Il sofà delle muse

Burri. Gli artisti e la materia 1945-2004, Roma, Scuderie del Quirinale

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*Ishtar*
view post Posted on 6/12/2005, 21:19




martedì 6 dicembre 2005
L’omaggio è ad Alberto Burri, nel decimo anniversario della morte. Sulle pareti anche le opere dei francesi Jean Dubuffet e Jean Fautrier (splendide le sue due piccole tele, Le torse nu (Otage) del 1943 e Le fruit ouvert del 1946), dello spagnolo Antoni Tapies, di Lucio Fontana.
Padri dell’Informale, questi artisti hanno portato una voce nuova all’interno del dibattito tra arte figurativa e astratta. Le loro sperimentazioni, che oggi accogliamo come una certezza, quando apparvero per la prima volta -cinquant’anni fa- furono vissute come provocatorie, addirittura oltraggiose, destando perplessità e scandalo. Con le loro opere materiche s’inverte il rapporto forma/materia: è la forma ad essere subordinata alla materia, non più viceversa. “Non soltanto, il dipinto, cessa d’essere una rappresentazione della realtà (come già nella ricerca astratta),” -scrive Maurizio Calvesi, curatore della mostra insieme ad Italo Tomassoni- “ma inclina a proporsi esso stesso come un brano o un campione di realtà, attestato come tale proprio dall’aggressiva consistenza della materia; il segno, il gesto ne fanno un campo d’azione, nel quale l’io dell’artista si incontra o si scontra con l’emergente fisicità del dipinto, stabilisce un rapporto di dualità esistenziale.”

La fisicità si manifesta in modi diversi –autonomi– fortemente intessuti, quanto agli artisti mediterranei, di riferimenti mitologici. I colori degli esordi sono tendenzialmente notturni, con accenni alle tonalità delle terre e sprazzi di luminosità espressi con il rosso e l’oro. La materia pittorica di questo nucleo di artisti –veri e propri pionieri– è densa e grumosa, irregolare: c’è chi come Dubuffet, Fautrier e Tapies mescola pigmento e catrame, intonaco, fango, calce, carta stagnola, sassolini; chi invece, come Fontana, con i suoi tagli e i buchi della tela, procede per detrazione nella ricerca di una compenetrazione con lo spazio circostante.
Burri –già dai primi Sacchi, apparsi intorno al 1950, poi con i Legni, le Plastiche, i Ferri– usa vinavil, sabbia, pietra pomice, finché non interviene direttamente sulla tela, soprattutto con i sacchi di juta e il cellotex, usando anche il fuoco. Gradualmente assistiamo alla metamorfosi della materia pulsante -proiezione esterna di contenuti esistenziali- che si contorce, si agita, si consuma. Il colore arricchirà le tappe successive di questo percorso materico: a partire dagli esponenti della contemporanea Action Painting americana (Cy Tombly con i suoi “graffi” colorati) e del Nouveau Réalisme -picco vitale l’uso del blu oltremare, una scossa di elettricità pura, di Yves Klein che lo brevetterà, legando il suo nome a quello del pigmento- fino, sala dopo sala, all’Arte Povera, al New Dada, alla Pop Art (Arman, Manzoni, Kounellis, Pistoletto, Ceroli, César, Pascali, Schifano. E infine gli artisti di oggi (tra cui Damien Hirst e Giuseppe Penone).
Nutrendosi di colore, la materia esce dalla bidimensionalità della tela, trovando una sua definizione volumetrica nello spazio. La lezione di Burri, energica e fresca, libera da ogni retorica è lì, nei lavori di Anselm Kiefer, acclamato artista del nostro tempo, nei suoi piombi animati da elementi naturali. All’artista tedesco l’onore del gran finale con l’evocazione del mito -la maga Circe (Kirke)- che nella sua scultura in vetroresina ha, al posto della testa, porcellini di terracotta imprigionati nella gabbia di metallo.

http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotiz...3/IDCategoria/1
Lo so che questi artisti non piacciono a tanti ma hanno quotazioni stratosferiche, per me vanno visti ecco da vicino wink.gif
 
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*PalladeAthena
view post Posted on 8/12/2005, 21:08




Ho saputo che questa mostra è un must da non perdere..E nell'ultima sala c'è pure qualcosa di Ansel Kiefer tongue.gif
 
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1 replies since 6/12/2005, 21:19   92 views
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