LO STILE DEL DIBATTITO
Mandato da Gianni Pardo Lunedì, 14 Novembre 2005, 13:31.
Il mondo dei giornali on-line e dei "blog" ha questo, d'interessante, che in esso si ritrovano articoli (riportati) di grandi giornalisti; articoli di giornalisti dilettanti o di semplici amici di chi gestisce il blog e infine - ma forse bisognerebbe dire soprattutto - i commenti senza censura di tutti coloro che vogliono intervenire. Costoro moltiplicano le invettive e le parolacce, come alzassero la voce per farsi ascoltare. Evidentemente, in un'epoca in cui la volgarità ha conquistato la tribuna televisiva in prima serata, non è certo il caso di scandalizzarsi per qualche "cazzo" o per qualche "vaffanculo". Ma è utile uno stile che eufemisticamente si può chiamare "colorito"?
Uno di questi "commentatori" dalle parole occasionalmente pesanti scriveva: spero che qualche "martellata dialettica" riesca a far conseguire alla vita sociale di questo Belpaese un sia pur modesto risultato dal momento che i carezzevoli ammonimenti frequentemente presenti in questo forum non vengono mai recepiti dalle loro [dei politici] orecchie: [bisogna] catapultare (a ragione) vagonate di "shit" perchè qualcosa si muova!"
La tesi è invalida per parecchie ragioni. In primo luogo i politici, se appena appena non sono gli assessori ai servizi cimiteriali di un paese di mille abitanti, non hanno il tempo per leggere i blog e men che meno i commenti agli articoli. Poi la tesi è invalida soprattutto perché con quello stile non si può sperare neppure di fare riflettere nessuno. Chi "scrive col cuore" non convince il lettore che "col cuore" è di parere diverso. Con lo stile appassionato ed aggressivo ci si chiude nel guscio dell'io e si induce il prossimo a chiudersi nel guscio dell'io.
Se si lascia il piano razionale e ci si lascia andare a quello dei sentimenti, anche i dati inoppugnabili non spostano d'un millimetro l'oppositore. Costui invece d'inchinarsi ai fatti dirà che non sono veri, dirà che l'altro (visto che scrive e pensa "col cuore") magari li ha inventati. O che li ha inventati il grande giornale da cui sono stati tratti. In totale si dispenserà dall'essere ragionevole e si limiterà ad opporre ai sentimenti di chi scrive i suoi propri.
Una terza critica riguarda l'espressione appassionata e in prima persona, che è lo stile dei giovani. Lo stile della tempesta ormonale, del diario e della lettera d'amore: tutte cose che il buon gusto e la professionalità impongono di mettere da parte. La paroletta "io" squalifica un po' il testo; i ricordi personali annoiano e suonano sempre presuntuosi; l'eccesso di sentimenti è sempre un po' impudico. Insomma ha ragione Flaubert: meglio sparire dietro il proprio testo.
È vero, esiste un'Oriana Fallaci che di queste regole ha fatto strame: ma da un lato c'è gente che non riesce a leggerla, dall'altro non sempre ciò che vale per uno vale per tutti. Forse lei ha avuto una particolare arte, nell'esprimersi in questo modo o, più probabilmente, ha azzeccato i sentimenti di molti lettori e questo corrisponde a dire che ha sfondato porte aperte. È stata applaudita da gente che già la pensava come lei.
Un libro di citazioni si apriva con questo esergo: "Non citare, dimmi quello che hai da dire". Nello stesso modo, si potrebbe dire: "Risparmiami la tua presenza, i punti esclamativi e le parolacce: dimmi quello che hai da dire".
http://www.legnostorto.com/node.php?id=37288la mia risposta
L'educazione, questa sconosciuta
Mandato da beatrix Lunedì, 14 Novembre 2005, 20:45.
Oriana Fallaci è un caso a sè, scrive benissimo , ha una grande cultura ed ha uno stile capace di coinvolgere completamente chi legge.Tuttora mi è rimasta impressa la definizione di moscardino data a certi protagonisti della nostra sinistra tanto piena di sè, può scatenare rancore, ma lascia il segno.
Ciò premesso direi che lei ha portato esempi molto illuminanti a cominciare da chi, in un blog,"con lo stile appassionato ed aggressivo si chiude nel guscio dell'io " il che porta " il prossimo a chiudersi nel guscio dell'io" : è verissimo spocchia a parte di molti che si ritengono i soli depositari del verbo o della parascienza infusa.E ancora verissimo che "i ricordi personali annoiano e suonano sempre presuntuosi; l'eccesso di sentimenti è sempre un po' impudico. Insomma ha ragione Flaubert: meglio sparire dietro il proprio testo." Non sa in quanti sono noiosi e ripetitivi nel raccontare fatti a cui hanno partecipato con l'aria da vecchi reduci magari attaccati ad un fisco di vino( almeno si ha quest'impressione leggendoli)che in realtà vogliono dire: io c'ero e quindi dico cose importanti, chi non c'era non può capire o esprimere un parere su certi fatti o accadimenti.
Ciò premesso io credo che in ogni discussione politica sia assolutamente necessario avere un tono pacato, discorsivo e che la correttezza nei confronti della controparte sia la virtù di chi è convinto delle sue tesi.Aggiungo infine che è una grande virtù ascoltare chi espone i propri pensieri e non trattarli da mentecatti aggressivi e violenti se solo difendono, correttamente, le loro posizioni.Auspicherei un ritorno al bon ton che è indice di civiltà e serietà di intenti ma mi chiedo: un certo modo di porsi nei blog
o nei forum non è figlio del modo di porsi di tanti politici?E tanta inutile maleducazione non è espressione della propria inadeguatezza in senso lato?
http://www.legnostorto.com/node.php?id=372...d=126325#126325magari lo dico a G P che sono una pantegana vs Maradona non credi ciccillo...che.....grande.....uomoooooo
Edited by verbenasapiens - 16/11/2005, 16:13