Occhetto scende sul terreno di gioco sottovalutando l'avversario, che invece lo infila a più riprese. Berlusconi sembra infierire a piacimento contro un antagonista allora segretario del Partito democratico della sinistra, che subito si smarrisce. Berlusconi, come Sacchi al Milan, impone la novità del gioco a zona.
Per lunghi periodi i due contendenti fanno molta melina a centrocampo: uno dice"non voglio replicare" e l'altro replica "non prendo neanche in considerazione quello che ho sentito". In alcune occasioni Berlusconi lascia clamorosamente sguarnita la difesa ma Prodi non sa approfittarne. Solo nel finale tenta di colpire di rimessa ma il match è già finito.
I due scendono in campo con la formazione migliore: da una parte Fini, Casini, Tremonti e Buttiglione, dall'altra D'Alema, Maccanico, Bianco, Melandri. Berlusconi è dato per favorito, elargisce grandi sorrisi e facili battute. Su Prodi pesa la parlata lenta. Stuzzicato, però, Prodi reagisce agli attacchi. Mentre la partita sembra chiudersi sul pari, una fuga in contropiede di Giovanna Melandri regala il gol della vittoria.
Sembra un incontro di wrestling, dove i contendenti fingoni di darsela di santa ragione. Berlusconi sa di dover scontare la promessa non mantenuta di far diventare tutti gli italiani dei piccoli Berlusconi (più felici, più ricchi, con più capelli). Bertinotti sa di dover giocare ancora al piccolo rivoluzionario. Nel più assoluto gioco delle parti.
Berlusconi e Rutelli sono accusati di scarsa combattività, di essersi esibiti in tante battute ma di aver offerto poche certezze sul futuro del Paese. Solo una grande attenzione al look, alla simpatia, alla credibilità, nelle acrobazie verbali più efficaci che sono pur sempre segnali di latitanza argomentativa. Melina. Pari e patta
mah...del resto non le ho viste queste partite
