Il sofà delle muse

Google Base fa irruzione nel pianeta degli annunci

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*PalladeAthena
view post Posted on 20/11/2005, 21:02




Google Base fa irruzione

FA molte cose Google base, lanciata ufficialmente poche ore fa, nella notte di mercoledì 16. Ma una la fa benissimo: ospita annunci. Anche quello della bicicletta che avete appena deciso di vendere. Ma soprattutto centinaia di migliaia, milioni di annunci alla settimana, inseriti da imprese, negozi, agenzie per la ricerca di lavoro. E' una macchina dell'informazione che, nel suo concetto, sembra perfetta. Come funzionerà è un'altra storia. Il suo obiettivo è più che chiaro: il mercato della pubblicità classificata (gli annunci), che negli USA vale 100 miliardi di dollari. E poi verranno gli altri mercati. Prima un passo indietro sul modello: funziona così.

Poniamo che siate uno scrittore con un romanzo nel cassetto che ritenete di sicuro successo. Avete fatto il giro degli editori ma nessuno ha ritenuto di pubblicare il vostro scritto. Metterlo su un sito è quasi una confessione di fallimento. Potreste farne un blog, ma è dilettantismo, suvvia. Invece su Google base, in pochi passi, riempite un modulo, scrivete cinque righe di descrizione del romanzo, inserite alcune parole-targa (sono la carta vincente del gioco), che serviranno a far cercare il romanzo in rete... ed è fatta. Il romanzo è pubblicato.

Potete aggiungere anche delle immagini e la vostra pagina-romanzo non ha bisogno d'altro per essere ospitata da Google. Quando qualcuno cercherà una delle parole-targa, si vedrà apparire nel risultato della ricerca il link al vostro lavoro. Siete nel mare dell'informazione e qualcuno si prende cura di voi. In cambio vuole i vostri contenuti. Perché veicolarli è il suo business.

Lo stesso si può fare con le ricette, le cose da vendere, perfino con le notizie. Teoricamente potreste fare un giornale on line senza uscire dai moduli di Google. E se trovate un pazzo che vuol fare pubblicità sulla pagina delle vostre ricette sulla fonduta e l'amatriciana, Google ve lo consente. Come si dice in gergo, "una bomba". Che ha tutta l'intenzione di fare le sue vittime.

Per ora Google Base può operare in tre lingue base. L'inglese britannico, quello americano e il tedesco. Altre lingue seguiranno, altri fornitori di informazione seguiranno: per ora CareerBuilder.com ha deciso di mettere centinaia di migliaia dei suoi annunci di ricerca lavoro nell'impastatrice di Brine e Page.

Nell'interpretare questa grande novità, si può prendere un drizzone filosofico, esaltarsi con la capacità dell'impresa Google di produrre un mondo dell'informazione buono e aperto a tutti. Ma aperto questo sistema non è. E lo stanno già denunciando i blogger tecnologici californiani come TechCrunch.

Ma c'è poco da risentirsi: gli idealisti di internet protestano perché Google usa il loro esperanto (il linguaggio XML) per realizzare un prodotto che ha lo scopo di spingere il suo potentissimo business divorando l'informazione della rete. Col paradosso che se altri vorranno segnalare agli utenti quella informazione, dovranno incrementare il suo traffico. Ma c'è una vittima molto precisa e designata per Google.

Ebay da oggi non è più la stessa. Perché con Google Base si può fare esattamente ciò che gli utenti fanno col suo sistema di immissione dati. Più da vicino però nell'occhio del fucile del motor di ricerca ci sono i giornali. Quelli gratuiti di annunci e quelli a pagamento. I quali stanno già subendo gli attacchi di Yahoo e di Craiglist. Google mette sul tavolo un valore aggiunto ineguagliabile (solo Yahoo può, con qualche fatica, concorrere su questo terreno). L'essere parte del mare. Stare dentro l'oceano dell'informazione che finora significa scomparire, con questo sistema diventa un essere presente, soprattutto quando Google realizzerà le edizioni locali (i Google Local) e disporrà gli annunci sulle sue mappe.

I giornali non sono alla canna del gas, ma in difficoltà sì. Potranno difendersi usando la loro arma più vecchia: il radicamento locale. Ma il vantaggio di Google si chiama con un nome micidiale: "io". La relazione che la "Base" costruisce con l'utente è personale permette di pubblicare a titolo individuale, col nome e cognome. E' una titolarità, un "io" che nessun media ha mai potuto concedere fino ad oggi a nessuno dei suoi clienti. Se avrà successo, sarà un terremoto.

(16 novembre 2005)
http://www.repubblica.it/2005/b/rubriche/s...googlebase.html
Vedremo...
 
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