Marcorè: la satira? Meglio contro il Polo
Sono di sinistra, prendo in giro il governo. Non applico dentro di me la par condicio dell'imitazione, essere di parte è legittimo»
ROMA — Di Fassino si ride (per ora) una volta sola. Il finto segretario trampoliere non tornerà stasera a Parla con me su Raitre. «Non credo che lo rifarò, è un problema ideologico, la sinistra non attraversa un bel momento, non me la sento di infierire con la satira». Così avrebbe deciso Neri Marcorè secondo il giornale
Libero che ieri riportava il virgolettato. L'attore invece smentisce: «Non ricordo di averlo detto, certo non a loro. La satira si fa a 360 gradi, Unipol era un bel bocconcino, non potevo resistere. E se avrò altri spunti, il mio Fassino rinascerà. Avessi voluto risparmiare i Ds, non l'avrei fatto proprio, nemmeno una volta. E invece non è che ci sono andato leggero. Poi però è chiaro che io sono di sinistra, non lo nascondo, perché dovrei? E quindi c'è più gusto a prendere in giro la destra, pure perché è maggioranza di governo. Non applico dentro di me la par condicio dell'imitazione, essere di parte è legittimo».
Pur di parlare con Marcorè-Fassino era salita su una scala. Ora a Serena Dandini basta meno: «La questione è surreale, non facciamo mica satira a comando, Fassino tornerà quando ci gira, non siamo il Bagaglino con la gente in sala. E lo sketch lo abbiamo persino messo sul nostro dvd che esce a marzo». Invoca un Fassino bis, tris e anche più Maurizio Gasparri che quando era ministro delle Comunicazioni fu pluri- imitato dallo stesso Marcorè: «Che non si è autocensurato non ci credo nemmeno se mi mettono in croce. Li ho sentiti io i commenti dei peones Ds a Montecitorio, l'imitazione non gli è piaciuta per niente. Come espiazione, pretendo che Fassino venga rifatto tante volte quante è toccato a me, che apprezzavo, però. Che poi Marcorè preferisca fare satira sulla destra lo capisco, lui almeno è sincero».
Più critico del ministro, Vauro Senesi: «La satira è come un riflesso di Pavlov, deve prendere per i fondelli chi si trova a tiro, destra o sinistra che sia. Anzi, io che sono comunista, roba arcaica, pensi, sfotto più volentieri quelli di sinistra perché li conosco meglio, sono come me». Per il vignettista del manifesto del resto «noi siamo notoriamente gente che si automartella gli attributi e solo allora si sente bene».
Più morbido Sergio Staino, matita caustica dell'Unità: «Io lo capisco Neri Marcorè. In teoria siamo bipartisan, ma vista l'aggressione continua a cui ci sottopone Berlusconi, che ci tratta da delinquenti abituali, pure io provo un certo imbarazzo a fare satira su Fassino o D'Alema, mi sembra di allinearmi col premier».
Stasera dunque, il Fassino che da lassù non sente e confonde Ricucci con Gucci e Unipol con gol, non parlerà con la Dandini. Ma potrebbe tornare a marzo, par condicio permettendo, quando il programma otterrà la prima serata. In compagnia: Marcorè potrebbe riproporre Casini. O improvvisare uno Zapatero. Uomo avvisato: sta studiando molto Gavino Angius.
Giovanna Cavalli
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettac...9/marcore.shtmlIo credo che, smentita o non smentita , la sostanza di quanto riportato da Libero resta.Questi satiri sinistri non fanno satira ma fanno tv di servizio nel senso che servono, poveri giullari senza vergogna,il padrone anch'esso sinistro.Mi chiedo: a questo punto esiste davvero par condicio?E il Presidente della Repubblica, Ciampi, la fa o no qualche piccola dichiarazione su questa gente allineata e supina che prende di mira solo Il Polo della libertà e lo fa anche nel periodo elettorale?Tanto per la correttezza, dato che alla fine l'agitarsi a senso unico di questi individui potrebbe essere molto controproducente ( Luttazzi e soci ricorderanno): facessero almeno ridere!Certo che questi satiri spiccano per la loro notevolissima intelligenza e capacità di discernimento.E taccio dello straparlare di Staino, capirai che aggressioni subiscono a sinistra.. allora che dovrebbe dire Berlusconi, il delinquente per antonomasia secondo certi sinistri?