PIRATI INFORMATICI
È allarme anche per gli «skimmer», cioè gli apparecchi utilizzati per duplicare le card: un lettore che cattura i dati della banda magnetica con la semplice «strisciata» della tessera
A caccia di rifiuti per clonare le «carte»
Non solo su internet. Perfino uno scontrino abbandonato nell'immondizia può consentire ai pirati informatici di risalire ai codici delle carte di credito e ripulire il conto in banca dei malcapitati
Da Milano Nello Scavo
Si chiamano sniffing, trashing, boxing. Chi c'è passato quegli inglesismi non li ha scordati, perché sono alcune delle tecniche più evolute per sottrarre denaro all'insaputa dei malcapitati clonando carte di credito o "succhiando" il conto in banca di un conoscente.
«La truffe fatte con le carte di credito - avverte la Polizia postale e delle telecomunicazioni - sono in forte aumento e non si tratta di un fenomeno legato solo alla clonazione delle tessere magnetiche ma anche della alterazione del Pos (lo strumento che legge i dati sulla banda magnetica)». Non solo, c'è chi riesce perfino a modificare gli apparecchi bancomat per il prelievo (Atm) senza che la banca stessa se ne accorga. E si sbaglia chi immagina questi nuovi criminali aggirarsi sulle reti informatiche a caccia di codici numerici. Non è infatti trascurata la sempre efficiente "bassa tecnologia". Non di rado c'è chi fa soldi rovistando nell'immondizia. Si chiama "trashing". I malviventi vanno alla caccia degli scontrini delle carte di credito che talvolta i possessori gettano via dopo un acquisto. «È bene tenere la matrice per controllare la regolarità dell'estratto conto e - consiglia ancora la polizia -, soprattutto per non dar modo ad altri di impossessarsi dei dati di identificazione della carta». Sulle ricevute qualche volta infatti viene riportato per esteso il numero e la scadenza della carta. Su internet è più che sufficiente per farci un po' di spesa. Altro esempio di truffa a bassa tecnologia è il "boxing", che consiste nella sottrazione delle carte di credito inviate dalle banche ai loro clienti tramite posta. È un po' più difficile da praticare, ma con qualche ben remunerata soffiata, si arriva anche a questo. Lo "sniffing" invece mette in pericolo le transazioni avvenute in rete. Ci sono esperti di pirateria informatica che riescono ad intercettare le coordinate dei pagamenti effettuati con le carte di credito, utilizzando poi le stesse tracce per fare ulteriori acquisti all'ins aputa del vero proprietario.
Uno degli apparecchi più utilizzati per duplicare le carte è lo skimmer, un lettore che cattura i dati della banda magnetica con la semplice "strisciata" della carta di credito su di esso. Questo dispositivo, che non ha una forma standard, può essere piccolo quanto un pacchetto di sigarette ed auto-alimentato con batteria, oppure di dimensioni più grandi, e arriva ad immagazzinare, tramite una memoria portatile, diverse decine di bande magnetiche. Successivamente lo skimmer viene collegato a un computer, e si trascrivono i dati presi illecitamente su un supporto plastico con le caratteristiche di una carta di credito o di un bancomat. Per appropriarsi invece del codice Pin, che non è in alcun modo ricavabile dalla banda magnetica, i truffatori utilizzano generalmente una microtelecamera nascosta puntata sulla tastiera numerica dell'apparecchio bancomat.
http://www.avvenire.it/di questo passo, con gli scippatori che ti fregano il contante si dovrà trovare un altro modo di pagare.Dicono che si potranno usare le impronte digitali o uno scanner retinico..Ho letto Angeli e demoni e di un occhi cavato.. e non oso immaginare cosa potrebbe architettare certa gente...
