Il sofà delle muse

Roberto Benigni

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antoine doinel
view post Posted on 2/12/2005, 21:45




Intravisto in Non ci resta che piangere:un pianto anche perchè Triosi è di ben altro livello come comico e come attore..e leggete questa chicca..

Los Angeles: Frank Pierson, già numero uno della prestigiosa
istituzione, parla dei rapporti tra l'Italia e la mitica statuetta
Il presidente dell'Academy rivela
"Molti contrari all'Oscar a Benigni"
"Alcuni di noi trovarono 'La vita è bella' un film irritante, poi
a sorpresa vinse. Ma la vera vergogna è aver ignorato Monicelli"


LOS ANGELES - Con i suoi 80 anni, un Oscar per la sceneggiatura di Quel pomeriggio di un giorno da cani e soprattutto la presidenza dell'Academy che assegna gli Oscar, dal 2001 al 2005, Frank Pearson è una delle memorie storiche della mitica statuetta. E parlando con i giornalisti italiani, durante la presentazione delle iniziative di Sky Cinema, il primo pensiero va a Roberto Benigni: "Il suo premio - dice - non andò giù a tutti".

Pearson, che si dice "troppo anziano per farsi ancora sorprendere da qualcosa", ammette che l'Oscar a La vita è bella è stata una di queste rare sorprese. "Fu un film irritante che scosse molti membri dell'Academy. Alcuni lo ritenevano di pessimo gusto, altri lo amarono. Fu questo, e non certo la grande campagna della Miramax, a farlo vincere".

Poi il ricordo dei registi italiani, da De Sica a Fellini, "come semidei da cui imparammo tutto", sottolinea ancora Pearson. Aggiungendo che l'Italia, tra i paesi stranieri detiene, ancora il record di vittorie all'Oscar: tredici. "La cosa incredibile - prosegue - è che molti di loro furono nominati o vinsero per la sceneggiatura ma non per la regia, un'assurdità, a cominciare da Fellini, nominato 13 volte di cui 10 per la sceneggiatura". Ma sono molti, secondo Pearson, i nomi italiani che mancano nell' albo d'oro: "Primo fra tutti Mario Monicelli per il suo La grande guerra, capolavoro che avrebbe meritato la statuetta".

Un altro argomento trattato, dopo il caso Private di Saverio Costanzo (escluso dalla competizione perché girato in lingua non italiana), è il problema dei film stranieri: "Dobbiamo risolverlo, è vero - sostiene - ci è capitato anche con altri film, un brasiliano ad esempio, che ci piaceva molto. Ma poi scoprimmo che in realta era una pellicola americana. Dobbiamo cercare di permettere che anche film più sperimentali, come Private che usa le lingue originali, siano in concorso. Ma non sappiamo ancora come".

Infine, Pearson invita i media a non considerare l'attività dell'Academy come legata solo alla cerimonia degli Oscar: "Facciamo molte altre cose: restauriamo film, sosteniamo festival come quello italiano di Giffoni e stiamo cercando di realizzare qualcosa che incredibilmente a Los Angeles non c'è, un museo del cinema".

http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/sp...n/oscarben.html
Infatti aver ignorato Monicelli è stato veramente incomprensibile ecco
 
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valmont74
view post Posted on 11/12/2005, 20:50




Infatti ancora mi chiedo come possa aver vinto l'Oscar per lA VITA è bella..pure come attore non è che sia il top..come guitto forse...
 
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Maximus05
view post Posted on 14/12/2005, 20:39




Guitto è guitto ma quando vuol fare l'attore drammatico è veramente penoso dry.gif
 
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Rachael
view post Posted on 15/12/2005, 21:33




Benigni semplicemente non é un attore é Benigni sia che recita Dante, sia che interpreta ruoli drammatici o comici.
Chi invece ha l'espressività di un'aringa affumicata é sua moglie tongue.gif
 
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verbenasapiens
view post Posted on 16/12/2005, 20:53




Sono d'accordo, non sa neanche recitare: vedere che differenza tra lui e Massimo Troisi in Non ci resta che piangere o con Matthau nEl piccolo diavolo:Non regge il confronto con attori o comici veri e si nota eccome
 
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verbenasapiens
view post Posted on 3/4/2006, 15:57




E la Par condicio frenò Benigni
L’attesa era dipinta sul volto di tutti: «Vedrete, Roberto bisserà lo show che fece da Biagi...». Previsione sbagliata. Roberto Benigni ieri sera è riuscito per 25 minuti, nella trasmissione
Che tempo che fa, a non parlare mai di politica. Voglia di tenersi fuori. Prudenza e snobismo insieme, forse. Ma sicuramente una decisione che spiazza e delude. Lasciando in molti anche un pizzico di nostalgia per quel «Berluscooni!» urlato con accento toscano. Il regista spiegherà solo alla fine, abbandonando gli studi Rai di Milano:
«C’era la par condicio, questa volta. Non potevo parlare di politica. I comici sono come i bambini: obbediscono alle regole. Sono i politici che non le rispettano». E se gli si ricorda l’impatto che ebbe il suo intervento alla trasmissione di Enzo Biagi, risponde: «Ripeto: l’altra volta non c’erano queste regole. In quel caso feci il mio dovere. Fu un atto coraggioso, quello. Perché si sapeva che avrebbe vinto l’altra parte. Stavolta era diverso. E tra l’altro eravamo in diretta».

Era reale l’imbarazzo, in lei, per le regole della par condicio? «Sì, e se si è visto vuol dire che ho comunicato bene. Certo, se non ci fossero state queste norme avrei fatto un altro tipo di show». Sembra trattenersi. Poi la butta lì: «Ma anche questo è stato uno show politico, attenzione. Silvio Berlusconi è come Aristotele: ci ha insegnato che tutto è politica». Che però l’intervento di Benigni non sarebbe stato politico è stato proprio il conduttore, Fabio Fazio, a spiegarlo fuori onda:
«Sarà una conversazione vera, niente pezzo comico». Come a dire: niente guasconate e istrionismi. E niente politica. C’è la par condicio... Benigni arriva dalla Germania, dove ha presentato il suo ultimo film
La tigre e la Neve. Giacca nera di velluto, sorridente, chiede solo un caffè e un bicchier d’acqua. Prima di lui, va in onda l’ex allenatore Gianluigi Collina. Al regista toscano tocca la seconda parte della puntata. Colonna sonora de
La vita è bella, due giri dello studio, e dinanzi a sé trova un Fazio emozionato, che si giustifica: «Scusami, ma mi sento coinvolto come con una bella donna. Sono 23 anni che ti invito». Per il resto, il conduttore della trasmissione di Rai3 è stato di parola. Benigni e Fazio hanno discusso solo di grandi temi: amore, religione, bellezza... Politica niente. Giusto qualche accenno generalista: «I politici promettono molto e mantengono poco».

Poi, duettando, Benigni: «Stasera (ieri sera,
ndr) parleremo anche dell’esistenza di Dio». Fazio: «Roberto attento, oltre Dio non si può parlare, c’è la par condicio». Tormentone che trascinano fino alla fine, con Benigni che finge imbarazzo per le domande sui massimi sistemi, e Fazio divertito-preoccupato. Benigni ci scherza su: «Fabio, dopo però parliamo di Dio. E di Oltre. Però pensa, quando ci incontreremo tra quarant’anni ci diremo: ricordi quell’intervista con par condicio. Ci furono le elezioni, ricordi?». Fazio: «Che bello, sì, e le elezioni saranno roba passata».
Angela Frenda
da corriere.it
io credo che lo abbai frenato più la paura che Perodi non vinca le elezioni, oltre al peso del portafoglio smile.gif
 
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Rachael
view post Posted on 4/4/2006, 20:45




Non l'ho visto...Benigni mi provoca la stessa insofferenza di Moretti, anche lui é un sopravvalutato
 
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6 replies since 2/12/2005, 21:45   119 views
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