Riporto questo articolo ricopiato a manina dall'inserto mensile del corsera, Style
Pasolini: il complotto
Di Pierluigi Battista
Oggi Pier Paolo Pasolini viene quasi beatificato.I suoi scritti “corsari” sono riletti coralmente come testi profetici, e le sue provocazioni, come la manifestazione di uno spirito libero e anticonformista capace di sfidare pregiudizi e luoghi comuni.Ma trent’anni fa ( a novembre ricorrono infatti i 30 anni dell’assassinio di Pisolini all’idroscalo di Ostia) le cose non stavano così.Pasolini il poeta, lo scrittore, il regista, il polemista, l’intellettuale impegnato non era considerato soltanto un eccentrico inetichettabile da trattare con prudenza e diffidenza.Era stato visto come una presenza molesta, un apocalittico che proiettava il proprio pessimismo esistenziale sui destini del mondo.Scompaiono le lucciole?Ma che scompaiano pure, che ce ne importa. Ma soprattutto, questo è il punto, era considerato un nemico.
Pasolini era un nemico per la destra e per il mondo cattolico.Lo bollavano come un “pederasta”( così venivano bollati gli omosessuali; la variante era “invertito”), l’artefice di una cultura immancabilmente “degenerata”.Oggi la destra lo rivaluta come un critico della modernità liberal e i cattolici rileggono con ammirazione gli scritti in cui Pasolini si scagliava contro l’aborto. Ma Pasolini era vissuto come un nemico anche dalla sinistra, un “ reazionario “ come si diceva, non solo per aver scritto che tra gli studenti borghesi del Sessantotto e i poliziotti sceglieva questi ultimi, figli del popolo, ma soprattutto perché le riflessioni pasoliniane minavano alla radice l’immagine “progressista” che la sinistra amava dare di sé, come avanguardia di una storia che sicuramente si sarebbe diretta nella costruzione di un mondo migliore.Oggi l’intera sinistra riscopre Pisolini critico del consumismo e dell’immenso potere della televisione.
Disgraziato paese che ha bisogno di trent’anni per riconoscere di aver avuto torto nel linciare, da destra e da sinistra, uno dei suoi intellettuali più interessanti e acuti.Peccato, inoltre, che nel riconoscimento sia presente una vena di tale fervore neofita da impedire a chiunque di eccepire che in fondo anche Pasolini ha diretto film sbagliati e scritto romanzi non sempre eccellenti. Pessima abitudine, infine, quella di innamorarsi perdutamente di un autore fino al punto di inventarsi la trama misteriosa e dozzinale di un martirio che non è mai esistito.La voglia di trovare spiegazioni “complottistiche” alla morte violenta di Pisolini si esprime periodicamente nell’ansia di riaprire un processo già chiuso e dove le motivazioni di quell’omicidio sono chiarissime a chi non voglia espungere dalla vita del santificato anche gli aspetti più problematici. Leggere Pasolini, dunque.Non farne, a tanti anni di distanza, l’impropria agiografia
Da
Style magazine del corsera
Condivisibile, era un uomo Pasolini con pregi e difetti, qualcuno notevole, non è giusto santificarlo.
qui
http://radioweblog.ilcannocchiale.it/?id_b..._blogdoc=712548si può ascoltare un suo discorso e leggere altro
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Poesia in forma di rosa (1961-64)
I. La realtà
Ballata delle madri
Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d’esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?
Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.
Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d’amore,
se non d’un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v’hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.
Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l’antico, vergognoso segreto
d’accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.
Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!
Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
– nel vostro odio – addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È così che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.
.
.
Da Pier Paolo Pasolini, Bestemmia. Tutte le poesie,
vol. I, Garzanti, Milano 1993
Edited by Pontormo - 1/11/2005, 20:00