo posto nella classifica di Coppa del Mondo. E' solo l'inizio. Altre vittorie di tappa nel '90, prima dell'exploit ai Mondiali in Val di Fiemme del 1991: bronzo nella 15 km e argento nella staffetta.

Il podio è un'abitudine che viene confermata ai Giochi di Albertville '92: vince l'argento nella 10 km e il bronzo nella staffetta. Manca solo l'oro per completare un palmares straordinario e la lacuna viene colmata nella gara più dura, la 30 km. Nel 1993 arrivano due titoli mondiali nella 10 e nella 30 km. Sono le ultime soddisfazioni prima di un periodo complicato da una serie di problemi fisici. La forma, ai Giochi di Lillehammer '94, non puo' essere al top.

In Norvegia l'Italia scopre la stella di Manuela Di Centa, che vince 2 ori, 1 argento e 1 bronzo. La Belmondo deve accontentarsi di 2 terzi posti. Dopo 2 annate difficili, un nuovo acuto nel 1996/97, con il ritorno alla vittoria in Coppa del Mondo.

Se non è rinascita, manca poco: ancora un Mondiale, dove la piemontese conquista 4 argenti sempre alle spalle della russa Elena Valbe. Bottino notevole anche ai Giochi di Nagano '98, con il bronzo in staffetta e l'argento nella 30 km.

L'età avanza ma la voglia di lottare è sempre la stessa. Altri due ori nei Mondiali del '99, prima della chiusura in grande stile a Salt Lake City. Ai Giochi del 2002, saluta con un oro e un argento.

Dopo il ritiro e la nascita di Mathias, nel 2003, il richiamo degli sci si fa sentire: c'è l'appuntamento 'casalingo' di Torino, ma il progetto di un rientro viene abbandonato. Ai Giochi, però, la Belmondo ci sarà.

user posted image
http://www.repubblica.it/2006/a/speciale/a...o/belmondo.html

 
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ACF1
view post Posted on 26/2/2006, 22:55




Olimpiadi concluse. Cerimonia finale che all'inizio mi aveva messo un dubbio, ma poi mi è piaciuta, in alcuni momenti commosso. Anche la musica che ha portato alla conclusione di tutto, allegra, per togliere quel velo di malinconia che non si può evitare, al termine di dei giochi.
Olimpiadi riuscitissime grazie al lavoro di tutti, volontari, comitato organizzatore, città di Torino, Regione e Governo centrale. Un'edizione che ha coniugato la sobrietà con la spettacolarità comunque necessaria in un evento di questa portata.
Un plauso alla sicurezza e ai servizi, che hanno fatto in modo che nulla accadesse. E non credo proprio che qualcuno non abbia pensato di farci qualche scherzetto antipatico.

Grazie Italia, Ti amo!
 
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verbenasapiens
view post Posted on 27/2/2006, 16:05




Anche a me questa olimpiade è piaciuta molto ed ho trovato le due cerimonie , di apertura e chiusura , molto suggestive e in linea con la classe che contraddistingue noi italiani nel mondo.Mettiamoci pure i bei risultati e direi che la soddisfazione si può definire massima.
Ho sempre amato il pattinaggio artistico e questa olimpiade, con atleti bellissimi, me lo ha fatto amare ancora di più.Bellissimo durante il galà lo show del violinista che ha suonato benissimo smile.gif
 
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verbenasapiens
view post Posted on 27/2/2006, 21:26




«Ciao Turìn grazie» come dice un cartello, e tutto il resto è Italia: «Va’ Pensiero», «E la vita l’è bela», «Mamma», «Buonasera signorina buonasera», il mambo, «Azzurro», Goffredo Mameli e Valeria Marini. Così canta lo stadio olimpico trasformato in carillon, e milioni di televisori riprendono l’eco. Olimpiade nazional-popolare, se mai ce n’è stata una: batte forte il cuore al plasma d’Italia, ma poi salva tutto l’auto-ironia.

Si mescolano i pennacchi dei carabinieri e le penne degli alpini che ammainano la bandiera, gli arlecchini e i pulcinella che batton grancassa, la voce spezza-cuori di Andrea Bocelli e la ragazza senza mutandine ma in calze nere e tacchi a spillo che corre sventolando uno striscione tricolore con la scritta «Mi consenta», motto berlusconiano. Poi Sergio Chiamparino e Luca Cordero di Montezemolo che fanno la «ola». Poi l’uomo volante che l’aria calda porta su su nell’aria. E l’altro uomo sul palco - il capo del governo in carica, Silvio Berlusconi - che i fischi tengono giù giù, in un estemporaneo e assordante «sondaggio» a fior di labbra, contrastato da qualche applauso: «Diamo il benvenuto al presidente del Consiglio italiano...», esorta il presentatore, ma giù fischi. Quasi come una «nomination» o bocciatura del Grande Fratello, con l’unica eccezione che manca il telecomando a imporre il silenzio, o a cambiare il canale. Spontanei o no, i fischi sono poi provvidenzialmente interrotti dall’avvio della cerimonia.

È sera di Carnevale e così finisce l’Olimpiade d’Inverno: fra coriandoli, 2890 fuochi d’artificio, un pizzico di inevitabile malinconia e un po’ di politica. «Ce l’abbiamo fatta» dice Valentino Castellani presidente del Comitato organizzatore, e si capisce che pensa anche a tutti gli sfracelli annunciati per mesi, ai presunti attacchi nucleari, alle orde di «no global» mai affacciatesi sulla Mole Antonelliana. È andato invece tutto bene, l’Italia ha vinto un bel po’ di medaglie, il Comitato olimpico ha dichiarato che l’oro più bello lo merita la città di Torino, per l’organizzazione e l’ospitalità. «Ciao Turin, grazie», appuntamento a Vancouver. Come si diceva all’inizio, 17 giorni fa: «Passion lives here», la passione vive o ha vissuto qui.

Si comincia alle otto in punto, nel segno di Fellini: suoi il clown sul cavallo bianco che entra per primo in pista, sua la sottile tristezza dei Pierrot, sue le risate sboccate dei giovanotti travestiti da Colombine, sue le sagome dei papi e vescovi fasulli rapiti alle scenografie di «Roma». E in fondo assai felliniana anche Valeria Marini, sirena che sorge da un mare di tela. O le 110 sposine che, candele fra le mani, formano la sagoma di una colomba sulla pista. Ma c’è anche un bel po’ di Viareggio, in questa Torino olimpica: 60 mascheroni del Carnevale versiliano sfilano sul ghiaccio, insieme a uomini-tarocchi, bestie di cartapesta, arlecchini. Poi mangiafuoco, acrobati che scendono dall’alto travestiti da »esploratori della neve», contorsionisti, atleti che pattinano vomitando altro fuoco dalle schiene (le «scintille di passione» che si erano già viste nella cerimonia d’apertura, ora ribattezzate «scintillacce di confusione»). Ci sono perfino i costumi ispirati alla spedizione polare del dirigibile «Italia».

Anche il pubblico è coinvolto: distribuiti nasi finti e mascherine (pure qualche autorità sul palco li indosserà), si divide fra angeli e demoni. L’ispirazione dichiarata del tutto: circo, giostra viaggiante, cabaret. La sorpresa - ma era già nell’aria, da giorni - è invece la contestazione politica o pseudo-politica. Sul palco, con Berlusconi, ci sono Gianni Letta, un po’ di ministri, i reali di Svezia, Alberto di Monaco, pochi altri Vip. E tutti vengono colti di sorpresa dalla silfide nuda: la ragazza, si è scoperto poi, sarebbe una certa Justine, polacca, aspirante porno-star della scuderia di Riccardo Schicchi già resa celebre dall’ex parlamentare Cicciolina. Altri scampoli di storia italiana. Ma l’Olimpiade, questa bella Olimpiade, di storia ne ha scritto un’altra. E Torino ha firmato.
Luigi Offeddu
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2...7/offeddu.shtml
 
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Maximus05
view post Posted on 28/2/2006, 21:07




Gran belle olimpiadi: complimenti a tutti:)
 
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7 replies since 4/2/2006, 20:57   95 views
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