| Allarme negli Stati Uniti: la RU- 486 uccide La RU- 486 sotto accusa. Fa discutere, negli Stati Uniti, la morte di quattro donne che avevano utilizzato la pillola abortiva. Su questi casi, avvenuti fra il settembre 2003 e il giugno 2005, sta adesso indagando la Food and Drug Administration ( FDA), che riconduce i decessi ad una rara e letale infezione batterica provocata dal Clostridium sordellii. Una possibile contaminazione delle pillole in questione sarebbe da escludere, ma la FDA, insieme al centro federale " Disease Control and Prevention", è stata incaricata di verificare se la RU- 486 possa essere letale in soggetti vulnerabili a questa infezione. Della questione si è occupato ieri anche il New York Times. Che ha ricostruito la vicenda sentendo il parere dei familiari delle vittime. Il primo caso, in ordine di tempo, è quello di Holly Patterson, una ragazza di appena 18 anni deceduta il 17 settembre 2003 sette giorni dopo aver preso la pillola. Dopo di lei altri tre casi, sempre in California. Vivian Tran, 22 anni, perde la vita il 29 dicembre 2003 a sei giorni dall'assunzione del Mifeprex. Stessa tempistica per un'altra ventiduenne, Chanelle Bryant, morta il 14 gennaio 2004. L'ultimo caso, infine, risale al 24 maggio di quest'anno. La vittima è Oriane Shevin, 34 anni, deceduta cinque giorni dopo aver preso la ru- 486. Monty Patterson, padre di Holly, non si arrende. È convinto che la pillola inibisca il sistema immunitario, rendendo le donne vulnerabili all'infezione batterica. « Credo che il Mifeprex andrebbe tolto dal mercato » , ha detto Patterson al New York Times. Per ora, comunque, la FDA non sembra intenzionata a prendere questo provvedimento. In via precauzionale sono solo state stilate le linee guida a cui si devono attenere medici e pazienti. Il Mifeprex, negli Stati Uniti, è stato usato in più di 500.000 aborti dalla sua approvazione nel settembre del 2000. E il rischio di decesso per uso della pillola, sostiene il direttore della FDA Steven Galson, è uguale a quello che si riscontra in caso di parto o di aborto chirurgico. Ma questo non sembra rassicurare gli americani. La spaccatura, intorno alla ru- 486, è netta. Contrario il gruppo conservatore " Concerned Women for America", secondo cui gli ultimi casi di morte che hanno coinvolto il Mifeprex confermano che la pillola non è sicura. Secondo il vicepresidente Wendy Wright, inoltre, molte altre donne sarebbero decedute in seguito all'assunzione della pillola, ma i loro casi non sarebbero stati resi noti. « Spero » , ha detto al NYT, « che la FDA non permetta a questo medicinale di causare la morte di altre pazienti » . Diversa la posizione del dottor Scott J. Spear, presidente della commissione medica nazionale di " Planned Parenthood Federation of America", la più grande organizzazione degli Stati Uniti per la pianificazione familiare. Secondo il medico non esiste nessuna conferma che la somministrazione della pillola aumenti il rischio di un'infezione batterica. I casi, si chiede polemicamente, « sono tutti in California, quindi si tratta di un problema locale? » E aggiunge: « Io penso che sia pericoloso dare giudizi in assenza di dati certi » . Meglio, quindi, aspettare il risultato delle indagini della FDA. Per capire ufficialmente il legame fra la RU- 486 e le infezioni batteriche causate dal Clostridium sordellii. Risultati attesi anche in Europa, dove per ora, in ogni caso, non sono state riscontrate situazioni analoghe. L'eco delle morti californiane, però, è già arrivata anche oltreoceano. Insieme alle relative polemiche. Alberto Busacca-Libero
Cominciano a saltare fuori le prime gravi conseguenze...quando si dice che bisogna andarci cauti una ragione c'é.
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