Il sofà delle muse

Tutte le nomination agli oscar 2006

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Rachael
view post Posted on 31/1/2006, 22:25




Oscar 2006
le nomination

Di seguito, le categorie e le rispettive candidature agli Oscar 2006.

Miglior film: Brokeback Mountain, Capote, Crash, Good Night and Good Luck, Munich

Miglior regista: Paul Haggis (Crash), Ang Lee (Brokeback Mountain), Bennett Miller (Capote), George Clooney (Good Night and Good Luck), Steven Spielberg (Munich).

Miglior attore: Philip Seymour Hoffman (Capote), Heath Ledger (Brokeback Mountain), Joaquin Phoenix (Walk the line), David Strathairn (Good Night and Good Luck), Terrence Howard (Hustle&Flow).

Migliore attrice: Felicity Huffman (Transamerica), Reese Whiterspoon (Walk the Line), Charlize Theron (North Country), Judi Dench (Lady Henderson), Keira Knightley (Pride and Prejudice).

Miglior attore non protagonista: Paul Giamatti (Cinderella Man), George Clooney (Syriana), Matt Dillon (Crash), Jake Gyllenhaal (Brokeback Mountain), William Hurt (History of Violence)

Miglior attrice non protagonista: Rachel Weisz (The Constant Gardener), Amy Adams (Junebug), Catherine Keener (Capote), Frances McDormand (North Country), Michelle Williams (Brokeback Mountain).

Migliore sceneggiatura originale: Crash, Good Night and Good Luck, Match Point, The Squid and the Whale, Syriana

Migliore sceneggiatura non originale: Brokeback Mountain, Capote, The Constant Gardener, A History of Violence, Munich

Miglior film straniero: La bestia nel cuore (Don't tell - Italia), Sophie Scholl (Germania), Paradise Now (Palestina), Joyeux Noel (Francia), Tsotsi (Sud Africa)

Miglior film d'animazione: Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki; La sposa cadavere di Tim Burton e Mike Johnson; La maledizione del coniglio mannaro di Nick Park e Steve Box

Migliore scenografia: Good Night and Good Luck; Harry Potter e il calice di fuoco; King Kong; Memorie di una geisha; Orgoglio e pregiudizio

Migliore fotografia: Wally Pfister (Batman Begins), Rodrigo Prieto (Brokeback Mountain), Robert Elswit (Good Night and Good Luck), Dion Beebe (Memorie di una geisha), Emmanuel Lubezki (The New World)

Migliori costumi: Gabriella Pescucci (La fabbrica di cioccolato), Colleen Atwood (Memorie di una geisha), Sandy Powell (Mrs Henderson Presents), Jacqueline Durran (Orgoglio e pregiudizio), Arianne Phillips (Quando l'amore brucia l'anima)

Miglior documentario: L'incubo di Darwin, Enron: L'economia della truffa, La marcia dei pinguini, Murderball, Street Fight

Miglior cortometraggio documentaristico: The Death of Kevin Carter: Casualty of the Bang Bang Club, God Sleeps in Rwanda, The Mushroom Club: The golden age of Norman Corwin

Miglior montaggio: Mike Hill e Dan Hanley (Cinderella Man), Claire Simpson (The Constant Gardner), Hughes Winborne (Crash), Michael Kahn (Munich), Michael McCusker (Quando l'amore brucia l'anima)

Miglior trucco: Howard Berger e Tami Lane (Le cronache di Narnia), David Leroy Anderson e Lance Anderson (Cinderella Man), Dave Elsey e Nikki Gooley (Star Wars ep. III, La vendetta dei Sith)

Migliore colonna sonora originale: Gustavo Santaolalla (Brokeback Mountain), Alberto Iglesias (The Constant Gardner), John Williams (Memorie di una geisha), John Williams (Munich), Dario Marianelli (Orgoglio e pregiudizio)

Miglior canzone per film: "In the Deep", da Crash; "It's hard out here for a pimp", da Hustle&Flow; "Travelin' Thru" da Transamerica

Miglior cortometraggio d'animazione: Badgered di Sharon Colman, The moon and the son: an imagined conversation di John Canemaker e Peggy Stern, The mysterious geographic explorations of Jasper Morello di Anthony Lucas, 9 di Shane Acker, One Man Band di Andrew Jimenez e Mark Andrews

Miglior cortometraggio: Ausreisser (Runaway) di Ulrike Grote, Cashback di Sean Ellis e Lene Bausager, The Last Farm di Runar Runarsson e Thor S.Sigurjonsson, Our time is up di Rob Pearlstein e Pia Clemente, Six Shooter di Martin McDonagh

Miglior montaggio audio: King Kong, Memorie di una geisha, La guerra dei mondi

Miglior mixaggio audio: Le cronache di Narnia, King Kong, Memorie di una geisha, Quando l'amore brucia l'anima, La guerra dei mondi

Migliori effetti speciali: Le cronache di Narnia, King Kong, La guerra dei mondi

 
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verbenasapiens
view post Posted on 2/2/2006, 20:47




Non ho visto La Bestia nel cuore ma sono felice per la Ciomencini, regista donna tongue.gif
 
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verbenasapiens
view post Posted on 3/2/2006, 09:55




La bestia nel cuore concorrerà al premio per il miglior film straniero. Nomination anche per la Pescucci

Cristina Comencini ce l'ha fatta. La bestia nel cuore è stato inserito nella cinquina dei candidati al premio come miglior film straniero alla 78esima edizione degli Oscar. Per l'Italia si tratta di un grande risultato: era dal 1999, anno del trionfo di La vita è bella di Roberto Benigni, che l'Academy ignorava i nostri film. Ispirato all'omonimo romanzo scritto dalla stessa comencini e interpretato da Giovanna Mezzogiorno, Alessio Boni, Luigi Lo Cascio e Stefania Rocca, La bestia nel cuore è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, dove è valso la Coppa Volpi alla Mezzogiorno. "Sono iperfelice, non me l'aspettavo assolutamente". E' il commento a caldo della regista Cristina Comencini alla notizia della candidatura di La bestia nel cuore all'Oscar per il miglior film straniero alla 78ª edizione degli Oscar. "Sono emozionatissima, da sei anni l'Italia mancava dalla competizione e noi ce l'abbiamo fatta contro ogni previsione. E’ stata una sorpresa perché siamo arrivati tardi e abbiamo fatto una campagna promozionale con pochi mezzi. Ma il merito è soprattutto del film che ha fatto tutto da solo. Avevo visto l'entusiasmo della gente durante le proiezioni americane ma proprio non ci credevo". Commossa, la regista parla "di un grande risultato per l'Italia", "come ci rimprovera sempre il nostro presidente Ciampi, abbiamo scarso sentimento per quello che facciamo, questa invece è la dimostrazione che quando vogliamo le cose le possiamo fare". La candidatura all'Oscar per la Comencini è motivo d'orgoglio non solo perché, dopo sei anni, ha spezzato la catena di insuccessi collezionati dai nostri autori e perché la nomination è arrivata dopo le polemiche seguite all'esclusione di Privatedi Saverio Costanzo, ma anche perché è la prima regista italiana a concorrere agli Academy Awards dal 1976, anno in cui Lina Wertmüller, con Pasqualino Settebellezze, ebbe l'onore di essere la prima donna ad ottenere la nomination come miglior regista, oltre alla candidatura del suo film nella categoria riservata ai film stranieri e quella come sceneggiatrice. "Questa cosa mi commuove particolarmente, questo risultato è importante per tutte le donne". A tenere alta la bandiera dell’Italia agli Oscar ci sarà anche la costumista Gabriella Pescucci, candidata per La fabbrica di cioccolato di Tim Burton. Premiata con l’Oscar nel ’94 per i costumi di L’eta’ dell’innocenza di Scorsese e candidata nell’88 per Le avventure del barone di Munchausen, la Pescucci ottiene quest’anno la terza nomination della sua carriera. Le italiane che in 78 anni hanno partecipato agli Oscar sono veramente poche: l'ultima è stata, lo scorso anno, Francesca Lo Schiavo, premiata insieme a Dante Ferretti per le scenografie di The Aviator. Come non ricordare Sophia Loren che è stata la prima, con La ciociara, a ricevere uno dei premi riservati agli attori recitando in un film in lingua straniera, e Anna Magnani, la prima italiana a vincere una statuetta come protagonista per La rosa tatuata di Mann ('55). Senza dimenticare la Michela Canonero, sette nomination e due Oscar vinti per Barry Lindon (1975) e Momenti di gloria (1982), e la montatrice Gabriella Cristiani, che ottenne l'Oscar per L'ultimo imperatore nell'88.
http://it.movies.yahoo.com/060131/83/3lfqi.html
 
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*Ishtar*
view post Posted on 3/2/2006, 20:41




Anche a me fa piacere tongue.gif
 
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Rachael
view post Posted on 3/2/2006, 21:12




Non l'ho visto nemmeno io, ma sono contenta per la Comencini e per il cinema italiano smile.gif
 
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*PalladeAthena
view post Posted on 14/2/2006, 19:29




L'Italia s'è desta, grazie alle donne
Cristina Comencini candidata all'Oscar, Laura Pausini ai Grammy. Sono le artiste a svecchiare l'immagine del Paese. E a renderci ancora interessanti.



Le quote rosa sono passate solo al Senato?
Non importa, grazie: si fa da sole. Fulgido esempio di fai-da-te, Laura Pausini e Cristina Comencini sbarcano in America e a sorpresa, soprattutto la seconda, conquistano le luci sfavillanti dello showbiz globale.
La paffutella cantante di Solarolo (provincia di Ravenna), una che piace anche perché è normalmente afflitta dal tormento delle diete, è la vincitrice, prima volta per un'interprete italiana, del Grammy nella categoria best Latin pop album, dopo aver vinto pochi mesi fa i Latin grammy awards (best female pop vocal album).

La seconda, scrittrice e regista, figlia molto chic e molto minimalista del regista Luigi Comencini e moglie del produttore Riccardo Tozzi della Cattleya, è candidata all'Oscar per il miglior film straniero con il suo femminilissimo La bestia nel cuore, già successo da 5 milioni di euro in sala.
E, diciamolo, nessuno se l'aspettava: erano sette anni, dall'epoca di La vita è bella, che l'Italia non veniva presa in considerazione. E soprattutto sono trent'anni che una regista italiana non viene candidata all'Oscar, la prima e ultima volta è capitato a Lina Wertmüller con Pasqualino Settebellezze.
Dunque che succede?
Succede che l'Italia, anche se nei recenti, disattenti anni s'è fatto di tutto per nasconderne i pregi artistici, sta ritornando in auge all'estero e non solo per l'inevitabile moda e le Ferrari.

Ma succede soprattutto che a imporsi sono le signore, e vorrà pure dir qualcosa: magari tocca a loro svecchiare il mondo e dunque il Paese, raccontando (e musicando) storie che possono piacere e dispiacere (controversa la critica che ha accompagnato l'uscita di La bestia nel cuore), ma che raccontano una certa modernità italiana, priva di antichi stereotipi, con amori diversi, famiglie a pezzi, altalene sentimentali e disastri affettivi, nessuna sottoveste o abito bianco, più banalmente quel che vediamo intorno quando apriamo gli occhi e la finestra.
E quando smettiamo di pensarla all'unisono con il Vaticano.
Nel caso di Pausini l'eccezionale evento della vittoria è preceduto da un successo di vendite in tutto il mondo e soprattutto dalla notorietà inattaccabile in tutti i paesi di lingua latina.

E nel caso di Comencini? Qui valgono la modernità scioccante del testo, la testardaggine tutta femminile e la capacità manageriale e di lobbying, che non è necessariamente una parolaccia. Negli ultimi mesi chiunque passasse da New York o da Los Angeles incontrava, di qua e di là, la coppia «equa e solidale» Cristina e Riccardo impegnata a proiettare, difendere, mostrare il film agli americani, ai votanti dell'Oscar, ai distributori internazionali.
Con tempismo da manuale, esce proprio in questi giorni, in versione semplice e special edition, il dvd del film (già 70 mila le prenotazioni Blockbuster, e il dato è precedente alla notizia della candidatura).
La sua (piccola) parte, per una volta, l'ha fatta anche lo Stato, nella persona di Gaetano Blandini, direttore generale Cinema del ministero che, nonostante le tempeste attraversate dal cinema pubblico all'avvento di Rocco Buttiglione, è riuscito a scovare 150 mila euro da affidare alla Cattleya per la campagna promozionale negli Stati Uniti.

Per niente facile in tempi di fondi tagliati a colpi d'ascia. «Ma bisognava farlo» sottolinea Blandini, stimato a destra e a manca «credo sia compito dello Stato rilanciare la promozione del nostro cinema all'estero.
Sono felice che adesso tutti garantiscono il loro sostegno, certo un mese prima del road show americano non si trovava nessuno disposto a sovvenzionare Cattleya. Adesso, come ministero, interverremo con altri 100 mila euro per sostenere il film fino alla grande notte».
Il fatto certo (o forse solo una piacevole coincidenza, ma perché negarcene il gusto?) è che la nuova Italia da esportazione è raccontata e rappresentata dalle donne: con Cristina arriva oltreoceano anche l'intensa Giovanna Mezzogiorno e l'icona nostrana di bellezza è da tempo Monica Bellucci. Tanto che, da oggi, il nuovo inno italiano (Carlo Azeglio Ciampi non s'adombri) potrebbe essere proprio She, cioè Lei, il pezzo (una cover di Charles Aznavour) che Pausini forse presenterà al prossimo Festival di Sanremo e che, altrettanto significativamente, sarà scaricabile dal suo sito proprio l'8 marzo
di Piera Detassis
http://www.panorama.it/cultura/scrittori/a...1-A020001034779
Eh sì le donne avanzano, quelle che si impegnano e non fanno le velone o le sgallettate svampite perchè a certi Uomini così piace.....wink.gif

Edited by *PalladeAthena - 14/2/2006, 19:30
 
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