Il sofà delle muse

Prodi: quando il silenzio è d'oro, sempre più imbarazzante il leader dell'unione

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verbenasapiens
view post Posted on 3/9/2005, 13:28




Prodi, dietrofront imbarazzante

Non ci siamo, non ci siamo proprio caro Prodi. La sinistra ha spesso accusato Silvio Berlusconi di dare il meglio di sè solo nelle dichiarazioni preparate e di fallire miseramente i commenti fatti "a braccio".
Romano Prodi non è stato da meno, e sul caso Fazio è scivolato clamorosamente incappando in una gaffe dietro l'altra.
Ore 18,17. Il governo finalmente ne ha fatta una giusta? "No, mezza buona", ha commentato Prodi alle prime domande dei giornalisti.
Eppure Rutelli e Letta avevano appena bocciato sonoramente la riforma di Bankitalia. Sinistra spaccata? Ulivo in crisi? Macchè. Dopo pochi minuti il leader della sinistra faceva marcia indietro.

Ore 18,44. Venuto a conoscenza dei dettagli della riforma di Bankitalia e delle affermazioni in conferenza stampa del premier, Prodi ha affermato: "La metà buona si riduce praticamente a nulla". Neanche 30 minuti. Un comportamento che si commenterebbe da solo.

Facciamo solo due piccole osservazioni. Innanzitutto un leader commenta una riforma dopo averla letta, e non così a casaccio. Prodi ha addirittura ammesso che l'ha guardata e valutata bene solo successivamente, il che non è molto serio.

La seconda osservazione è più malignetta e si accompagna a certi commenti velenosi provenienti dall'estrema sinistra. Il primo commento, quello che salvava metà della riforma, forse era quello vero, che rispecchiava l'anima democristiana di Prodi. Poi, evidentemente, qualcuno gli ha ricordato che è alla guida del partito riformista. E così, aggiustandosi la cravatta, il leader della sinistra ha aggiustato anche il tiro. Troppo tardi.

da www.affaritaliani.it

da legnostorto
Anch'io avevo notato la cosa..mi ha meraviglaito il silenzio di tutti su questa ennesima gaffe del mortadella..che in effetti è stato imbarazzante in Europa , figurarsi in Italia....Per digerire Prodi o bisogna essere cretini o in malafede..oh yes..... w00t.gif
 
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Rachael
view post Posted on 3/9/2005, 18:43




E il bello é che la sinistra prende tanto in giro Berlusconi, quando ha un leader come Mortadella tongue.gif laugh.gif
 
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Ishtar
view post Posted on 13/9/2005, 06:45




Prodi sempre più imbarazzante..e bravo il nostro masaniello

Udeur contrariata poi, dopo chiarimento Prodi, polemica rientra


Coppie di fatto, l'Osservatore contro Prodi

Il quotidiano della Santa Sede: le dichiarazioni del leader dell'Unione «lacerano la famiglia alla ricerca di voti» ROMA - «Alla ricerca di voti lacera la famiglia». Così commenta l'Osservatore Romano l'apertura di Prodi alle coppie di fatto. Il quotidiano della Santa Sede tuona contro il professore il giorno dopo la lettera inviata dallo stesso a Grillini, presidente dell'Arcygay, per rassicurarlo sul suo impegno a regolamentare le coppie di fatto con lo strumento dei Pacs. «Una dichiarazione - scrive il quotidiano vaticano - che chiama direttamente in causa nella competizione politica la famiglia, la realtà naturale alla quale sono naturalmente inclini l'uomo e la donna. Una realtà fondata, come la stessa Costituzione italiana ammonisce, sul matrimonio. Un tentativo, dunque, di relativizzare e ideologizzare la realtà della famiglia. Una lacerazione inaccettabile». Rispetto alle dichiarazioni fatte dai politici in questa fine estate, l'Osservatore Romano ha sottolineato come «alcuni di questi pronunciamenti sono, occorre credere, frutto di riflessioni articolate e complesse che hanno costituito la base per preparare quella che si preannuncia come una campagna elettorale orientata al procacciamento di tutti i voti rastrellabili sul territorio».

UDEUR, POLEMICA RIENTRATA - L’apertura di Prodi alle coppie di fatto ha trovato in disaccordo anche un alleato dell'Unione, il segretario dei Popolari-Udeur Clemente Mastella che ha espresso «sorpresa e allarme». «Nella sua lettera a Grillini il Professore fa riferimento alla sintonia con gli altri leader della coalizione ma in nessuno dei confronti finora avuti nella Fabbrica del programma questa ipotesi si era mai affacciata al punto da essere dibattuta fino in fondo» ha spiegato. In altri termini, Prodi non può dire che «gli altri leader sono d’accordo con me». Mastella insiste, poi, che «sulle coppie di fatto la nostra posizione, che è quella della tradizione popolare e cattolica, è ben nota: prima di tutto la famiglia. E con ciò la salvaguardia dei valori portatori dell’unica unione che riconosciamo e che è sancita davanti a Dio: il matrimonio tra persone di sessi differenti».
Dopo il chiarimento di Prodi, che ha ribadito che la posizione è completamente diversa da quella di Zapatero, la tensione rientra. Il dirigente dell'Udeur, Antonio Satta, si è convinto a chiudere la polemica: «Credevamo si parlasse dei matrimoni gay alla Zapatero».

FOLLINI: PRODI COME ZAPATERO - Per il resto, da Fassino a Castagnetti, il centrosinistra applaude. Contro le dichiarazioni di Prodi si è invece scagliato compatto il centrodestra. «Ricordavo Prodi come un giovane manager democristiano. Lo ritrovo oggi come un più attempato dirigente politico zapaterista. Come coppia di fatto, quella fra Prodi e il suo doppio mi sembra fra le meno riuscite» ha affermato in una nota il segretario dell'Udc, Marco Follini. «Lui guarda con favore alle coppie di fatto - aggiunge il leader centrista - mentre noi guardiamo con favore ancora maggiore alla promozione della famiglia». Tempestiva è arrivata la replica di Grillini per il quale la proposta del Pacs non va confusa con quella spagnola del matrimonio fra omosessuali. In una lettera al segretario dell'Udc, Grillini si dice «stupito» da queste parole che «non tengono minimamente conto dei contenuti della proposta di legge di cui sono il primo firmatario e che è stata sottoscritta da 161 parlamentari dell'Unione».
Per il presidente del Pdci, Armando Cossutta, «Prodi ha dimostrato grande buonsenso e spirito democratico. Sono fortemente d'accordo con lui».
BINDI: FOLLINI TEOCON - Prende le distanze da Follini anche Rosy Bindi, responsabile politiche sociali e della salute della Margherita: «Abbiamo lasciato Follini giovane moroteo, aperto al dialogo e capace di far interagire i valori cristiani con le trasformazioni e i cambiamenti della società. Lo ritroviamo teocon, prigioniero di un uso distorto e strumentalizzante dei principi religiosi e etici. Da lui non accettiamo lezioni sulla famiglia... Non abbiamo mai nascosto la nostra distanza da Zapatero e non condividiamo la scelta sui matrimoni gay e il mancato rispetto del pluralismo culturale e religioso della società spagnola operato con quella legge. Né Prodi ha mai messo in discussione il nostro diritto di famiglia».
Ribatte però l'Udc con una nota: «È del tutto infondata la tesi secondo la quale quanti assegnano la priorità politica alla promozione della famiglia automaticamente discriminano le coppie di fatto».
12 settembre 2005

da corriere.it

a volte un minimo di pudore non guasterebbe..ed invece guarda te Prodi quanto è bello mentre fa lo spogliarello.. w00t.gif
mi piacerebbe sapere cosa ne pensa uno di sinistra, credo non sinistrato nè sinistro....
 
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Rachael
view post Posted on 13/9/2005, 09:09




.....Che non avendo un programma preciso e ben articolato, fa delle "boutade" nel tentativo di raccattare quanti più voti gli riesce.
Questo fenomeno di prodezze nel 2006 potrebbe essere il nuovo presidente del consiglio...ahh se rimpiangeremo Berlusconi...
 
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Rachael
view post Posted on 13/9/2005, 20:28




RATZINGER "SCOMUNICA" PRODI di RENATO FARINA
Il sì alle coppie gay scatena l'ira del Vaticano e mette in crisi i cattolici dell'Ulivo. Ma Fini a sorpresa spiazza il centrodestra
Qui i gay c'entrano sì, ma poco. C'entra di più la parrocchia cui appartieni. Se vuoi i voti perché sei cattolico, poi devi aspettarti di essere messo sotto esame. E che qualcuno ti dica: amico, questi sono i pronunciamenti del Papa in materia di politica e morale. Se gli vai contro, fa' pure, ma non pretendere la benedizione, anzi aspettati una spazzolata. Questo sta capitando a Romano Prodi. L'Osservatore romano che già nel nome sembra nato apposta per fargli le pulci, ha confrontato il programma politico annunciato dal candidato del centrosinistra con le dottrine care al Papa. La materia non è, per la Chiesa cattolica, di quelle opinabili. C'è in ballo l'essenza della società. Per la Chiesa cattolica, essa è fondata sulla famiglia. Non aggiunge eterosessuale o tradizionale, sarebbe già un cedimento lessicale. Famiglia e basta, perché quella è e quella deve restare, se non si vuole mandare a ramengo il buon ordinamento della vita comune. La Costituzione italiana è dello stesso avviso, e teorizza che «la famiglia fondata sul matrimonio è la cellula fondamentale della società».

Quale è il problema?
Il fatto è che la sinistra in Italia non è più tanto d'accordo. Ha festeggiato la legge spagnola voluta da Zapatero: lì si fissa la perfetta equiparazione tra le nozze qualunque sia il sesso degli sposi. Uguali diritti: di adozione, di produzione di embrioni, eccetera. E qui arriva Prodi. Il 20 luglio scorso mise d'accordo tutti i partiti dell'Unione (almeno credeva), e adottò una posizione di mezzo, diciamo da cattolico-fai-date: né con Ratzinger né con Zapatero. D'accordo - ha spiegato - niente matrimoni gay, ma si può sistemare la faccenda sul piano del diritto pubblico. Siccome siamo gente precisa, trascriviamo il suo verbo: «Se vince l'Unione regoleremo i diritti degli omosessuali sul modello francese dei Pacs (Patti civili di solidarietà). Non voglio però equiparare queste convivenze ai matrimoni». Cioè? Pressato dai giornalisti, usò questa formula: «Solidarietà e riconoscimento dei diritti civili per i gay». Poi, prudente e furbo: silenzio.
Nel programma prodotto dall'Officina di Bologna non c'era scritto niente sul tema, al che proteste dell'Arcigay. Finalmente Prodi ci ha messo sopra di nuovo il cappello: si farà la legge per le unioni gay. Dopo di che, l'Osservatore romano ha tirato a Prodi il turibolo in testa: «A caccia di voti lacerando la famiglia », il titolo. Poi: «Una dichiarazione che chiama direttamente in causa nella competizione politica la famiglia, la realtà naturale alla quale sono naturalmente inclini l'uomo e la donna. Un tentativo, dunque, di relativizzare e ideologizzare la realtà della famiglia. Una lacerazione inaccettabile ». Prodi respinge le accuse, dice che questa idea era già stata di Aznar. Ma non è che la Chiesa spagnola l'avesse benedetta, anzi. Ma non è questo il Prodi che si presenta come cattolico. Magari «adulto e laico», ma la parrocchia è quella, ed è logico che il parroco non sia contento se gli dai sulla voce. Sia chiaro: l'Osservatore romano non è il Papa. Ma il Papa la pensa così. Nel 2003, dopo anni di lavoro, uscì un documento firmato proprio dal cardinale che sarebbe diventato Papa e approvato da Wojtyla. Lì si vieta espressamente ai politici cattolici di avallare qualsiasi forma non soltanto di matrimonio gay, ma anche di Pacs. Copio: «A coloro che (.) vogliono procedere alla legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall'approvazione o dalla legalizzazione del male. In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali (...) è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all'applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza ». Firmato Joseph Ratzinger. Si può obiettare, ovvio. Ma se lo fai, ti metti contro. Per cui è falso come Giuda Prodi quando dichiara il suo "stupore". Il cattolicesimo di Benedetto XVI è questo. Non è una morale privata. Incide nella vita pubblica perché propugna un ideale di "vita buona". Chiede alleanze su questo o quel tema sulla base della ragione. Può vincere come nel caso del referendum sulla fecondazione. Può perdere e accetta la sconfitta, come capitò nel caso di divorzio e aborto. Sui gay è contro «qualsiasi discriminazione », ma ritiene che i diritti delle persone omosessuali (pensione, eredità ecc) possano essere tutelati senza bisogno di introdurre leggi particolari. Bastano le leggi vigenti e il buon senso. Anche nel centrodestra ci sono posizioni favorevoli ai Pacs o simili. Ma non sono nel programma. Berlusconi lascia questi temi al Parlamento. Non ne fa materia di consenso. Prodi sì. E questo fa la differenza. Sarebbe interessante ci riflettessero Follini e Casini. E Mastella tirasse conseguenze pratiche dal suo dissenso su tali faccende da Prodi. Il Pacs è l'anticamera del matrimonio gay. Basta aver ascoltato qualsiasi dibattito televisivo per ammetterlo, anche se la Margherita ora finge di non ricordarlo. Intanto una costatazione. In attesa di quella celeste, c'è una certa giustizia persino in questo mondo. Si rifletta. Perché la sinistra ha scelto Romano Prodi come candidato? Perché in Italia con un comunista (sia pure ex o post) non si vince. Non è che i diessini sono generosi. Semplicemente sanno che c'è bisogno di un democristiano se si vuol battere Berlusconi. Nel 1996 gli andò bene per questo. Vescovi, preti e suore spinsero a votare per l'Ulivo perché Prodi era visto come una rivincita cattolica contro il ricco Epulone pure divorziato. Il gioco non funziona più.
Libero.it

Bene é proprio il caso di dire che si é tirato la zappa(tero) sui piedoni tongue.gif

Edited by Rachael - 13/9/2005, 21:32
 
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Ishtar
view post Posted on 13/9/2005, 20:28




Quello che colpisce è che Prodi parla come un prete spretato e che dai preti è stato appoggiato..anche qui che coerenza..
e taccio della Bindi che sta andando oltre Bertinotti e che difende i DS dalle critiche del suo partito...Pare che ora farà la spesa alla coop..sotto sotto mi sa che vuole un incarico di governo..se vinceranno le elezioni..spero che, pero', non le diano la sanità...ma magari il ministero del turismo e dello spettacolo.. w00t.gif
 
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verbenasapiens
view post Posted on 14/9/2005, 14:18




Ciò premesso credo che anche le coppie di fatto debbano essere tutelate ma per esempio l'assistenza sanitaria che si da al coniuge diciamo con tutti i crismi (religiosi o civili che siano) deve essere allargata anche al convivente e va bene.. ma chi stabilisce che esiste una convivenza in atto e DUREVOLE?Voglio dire che non si dicono certe cose a mezza bocca solo per cercare consenso..le proposte che ci sono devono essere serie e motivate, con annesse regole di applicazione.. o no?Invece è il qualunquismo e il pressappochismo di certe proposte che sconcerta..fatte poi da un prete spretato che parla come un prete di fatto, che credibilità hanno?
 
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Rachael
view post Posted on 15/9/2005, 10:32




Udeur: Pacs chiari amicizia lunga…


La decisione di Romano Prodi d’inserire il Pacs nel programma dell’Unione ha provocato una comprensibile reazione negativa da parte dei Popolari-Udeur, che da cattolici moderati quali sono, avvertono con Mauro Fabris, capo della segretaria nazionale: “Per le primarie Prodi può dire quello che vuole, ma se per l’Unione questo è il programma, allora noi non ci stiamo, anche perché non è vero che ci fu una decisione dell'Unione”.
Fabris si dice molto preoccupato per il rischio di una deriva zapaterista e smentisce che sia stata presa una decisione comune durante il seminario di San Martini in campo: ““Ne abbiamo discusso e fu deciso che era una questione da non includere nel programma. Io c’ero allora, e posso garantire che era stato proposto l’inserimento dei Pacs, ma dopo una lunga discussione decidemmo di tenerlo fuori dal programma. Tra l’altro c’è un sito con una bozza di programma concordato nell’incontro di San Martino, invito a leggerlo per capire che i Pacs non ci sono” .
Come non pensare alla luce di questa dichiarazione che Prodi non sia a caccia di voti…
Comunque la Margherita parla di accuse strumentali ai danni di Prodi e Fabris replica: ““Anzitutto, vorrei che si chiarisse, una volta per tutte, l’esatta identità della Margherita. Sul referendum sulla procreazione assistita si sono divisi in tre tronconi; sulla politica estera pure, e mi riferisco a voti parlamentari, non a semplici opinioni. Insomma, è incredibile che si confonda la posizione personale di Rutelli con la linea del partito. A questo punto chiediamo alla Margherita di darsi un’identità chiara, perché una cosa è il pensiero di un leader solitario, un'altra è la linea politica in Parlamento. Per questo, mi chiedo, come può una forza come la Margherita, dare pagelle?”
Mi domando cos’abbia di unito questa Unione, non passa giorno che non sorgano polemiche interne e diatribe al vetriolo, in un solo caso l’Unione si trova d’accordo e quando c’è da criticare una decisione, una proposta, una legge del governo, giusta o sbagliata che sia.
La nostra opposizione non ha cuore il benessere dell’Italia, come tante volte asserisce Mortadella con l’occhio lucido e la voce rotta d’emozione, ma vuole fortissimamente vuole riprendersi il potere e pazienza se a rimetterci in questa guerra senza regole, siano proprio i cittadini.
(dichiarazioni di Mauro Fabris prese da un articolo di Manuela Dargenio)


Orpheus
 
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sandokan23
view post Posted on 15/9/2005, 16:58




ma Prodi non è a caccia di voti....E' solo a caccia di pollastri... w00t.gif w00t.gif
 
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verbenasapiens
view post Posted on 15/9/2005, 19:27




Dal maggioritario al minoritario (ilgiornale)
Mandato da Rassegna Stampa LS Giovedì, 15 Settembre 2005, 10:24.
DAL MAGGIORITARIO AL MINORITARIO - di MARIO GIORDANO -
Il Giornale, 15 settembre 2005

Per Prodi, dunque, «è in gioco la democrazia». Per l'Unità, senza mezzi termini, si tratta di «un golpe». «Non resteremo a guardare», dice il quotidiano comunista chiamando alle armi i lettori. Ora e sempre resistenza, è ovvio, contro l'avanzata della prima dittatura mondiale basata sul sistema proporzionale. Vi sembra strano? Macché. Vengono travolte «regole e istituzioni», sentenzia il direttore di Repubblica che scende personalmente in campo. È necessario, si capisce. Perché molti parlano di truffa, qualcuno di atto di prepotenza o furto, altri addirittura di «manovra banditesca», ma Achille Occhetto non ha dubbi: «È un vero e proprio colpo di Stato».
E noi che pensavamo al proporzionale come il sistema che eleggeva Fanfani e Rumor. Macché: non ce ne siamo accorti, ma dev'essere roba da Pinochet. Uno strumento tecnico per contare i voti nell'urna è diventato di colpo un attacco profondo alla vita democratica del Paese, l'anticamera del macello istituzionale, l'antipasto di un impensabile totalitarismo basato (non si sa come) su premi di maggioranza, scorpori e sbarramento al quattro per cento. E il senso della misura? Esaurito da tempo.
Ma sì, dài: come può arrivare la dittatura attraverso il proporzionale? Siamo seri: si può discutere di eleganza, convenienza, bon ton. Si può essere in disaccordo con i contenuti della legge e con l'opportunità di abbandonare un sistema elettorale come quello maggioritario che ci ha garantito dieci anni di certezze post-voto e di chiara alternanza. Ma come si fa a parlare di golpe? E soprattutto come si fa, in nome della democrazia, a bloccare la vita democratica del Paese?
Fino a prova contraria, infatti, la nuova legge elettorale è stata proposta e verrà discussa, secondo le regole canoniche. Se avrà i voti sufficienti sarà applicata, se non avrà i voti sufficienti verrà respinta. In entrambi i casi, possiamo stare tranquilli, non ci saranno terremoti per il nostro Paese che ha sopportato brillantemente sia cinquant'anni di proporzionale sia dieci anni di maggioritario, sperimentando pregi e difetti di entrambi. Fra l'altro, a proposito di pregi, se il proporzionale ne ha uno è proprio quello di fotografare meglio la realtà, cioè di distribuire seggi in modo più equo rispetto ai voti effettivamente ottenuti. Come si fa allora a sostenere che (cito testualmente Repubblica) con questo sistema elettorale «chi ha meno voti avrà più seggi»? Come si può vendere il mite e vecchio proporzionale come un pericoloso sistema capace di far vincere alle prossime elezioni chi altrimenti avrebbe perso?
A parte il fatto che se sono davvero convinti di avere grandi margini di vantaggio, come dicono gli esponenti del centrosinistra, non si capisce di che cosa si preoccupino. A parte questo, dicevamo, se c'è un sistema che regala molta rappresentatività (in cambio di poca governabilità) è proprio il proporzionale. Per questo anche molti partiti del centrosinistra l'hanno sempre sostenuto. E non è un caso se persino ieri il manifesto era costretto a definirlo «il sistema di per sé più pulito e democratico». Addirittura.
Non sono convinto che il proporzionale sia davvero il sistema «più pulito e più democratico». Non sono convinto, soprattutto, che sia il sistema migliore. Anzi. Così come restano evidenti dubbi sull'eleganza temporale del cambiamento. Ma non c'è bisogno di Lina Sotis per capire la differenza che passa tra il bon ton e il golpe. E magari per rendersi conto di aver esagerato un po' con le parole. Volete fare una prova? Immaginate un marziano che arriva oggi in Italia. E ditegli: «C'è un tale che vuole cambiare la legge elettorale e c'è un altro che, per impedirglielo, blocca il Parlamento. Secondo te chi è più pericoloso per la democrazia?». Secondo voi il marziano che cosa risponde? Ecco, bravi, avete indovinato
http://www.legnostorto.com/node.php?id=34764

la cosa che più lascia interdetti è il tono apocalittico di certe dichiarazioni..ma mortadella mica ha il senso del ridicolo..siamo alle comiche finali ma i polli abboccano o meglio vengono imboccati..e non c'è influenza( della CDL) sui polli che tenga.. dry.gif
 
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Rachael
view post Posted on 26/9/2005, 17:00




Prodi: amnesie di fine legislatura

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"[...] ormai penso proprio che la legislatura finirà alla sua scadenza naturale e questo mi preoccupa, perché nei prossimi mesi il Paese alla fine non sarà governato o avremo le classiche decisioni di fine legislatura che metteranno in pericolo il bilancio dello Stato''.
(Romano Prodi, 17 Settembre 2005)

Come, per esempio, l'abolizione dei ticket sanitari entrata in vigore nel marzo 2001, voluta da un governo di centro-sinistra (presidente Giuliano Amato), naturalmente senza alcun fine demagogico.
L'imminenza delle elezioni politiche del maggio 2001 fu solo un caso... eh, già-già-già!
fonte:Gino blog appassionato della realtà




 
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verbenasapiens
view post Posted on 26/9/2005, 19:33




Non tocchiamo questo tasto..e dire che ora il caro mortadella ha pure il "conforto" dei radicali..autori di una inversione ad U STUPEFACENTE.. w00t.gif
 
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Rachael
view post Posted on 29/9/2005, 14:18




La vera storia di Prodi: biografia non autorizzata

Ormai si avvicinano le primarie: il 16 ottobre è la data da tempo stabilita.
Ma anche la campagna elettorale per le elezioni politiche è da tempo iniziata: la scelta è semplice perché si è a favore o contro Romano Prodi.
In questa campagna pochi (forse nessuno) ci diranno chi è in realtà l’uomo Prodi.
Per questa ricostruzione di una personalità vorrei offrire una testimonianza: ho conosciuto e frequentato Romano Prodi dal 1967 al 1996.
È dunque una preistoria di Prodi che forse ci farà capire meglio il Prodi di oggi.
Ero membro e poi preside della facoltà di scienze politiche di Bologna. Un collega poi amico, Beniamino Andreatta, mi presentò
Prodi: lo aveva chiamato da Milano come suo assistente.
Prodi girava sempre con Paolo Onofri e Angelo Tantazzi, che poi fecero una più che meritata carriera. Io mi divertivo a chiamarli
senza cattiveria «i tre bassotti» di Andreatta. Prodi, con il suo viso rotondo dove c’era il sorriso, ma anche una ben controllata
mimica facciale, risultava a tutti assai simpatico. Voglio ora ricordare che Beniamino Andreatta ha dato sempre,
in privato e in pubblico, del lei a Romano, anche quando era ministro della Difesa e Prodi presidente del Consiglio. Me lo ha
confermato poco prima di essere colpito in aula da un ictus che lo ha portato a un grande sonno.
Vincitore del concorso a cattedra, Romano Prodi rimane sul piano accademico un isolato.
Ad una cena del Mulino in onore dell’economista Amartya Sen, Stefano Zamagni chiese a Prodi perché non avesse deciso
di accedere al Dipartimento di economia. La risposta fu dura: «Perché non avrei spazio», lasciando stupito anche Zamagni.
Così il solitario Prodi affittò alcune stanze (la grande sede di Nomisma è posteriore) dove aveva il suo spazio. Avendo un allievo,
Fabio Gobbo, decise di presentarsi come giudice a un concorso nel quale lo impose. Gobbo era un giovane serio, ma allora
non ancora scientificamente all’altezza di una cattedra: questo suscitò le violenti proteste di tutta la corporazione degli economisti.
Alberto Quadrio Curzio, futuro preside della facoltà, preferì mettere tutto a tacere.
Ma la carriera accademica di Romano Prodi era finita. E così preferì fondare un istituto privato di ricerca, come Nomisma, o incarichi tra l’economia e la politica come la presidenza dell’Iri.
La frequentazione con Prodi si diede anche nell’ambito della associazione di cultura e politica il Mulino, della quale entrambi
eravamo soci. Al Mulino talvolta si discuteva il modo con cui Prodi sceglieva i suoi collaboratori.
Fra i soci dell’associazione c’era Umberto Paniccia da tutti stimato per la sua serietà e il suo rigore morale. Dato che lavorava
all’Iri lo segnalammo a Prodi.
Incontrai Paniccia qualche tempo dopo e, interpellato, mi disse sinteticamente che aveva lasciato l’Iri. Nel contempo
Prodi a Roma si accompagna a MassimoPonzellini, che fece una fulminante carriera: dal ’94 al 2002 infatti è stato vicepresidente della Bei, la Banca europea degli investimenti.
Forse Prodi amava i fedeli, seguaci ed obbedienti, come Riccardo Franco Levi, che alla televisione trottella sempre al suo fianco (un tempo si credeva un grande giornalista!). Oggi forse sono il solo in Italia a ritenere che Arturo Parisi non sia un fedele seguace di Romano.
Abbiamo lavorato tanto insieme per non apprezzare la sua intransigenza incapace di piccoli accorgimenti politici.
Per chiudere il capitolo dell’Iri rivelerò due episodi. Per caso ci incontrammo una volta sotto il portone di casa sua (avevo la
macchina posteggiata in un garage di fronte). Lo rimproverai amichevolmente per aver trattato male il mio amico Franco Cingano,
presidente della Banca Commerciale. Mi rispose con arroganza e con durezza percuotendosi il petto: «La Banca Commerciale
è mia», dimenticando che non era un proprietario, ma un semplice amministratore
. Arrogante, ma anche in fondo pauroso.
Ritenendo di aver perso la fiducia di Ciriaco De Mita, segretario della «Democrazia cristiana, temeva di essere arrestato.
Alla fine del ’93, dopo dieci ore di interrogatorio da parte del viceprocuratore Antonio Di Pietro (oggi suo alleato!) corse a
chiedere consiglio a Filippo Mancuso, giudice alla Corte di Cassazione. Mancuso gli disse che un consiglio poteva chiederlo
a un avvocato e di ubbidire alla propria coscienza
. Pauroso, ma anche vile: un anno e mezzo dopo, quando Mancuso perse i favori della sinistra, l’eroico Prodi lo definì un «cialtrone». Questo risulta dai giornali. Ma per una biografia di Romano Prodi bisognerà parlare di Nomisma e dell’Iri, due capitoli dei quali non posso dare una testimonianza diretta. Per chiudere torniamo al Mulino.
Tra il ’95 e il ’96 in vista delle elezioni Romano Prodi annunciò pubblicamente la sua candidatura:era un fatto del tutto
normale. Non fu certo normale quanto seguì: seppi che Romano Prodi aveva convocato a casa sua il presidente dell’associazione
il Mulino per protestare duramente contro gli articoli miei, di Angelo Panebianco e forse di Ernesto Galli Della Loggia
.
Erano articoli pubblicati su diverse testate giornalistiche. Insomma: i soci dell’associazione dovevano fornire la base culturale
del suo partito
. Un amico socio del Mulino (se la memoria non mi tradisce Michele Salvati) mi disse di stare attento perché
Romano era un essere vendicativo. L’avvertimento mi lasciò indifferente perché nel campo scientifico il potere di Prodi era
nullo e il Mulino avrebbe continuato a pubblicare i miei libri.
Mi è rimasta una curiosità. Se Massimo D’Alema voleva uno del Mulino, perché non puntare sul suo consigliere Nicola Rossi,
da tutti stimato per la sua preparazione e la sua autonomia scientifica? Prodi sull’economia sa solo recitare battute e su
questo giochiamo le prossime elezioni
.
Nicola Matteucci
il Giornale 28 settembre 2005
 
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Rachael
view post Posted on 10/10/2005, 11:29




Un neonato sul palco



Roma. Sul palco di piazza del Popolo, durante il discorso conclusivo di Romano Prodi, c'era anche un neonato di tre mesi. Si tratta di Baldassarre Kaba, figlio di Lamine Dian Kaba, fondatore del circolo «Nuova cittadinanza nuova rappresentanza». «Mio figlio - ha detto il padre - è il più piccolo manifestante presente sul palco. Sostiene Prodi e fa già politica». Altri neonati erano presenti tra i manifestanti
da il Giornale



Il buon Prodi guarda avanti, e siccome questi politici tornano sempre, come gli zombie,(chi ben comincia è a metà dell’opera) il furbo Mortadella catechizza anche i neonati, possibili elettori fra 18 anni...non solo ma da vera "felino" della politica acchiappa due piccioni con una fava strizzando l’occhiale di falco ai “migranti”. E’ proprio vero che il bisogno sottomette, e che quindi di questi tempi è meglio lasciar perdere il detto “moglie e buoi dei paesi tuoi”, men che meno quindi gli elettori, che si sa assicurano calde poltrone a Palazzo Chigi.



PS. Noterete una sovrabbondanza di luoghi comuni e frasi fatte, è solo per rimanere in linea con il pensiero prodiano…D'altronde bisogna capirlo tirarsi dietro il circo barnum della sinistra lo affatica molto e gli obnublia le capacità intellettuali(?).

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verbenasapiens
view post Posted on 10/10/2005, 19:48




Infatti il Berluska prega ogni sera affinchè Mortadella si preservi e ce la faccia a essere sempre il cosiddetto leader dell'unione..opsssssssss l'armata brancaleone, inaccappucciati inclusi
 
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65 replies since 3/9/2005, 13:28   483 views
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