Il sofà delle muse

BUFFONI MA NON SCEMI

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Rachael
view post Posted on 15/11/2005, 21:33




Qui accanto si può notare Benigni- Pinocchio in una delle sue mosse più caratteristiche e in fondo molto simboliche. Il nostro fantastico Benny lo ha sorpreso mentre fa un uso poco cavalleresco del suo rinomato attrezzo proprio alle spalle del Cavaliere. Ricordate? Giovedì 27 ottobre, Benigni si era esibito in un memorabile duetto con Celentano. Applausi universali, destra e sinistra unite negli scappellamenti (modesta eccezione, noi di Libero). Ecco, in quell'applauso si concentrava la nostra pirlaggine di italiani, e l'astuzia del duo. Altro che Pinocchio. Bisognerebbe ridipingerli come Il Gatto e La Volpe: hanno rubato con due zampate da guitti la buonafede degli spettatori incantati da loro e dal coro unanime dei consensi. Le spiritose bugie del Burattino sono state il trampolino per la coppia più bella del mondo onde trasformarsi in Carabinieri. Scusate se rompo con il libro di Collodi. Ma Celentano e Benigni recitano davvero tutte le parti in commedia, e arrivano con le manette da mettere al polso del dittatore Berlusconi, conculcatore di libertà, inquinatore dei boschi e dei ruscelli nonché oppressore di elfi e fatine. Ma arrivano loro, i tutori della limpidezza dei costumi e degli interessi dei povericristi. Quante prediche da cioccolatai. Tu sei rock, ma quell'altro è lento. Ma va' là. Dobbiamo a Franco Bechis del Tempo la verità più semplice e vecchia come il cucù. I campioni di moralismo predicano l'etica pontificia e francescana per coprire meglio lo scopo segreto e riuscito di due vite senz'altro belle: insaccocciare più denari possibile alla faccia dello Stato. Siccome questa non è satira, e neanche una barzelletta, riveliamo subito il finale. Benigni e Celentano, bravissimi a piangere in televisione sulle presunte malefatte del premier, poi loro al Berlusca ci montano in groppa. E di tasse ne pagano poche, pochissime rispetto agli introiti. Tu, povero dipendente, riesci a spuntare un 33 per cento di versamenti sul totale del reddito? Loro, miliardari, scivolando come clown tra un decreto e una leggina, tra una circolare e un codicillo, molto ma molto meno: Adriano versa all'erario il 14,92 per cento di circa 9 miliardi, Roberto il 4,49 di venti miliardi. Per ridere, fa ridere, niente da dire. O no? Andiamo a quella famosa scenetta. Mezza Italia la vide in diretta a Rockpolitik, l'altra mezza l'ha rivista e la rivede in qualsiasi altra trasmissione di Rai e di Mediaset. Un capolavoro, un cameo, una perla rara, eccetera. Lo sketch era stato una reincarnazione di Totò e Peppino mentre scrivono una lettera. Benigni-Totò detta, Celentano-Peppino verga. Lo scopo della missiva, da indirizzare a Berlusconi, era di chiedergli scusa per la satira (satira?) a senso unico della prima puntata, quella con Michele Santoro. Vogliono dapprima fargli qualche complimento. Il passaggio più celebrato è quando Benigni vuole ricordare una, almeno una cosa buona fatta dal governo, ma non gli viene in mente proprio niente, nemmeno una pinzillacchera decente prodotta dal Cavaliere. Celentano resta lì pure lui muto come un pesce. Benigni chiede allora lumi a un amico di Forza Italia (immaginato all'altro capo del telefono), ma neppure lui ne ricorda, e però promette che il mattino dopo, previo giro di telefonate, qualcosa forse troverà. Tempi comici fantastici. Effetto esilarante. Tutti a spiegare che passerà alla storia della televisione. Uguale al fascismo. Piccola differenza: allora andavano forte gli attori dei telefoni bianchi, oggi quelli da sepolcri imbiancati. Una, almeno una cosetta di buono deve aver fatto Berlusconi, se non all'Italia, per lo meno a loro: il condono fiscale. Questa bestia orrenda, vituperatissima a sinistra, però ha consentito - insieme con la legge sulle plusvalenze - una vita meno scomoda, e una più serena vecchiaia a due splendidi artisti come loro e alle loro famiglie ben dotate di immobili. Persino gli eredi godranno di più grazie a Silvio. Secondo noi la scenetta veniva più comica se dicevano la verità, ed elogiavano Berlusconi per avergli consentito di sistemare (legalmente, legalissimamente) le loro pratiche da miliardari, con discreta soddisfazione delle loro ville e villette. A noi era venuto in mente anche l'assegno di pensione portato per molti anziani indigenti a un milioncino tondo, magari la riforma della scuola della Moratti (ottima, e infatti se vince la sinistra, vedrete: la terrà). Pure i nostri soldati a Nassiriya, che qualcosa, anzi molto hanno costruito per quella gente. Ma si sa, ci sono le esigenze della satira. Viene in mente la predicozza finale di Adriano Celentano. Giovedì scorso trattò come malandrini i famosi immobiliaristi, da lui considerati lentissimi. Noi qui non mettiamo becco. Ma ci viene in mente ancora l'anagramma di Celentano - Cane Lento. Abbaia agli altri ma perdona se stesso. Immobiliarista è pure lui, infatti, e con le leggi che consentono di risparmiare sulle tasse per la rivalutazione dei palazzi, ha potuto mungere con profitto alla mammella di questo governo. Inoltre, ricordate?, parlò male della sinistra bancaria. «Nella scalata alle banche ha un ruolo anche la finanza rossa, l'Unipol cooperativa di sinistra. Ha fatto la scalata alla Bnl come quella di immobiliaristi che intanto scalavano la Antonveneta». Concludeva: «Se la destra rincorre il business e la sinistra anche, allora per chi bisogna votare?». Come dire: se tutti fossero come me e Benigni, che bel mondo sarebbe, pieno di verde, di colori, con la gente contenta. Poi lui s'è comportato tale quale gli immobiliaristi e come la Unipol, e così pure Benigni. Più in piccolo, ma idem. Però dev'essere satira. Adesso siamo curiosi. Giovedì prossimo torna Rockpolitik. C'è la puntata della gloria, si mettono insieme i brani migliori. Anche quello dove i due non ricordano neanche una cosa buona fatta da Berlusconi per loro, poveri simboli degli italiani? Fatela un'aggiuntina. O forse avete subito la censura della vostra faccia di tolla?
Renato Farina- Libero
Ci mancava proprio la puntata riassuntiva...
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verbenasapiens
view post Posted on 15/11/2005, 21:42




Grande articolo di Libero, un giornale che mi piace sempre di più , di parte ovvio, ma ALMENO LO DICHIARA.Ottime le firme di questo giornale, sagaci, pungenti, divertenti, veramente satiriche volete mettere i mattoni predicatori di altri giornali?
Cmq su queste cose credo che nessuno possa avanzare proteste..credo siano verissime..è patetico vedere come Benignaccio cerchi di dare un colpo al cerchio e uno alla botte
 
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Rachael
view post Posted on 16/11/2005, 18:06




E' di parte e lo dice...Corsera e Repubblica invecesi spacciano per neutrali rolleyes.gif
 
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2 replies since 15/11/2005, 21:33   74 views
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