Il sofà delle muse

Domani è l'anniversario della morte di Pasolini, ricordiamolo senza retorica

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Pontormo
view post Posted on 1/11/2005, 20:00




Riporto questo articolo ricopiato a manina dall'inserto mensile del corsera, Style
Pasolini: il complotto

Di Pierluigi Battista

Oggi Pier Paolo Pasolini viene quasi beatificato.I suoi scritti “corsari” sono riletti coralmente come testi profetici, e le sue provocazioni, come la manifestazione di uno spirito libero e anticonformista capace di sfidare pregiudizi e luoghi comuni.Ma trent’anni fa ( a novembre ricorrono infatti i 30 anni dell’assassinio di Pisolini all’idroscalo di Ostia) le cose non stavano così.Pasolini il poeta, lo scrittore, il regista, il polemista, l’intellettuale impegnato non era considerato soltanto un eccentrico inetichettabile da trattare con prudenza e diffidenza.Era stato visto come una presenza molesta, un apocalittico che proiettava il proprio pessimismo esistenziale sui destini del mondo.Scompaiono le lucciole?Ma che scompaiano pure, che ce ne importa. Ma soprattutto, questo è il punto, era considerato un nemico.
Pasolini era un nemico per la destra e per il mondo cattolico.Lo bollavano come un “pederasta”( così venivano bollati gli omosessuali; la variante era “invertito”), l’artefice di una cultura immancabilmente “degenerata”.Oggi la destra lo rivaluta come un critico della modernità liberal e i cattolici rileggono con ammirazione gli scritti in cui Pasolini si scagliava contro l’aborto. Ma Pasolini era vissuto come un nemico anche dalla sinistra, un “ reazionario “ come si diceva, non solo per aver scritto che tra gli studenti borghesi del Sessantotto e i poliziotti sceglieva questi ultimi, figli del popolo, ma soprattutto perché le riflessioni pasoliniane minavano alla radice l’immagine “progressista” che la sinistra amava dare di sé, come avanguardia di una storia che sicuramente si sarebbe diretta nella costruzione di un mondo migliore.Oggi l’intera sinistra riscopre Pisolini critico del consumismo e dell’immenso potere della televisione.
Disgraziato paese che ha bisogno di trent’anni per riconoscere di aver avuto torto nel linciare, da destra e da sinistra, uno dei suoi intellettuali più interessanti e acuti.Peccato, inoltre, che nel riconoscimento sia presente una vena di tale fervore neofita da impedire a chiunque di eccepire che in fondo anche Pasolini ha diretto film sbagliati e scritto romanzi non sempre eccellenti. Pessima abitudine, infine, quella di innamorarsi perdutamente di un autore fino al punto di inventarsi la trama misteriosa e dozzinale di un martirio che non è mai esistito.La voglia di trovare spiegazioni “complottistiche” alla morte violenta di Pisolini si esprime periodicamente nell’ansia di riaprire un processo già chiuso e dove le motivazioni di quell’omicidio sono chiarissime a chi non voglia espungere dalla vita del santificato anche gli aspetti più problematici. Leggere Pasolini, dunque.Non farne, a tanti anni di distanza, l’impropria agiografia
Da
Style magazine del corsera
Condivisibile, era un uomo Pasolini con pregi e difetti, qualcuno notevole, non è giusto santificarlo.


qui
http://radioweblog.ilcannocchiale.it/?id_b..._blogdoc=712548
si può ascoltare un suo discorso e leggere altro


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Poesia in forma di rosa (1961-64)
I. La realtà

Ballata delle madri
Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d’esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.

Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d’amore,
se non d’un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v’hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.

Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l’antico, vergognoso segreto
d’accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.

Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!

Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
– nel vostro odio – addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È così che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.

.
.
Da Pier Paolo Pasolini, Bestemmia. Tutte le poesie,
vol. I, Garzanti, Milano 1993

Edited by Pontormo - 1/11/2005, 20:00
 
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valmont74
view post Posted on 1/11/2005, 20:35




Cinema:mostra su Pasolini a Berlino
Per i 30 anni dalla morte del registra e scrittore


(ANSA) - BERLINO, 1 NOV - Retrospettiva a Berlino sull'opera di uno dei registi, scrittori e artisti piu' influenti del 20/mo secolo: Pierpaolo Pasolini. la ospita il Cinema Arsenal in occasione del trentesimo anniversario della morte di Pasolini, ucciso sul litorale di Ostia il 2 novembre 1975. La rassegna - organizzata in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Berlino - e' in programma fino al 30 dicembre e presenta alcune delle pellicole, documentari e film a episodi piu' noti di Pasolini
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ansa.it
 
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Ishtar
view post Posted on 2/11/2005, 08:45




Pioggia sui confini

Giovinetto, piove il Cielo
sui focolari del tuo paese,
sul tuo viso di rosa e miele,
nuvoloso nasce il mese.

Il sole scuro di fumo,
sotto i rami del gelseto,
ti brucia e sui confini,
tu solo, canti i morti.

Giovinetto, ride il Cielo
sui balconi del tuo paese,
sul tuo viso di sangue e fiele,
rasserenato muore il mese.
 
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verbenasapiens
view post Posted on 2/11/2005, 20:34




La città di Roma chiede di riaprire il caso dichiarandosi «parte offesa» Pasolini, trent'anni dopo Celebrazioni per l'anniversario della scomparsa del poeta, scrittore e regista. Ma anche polemiche. E la riaperura dell'inchiesta


Trent'anni fa, nella notte tra l'1 e il 2 novembre 1975, veniva ucciso Pier Paolo Pasolini. Il Comune di Roma per ricordare l'intellettuale friulano ha realizzato un nuovo monumento all'idroscalo di Ostia, nel luogo in cui venne trovato il suo cadavere, ridotto a un ammasso di ossa e sangue.
La sculturache ricorda lo scrittore, collocata all'Idroscalo nel 1980, è stata «rimessa a nuovo» e inserita in un piccolo parco.
Citazioni delle opere del grande artista friuliano circondano il sentiero in pietra che conduce al monumento, mentre su alcune lastre di vertro affondate nel terreno sono riportate le produzioni del Pasolini scrittore, critico, regista e poeta. Ma questa non è la sola iniziativa con cui Roma rende omaggio a Pasolini.

Il luogo in cui fu ucciso il poeta (Ap)
Per l'omicidio di Pier Paolo Pasolini esiste una veritá giudiziaria. Eppure, a tre decenni da quel delitto, natura e dinamica secondo molti non si è ancora fatta piena luce. Ricordando Pasolini, oggi il presidente dell'Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, ha sostenuto: «È stato ucciso perchè aveva messo in luce le contraddizioni e i conflitti del suo tempo, perchè era una voce scomoda. È stato assassinato brutalmente perchè omosessuale». E ha sottolineato: «Per la comunitá gay la sua morte rappresenta ancora, a distanza di trenta anni, una ferita».

■ Le tappe della vicenda
■ Il ricordo nelle pagine della cultura del Corriere della Sera
RIPARTE L'INCHIESTA - Intanto, dopo che anche la terza inchiesta sulla morte dello scrittore, aperta 6 mesi fa dopo un'intervista rilasciata da Pino Pelosi al programma Rai «Ombre sul giallo», è stata archiviata, il Comune di Roma ha annunciato la sua intenzione di chiedere la riapertura delle indagini costituendosi come parte offesa. Secondo una ricostruzione delle indagini elaborata dal Campidoglio insieme all'avvocato Guido Calvi, giá legale di parte civile ai tempi del primo processo a Pelosi, e pubblicata su «Micromega» con la firma dell'assessore alla Cultura, Gianni Borgna, e dello scrittore Carlo Lucarelli, Pier Paolo Pasolini non fu ucciso da Pino Pelosi la notte tra l'1 e il 2 novembre all'Idroscalo di Ostia. Quell'omicidio non sarebbe satato il gesto di difesa di un minorenne rispetto al tentativo di violenza del poeta, ma un agguato premeditato, con lo scopo di uccidere una voce scomoda nell'Italia degli anni '70. L'ipotesi formulata dal Comune, suffragata da diverse testimonianze inedite tra cui quella di Sergio Citti, verrá presentata alla Procura capitolina per chiedere la riapertura dell'inchiesta sull'assassinio di Pasolini.
02 novembre 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach.../pasolini.shtml
 
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Ishtar
view post Posted on 3/11/2005, 08:23




OGGI NESSUNO INVITEREBBE PASOLINI - di Redazione -


I palinsesti televisivi hanno reso doverosamente omaggio, in questi ultimi giorni, al trentennale della morte di Pier Paolo Pasolini. Tra gli altri se ne è occupata una puntata de La storia siamo noi di Giovanni Minoli e una di Otto e mezzo nella quale Giuliano Ferrara, conversando con Adriano Sofri, ha affermato che viene naturale chiedersi cosa direbbe oggi Pasolini della realtà che stiamo vivendo, cosa penserebbe dell'attuale società, come giudicherebbe la televisione. È vero: chi sente la mancanza di Pasolini è portato a farsi tentare da questa sorta di gioco, a maggior ragione nelle occasioni commemorative. Tale curiosità, peraltro, se ne porta dietro un'altra consequenziale cui non si fa molto cenno: Pasolini dove le direbbe, oggi, tutte queste cose? E tanto per rimanere al campo televisivo dispensatore della necessaria visibilità, quali trasmissioni lo ospiterebbero e in quali la sua urticante critica sociale sarebbe bene accetta? È giusto per proseguire ancora in questo ulteriore gioco delle ipotesi, dove gli sarebbe piaciuto parlare? Proviamo a immaginarlo mentre parla di televisione e magari del fenomeno dei reality show a Porta a porta, zittito in prevedibile e rapida sequenza prima da Simona Ventura e poi da Paola Perego, che gli darebbero come minimo dello snob, uno che si permette di andare contro milioni di spettatori. No, meglio non pensare a questa malinconica eventualità e provare a immaginarlo alle prese con altri scenari, tipo le trasmissioni «evento» ad altissimo impatto mediatico. Già, ma verrebbe invitato Pasolini, ad esempio, a Rockpolitik? C'è da giurare che la sua indole iconoclasta non risparmierebbe tanto facilmente certe velleità predicatorie di Celentano. Nulla di più facile che nel bel mezzo del programma gli domandasse a bruciapelo: scusi, Celentano, ma prima di rimpiangere ogni tre secondi la vita ottocentesca e farci la morale bucolica, perché non si rende conto che là dove c'era l'erba oggi c'è innanzitutto la sua villa? Rischiosissimo, invitare Pasolini. Anche perché potrebbe rivolgersi pure a Benigni e così, tanto per non fargliela passare sempre liscia, magari gli scapperebbe un'uscita imprevista, satiricamente provocatoria, giusto per vedere l'effetto che fa: scusi, caro Benigni, ma lei è proprio sicuro che Voltaire, oggi, darebbe la vita per Santoro? Se lo immagina un Voltaire che dà la vita per i personaggi televisivi? Sono cose che uno poteva pensare e dire prima che fosse inventata e vista la tv, ma non certo dopo! Non ci vuole troppa fantasia per capire che Pasolini, in qualunque contesto lo mettessero, oggi sarebbe così scomodo per tutti da poter essere tollerato, forse, solo al Processo di Biscardi a parlare della propria passione calcistica
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=40351

 
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verbenasapiens
view post Posted on 6/11/2005, 12:47




Gli eredi indegni di Pasolini ritrovato

Stefano Zecchi

Credo che pochi siano riusciti a rimanere davanti alla televisione per guardare i documentari sul trentennale della morte di Pasolini, le interviste allo scrittore-regista e ai suoi amici. Chi ha resistito alla noia, concentrandosi soltanto sul contenuto di queste trasmissioni di repertorio, si sarà accorto di quale sia l'abisso culturale, comunicativo, ideologico, linguistico che ci separa da quel tempo ed avrà sicuramente qualche elemento in più per capire i motivi del successo di Celentano e dell'Isola dei famosi che sono le due facce della stessa medaglia. E sono trascorsi soltanto trent'anni, non un'eternità.
Chi dunque ha resistito alla noia di quelle trasmissioni, anche se ha apprezzato, apprezza la poesia di Pasolini e i suoi film dovrebbe ammettere con un po' di sincerità quanto fosse patetico Pasolini con i suoi proclami contro il capitalismo, contro la modernità, con quella sua esaltazione del mondo pre industriale, del sottoproletariato fatto di gente pura e semplice, con quel suo dichiararsi marxista, il che significava essere nel giusto, nel vero, nel bene.
Era patetico ma anche falso. Falso perché rivendicava per l'artista autentico, quale lui si riteneva, il dovere di essere contro: contro il sistema, contro le istituzioni, contro la morale dominante, contro il Palazzo. Lui però scriveva sul Corriere della Sera, giornale sommo della borghesia italiana, pubblicava i suoi libri in un'importante casa editrice di un ottimo capitalista, i suoi film non erano underground, proiettati in qualche scantinato, ma costavano tutti i soldi necessari per una produzione che non era né contro il sistema, né contro le istituzioni.
Oggi ci si chiede perché gli intellettuali di sinistra siano dappertutto e incontrastati; ascoltando Pasolini si ha la risposta. Importante era essere contro a parole e compromissori nei fatti. Con le parole, con gli scritti si era grandi rivoluzionari, nei fatti si usavano tutte le opportunità e le occasioni messe a disposizione dall'odiato capitalismo per la propria autocelebrazione.
E poi c'era la Storia a dare il suo sostegno a questa mistificazione. A sinistra c'era il giusto, il vero, il bene, mentre dall'altra parte c'erano un cattolicesimo con la sua morale conservatrice, un liberalismo laico con il suo capitalismo e una destra da ricacciare nelle fogne, così come recitavano gli slogan della sinistra colta.
Pasolini è morto trent'anni fa, ma i pasoliniani sono rimasti, senza il suo genio ma con la sua arroganza, senza la sua ideologia (declinante dall'89) ma con la stessa convinzione di essere nel giusto, senza le sue contraddizioni realmente vissute ma con la sua stessa smania di delegittimare, di interdire, di reprimere moralmente chi non intenda far parte del gruppo di sinistra.
Trent'anni fa, l'intellettuale era espressione di una élite culturale che, sia pure con le sue ambiguità, rappresentava la coscienza critica, riflessiva, etica della società. E la politica si serviva di questa figura, in forme diverse, quando aveva bisogno di difendere i suoi progetti e la sua azione con un sostegno culturale critico, etico. La dissoluzione delle ideologie, dopo la caduta del Muro di Berlino, e la televisione hanno terremotato il tradizionale sistema di comunicazione delle élite culturali. La televisione ammette soltanto la presenza di un intellettuale nazional-popolare, figura che sarebbe fondamentale per la sorveglianza del sistema di comunicazione di massa ma che trova del tutto impreparata al compito la stragrande maggioranza degli intellettuali chiusi nel loro snobismo e nella loro autoreferenzialità. A ciò si deve aggiungere che dopo l'89 non hanno più senso le grandi interpretazioni del mondo (alla Pasolini e compagni) che era pane quotidiano delle élite culturali. Così la figura di questo intellettuale snob, autoreferenziale, senza profezia è del tutto inutile sul piano culturale. Tuttavia riesce a conservare un indiscutibile potere di delegittimazione, di interdizione trasformandosi in un nichilista ilare, corrosivo, distruttivo e affidando i messaggi di rigenerazione del mondo ai suoi guitti servili, ai Celentano, ai Benigni, ai Luttazzi ecc. ecc., i quali incassano i soldi, ringraziano, e se ne fregano altamente delle idiozie che dicono.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=40964
Finalmente una persona che ha il coraggio di scrivere certe cose.L'agiografia non va bene per i santi della Chiesa vera, figurarsi per i santi della chiesa Rossa.Prostrarsi in modo acritico davanti a certi feticci da strumentalizzare a proprio uso e consumo, celandone i difetti e magnificandone solo i presunti pregi, è proprio di chi è capra prona nell'anima e che ha una lunga consuetudine ad esserlo

 
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Rachael
view post Posted on 6/11/2005, 13:12




Una analisi lucida che da a Pasolini quello che é di Pasolini, giustamente va giudicato nel suo contesto storico, senza aggiungere o togliere nulla. Elevarlo tutt'ora a icona incontrasta della cultura e del martirio personale, é assurdo e anacronistico.
 
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6 replies since 1/11/2005, 19:51   121 views
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